Televisione

Il grande ritorno dei late show americani, dopo lo sciopero

Programmi come il «Tonight Show» con Jimmy Fallon sono tornati in onda dopo cinque mesi grazie all'accordo trovato dagli sceneggiatori – Ecco come è andata
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Red. Online
03.10.2023 22:30

Negli Stati Uniti, vengono chiamati Late-night shows. Sono i cosiddetti talk di seconda serata, spesso carichi di sarcasmo e ironia. Una vera e propria istituzione televisiva. Un'istituzione, tuttavia, messa a dura, durissima prova dallo sciopero degli sceneggiatori annunciato cinque mesi fa. Già, perché senza autori questi spettacoli – inevitabilmente – sono stati sospesi. Fra i primi ad annunciare lo stop, quando i membri della Writers Guild of America, la WGA, hanno incrociato le braccia lo scorso 2 maggio, sono stati il Late Show With Stephen Colbert sulla CBS, il Jimmy Kimmel Live! e il Tonight Show Starring Jimmy Fallon della NBC. Trio che, puntualmente, è tornato in onda lunedì sera. 

Per la gioia, inutile negarlo, dei telespettatori. Rimasti a lungo orfani, appunto, dei loro programmi preferiti. Colbert, (ri)entrando in scena, ha dato un bacio al suo pubblico. Saltellava come un bambino ed era visibilmente felice. «È bello essere tornati» ha esclamato in entrata, come riferito da Associated Press. «Ora lo sciopero degli sceneggiatori è finito». Quindi, ha elencato i benefici del nuovo contratto collettivo firmato dagli autori: protezioni contro l'intelligenza artificiale, aumenti salariali legati al carovita, una migliore retribuzione per lo streaming. Quindi, la stoccata: «In più, grazie ai picchetti, i miei sceneggiatori hanno preso aria fresca e sole, cosa che a loro però non interessa. Ora sono tornati al sicuro nei loro buchi per le battute».

Kimmel, invece, ha scelto di cominciare il suo show sul lettino di un analista. «Lo sciopero è durato così tanto che non so se tornerò» le sue parole. A ribadirgli che, in realtà, Kimmel tornerà c'era un terapeuta d'eccezione, Arnold Schwarzenegger. Che, per l'occasione, ha rispolverato un suo tormentone adattandolo alla situazione: «Tornerai».  

Fallon, infine, ha messo in piedi siparietti gustosi con Matthew McConaughey e John Mayer, dicendo che il suo terzo ospite sarebbe stato Bono degli U2, fresco di inaugurazione dello Sphere a Las Vegas nel fine settimana. Da una piccola sfera, tuttavia, è uscito un Bono fasullo. Battuta: «Devo ammettere che non tutti gli scrittori sono tornati».

Tutto è bene ciò che finisce bene. Anche se in molti, al di là dell'ironia, hanno ammesso di aver sofferto, e non poco, lontano dagli schermi. Colbert, ad esempio, si è lamentato di non aver potuto commentare causticamente una marea di notizie. «Credo che siamo stati fuori onda per 154 accuse» ha detto. «È stata un'estate pazzesca. È stata piena di eventi». Va detto che i conduttori non sono stati del tutto inattivi. Al contrario, durante lo sciopero hanno collaborato a un podcast, Strike Force Five

Nel frattempo, la Screen Actors Guild-American Federation of Television and Radio Artists, nota come SAG-AFTRA, l'associazione che raggruppa gli attori di Hollywood, è tornata al tavolo delle trattative assieme all'Alliance of Motion Picture and Television Producers. Le parti, lontane per mesi e mesi, con gli attori tutt'ora in sciopero, riprenderanno i colloqui domani, mercoledì. La scorsa settimana, ha chiarito Associated Press, autori e sceneggiatori sono stati autorizzati a fare ritorno al lavoro dopo che la WGA ha sottoscritto un accordo triennale con studios, piattaforme di streaming e società di produzione.