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La lunga attesa di Stranger Things 5

La fine della lunghissima quarta stagione ha fatto entrare in crisi d'astinenza milioni di fan della serie: ma che cosa dobbiamo aspettarci?
Stefano Olivari
16.07.2022 19:30

La fine della lunghissima quarta stagione di Stranger Things, 9 episodi che per lunghezza, 13 ore in totale, e temi trattati sono di fatto 9 film (ed infatti il budget per ognuno è stato di 30 milioni di dollari), ha fatto entrare in crisi d’astinenza i milioni di fan della serie di Netflix, che ora hanno in testa una sola domanda: quando comincia Stranger Things 5

Appuntamento al 2024

La brutta notizia è che difficilmente vedremo la quinta stagione di Stranger Things prima del 2024. Gli ideatori della serie, i fratelli Duffer, in mezzo a mille idee collaterali come gli spinoff per singoli personaggi (Undici, Dustin, Will e Max i principali candidati, ma per fortuna tutto sarà rimandato a dopo la quinta stagione), hanno fissato l’inizio delle riprese per il gennaio 2023 e nell’ipotesi degli episodi di non più di un’ora, quindi tenendo conto dei tempi di lavorazione delle prime stagioni, Stranger Things 5 dovrebbe essere su Netflix nella primavera del 2024, anche se il reparto marketing dell’azienda spinge per averlo a Natale 2023. In ogni caso gli spettatori devono mettersi l’anima in pace per almeno un anno e mezzo e gli autori proporre un salto temporale più ampio visto che già adesso gli attori sono molto più vecchi dell’età che dovrebbero rappresentare. Assurdo fare anticipazioni su una trama che non è nemmeno nella mente dei Duffer, anche se è sicuro che Vecna o una qualche entità malvagia del Sottosopra si stia di nuovo per impadronire di Will: il terreno è già stato preparato. 

La lunghezza

La quinta stagione di Stranger Things deve tenere conto del fatto che la quarta sia stata quella piaciuta meno di tutte: Rotten Tomatoes, il sito che da quasi 25 anni raccoglie i voti di critici e pubblico su qualsiasi cosa, e che è preso molto sul serio dagli addetti ai lavori, le ha assegnato un punteggio di 89%, come la terza ma con tendenza a scendere, mentre la prima e la seconda viaggiavano su 97 e 94%. Le critiche principali sono stato incentrate sulla lunghezza ed anche per chi ama Stranger Things è difficile non essere d’accordo, da tanto stiracchiate sono state tante situazioni, dagli andirivieni nel Sottosopra ai dialoghi, con anche le scene di azione in certi momenti quasi insopportabili per la loro ripetitività. Va detto che la svolta horror non ha giovato, visto che gli schemi del genere sono sempre uguali. È invece piaciuto molto l’andamento parallelo e poi l’incrocio delle tre storie: Joyce che prova a liberare Hopper, i ‘californiani’ che fanno da cast di supporto a Undici e gli adolescenti rimasti a Hawkins a combattere. Una buona idea, poi zavorrata dal gigantismo. Così come una buona idea è stata quella di far morire qualcuno dei ‘buoni’, per tenere alta la tensione anche in futuro. Certo la storia di Hopper, dato per morto e poi finito in un gulag, insegna che non è mai finita. 

Cinema anni Ottanta

La quarta stagione è ambientata nel 1986 e le citazioni della cultura pop anni Ottanta sono state come al solito numerose, anche se non tutte comprensibili ad un pubblico non americano. Al di là dell’ideologia di fondo, una sintesi fra Spielberg e Stephen King, in Stranger Things 4 vengono saccheggiate idee da Alien (quando Hopper coordina i compagni di carcere per combattere il mostro), Poltergeist, ovviamente Nightmare (in particolare per le modalità di alcune morti), ed anche Wargames, come è quasi scontato che sia quando si parla di un pericolo russo, all’epoca sovietico, scongiurato dall’intervento di adolescenti semi-nerd: nell’episodio 5 Will, Mike e Jonathan chiamano un numero misterioso e intuiscono che si tratta di un computer. Anche Internet, quindi: negli anni Ottanta c’era già tutto. Si esce dal decennio per ricordare Amityville Horror, riferimento obbligato quando una famiglia si trasferisce una casa in cui è avvenuto un omicidio, e Il Signore degli Anelli, richiamato anche nell’inquadratura finale. 

Kate Bush e Metallica

Nelle scorse settimane si è più volte scritto e parlato di Kate Bush, la cui Running Up That Hill è stata riportata in cima alle classifiche di tutto il mondo proprio da Stranger Things 4, ospite fissa del walkman di Max ed anche importante nella storia. Di sicuro la canzone di questa stagione, così come in precedenza lo erano state Should I Stay or Should I Go? dei Clash e Neverending Story di Limahl. Ma oltre a Tarzan Boy dei Baltimora, e a You Spin Me Round dei Dead or Alive, quando i ragazzi sono alla pista di pattinaggio, non va dimenticata nemmeno Master of Puppets, il capolavoro dei Metallica, proprio del 1986, suonato da Eddie in un altro momento chiave: una canzone che salva il mondo, almeno nella fiction, è un giusto omaggio all’heavy metal, che pur avendo origine nell’hard rock degli Settanta esplose come genere a sé stante negli Ottanta. 

L'Hellfire Club

Questo gioco di ruolo, ragione d’essere dell’Hellfire Club, è arrivato fino ai giorni nostri ed in Stranger Things 4 è molto di più che una semplice citazione. La trama può infatti essere vista come una storia tipica di Dungeons & Dragons: una squadra che si imbarca in una ricerca di fantasia per sconfiggere un potente cattivo soprannaturale. Per non parlare dei riferimenti a Vecna e alla cattiva fama che ha sempre avuto il gioco, che ad un certo punto fu osteggiato da genitori ed adulti, prima che ne nascessero di più stupidi e pericolosi. 

Pochi morti

Sì, ma cosa accadrà in Stranger Things 5? Più facile dire cosa non accadrà. Una dei protagonisti, Millie Bobby Brown (Undici), in un’intervista ha osservato che i personaggi sono ormai troppi e che si dovrebbe imitare il Trono di Spade, inserendo ogni tanto una strage per fare chiarezza e ripartire con nuove idee. Idea respinta, anche se già nel 4 qualche morto o quasi (non diciamo di più per non spoilerare) c’è stato. Probabile, qualcosa ha anticipato il suo interprete Noah Schnapp, che diventino più espliciti i sentimenti di Will per Mike, il quale però è innamorato di Undici e non del suo migliore amico. La nostra previsione, visto che la quinta stagione sarà anche l’ultima, è che in puro stile anni Ottanta ci sia la battaglia finale fra il migliore dei buoni, cioè Undici, ed il più cattivo dei cattivi, cioè Uno (o Henry Creel, o Vecna), con un finale per la critica (la ragazza che si immola per salvare l’umanità), uno per il pubblico (Uno viene definitivamente annientato e Undici riesca vivere una vita normale) ed uno destabilizzante: il Sottosopra vince ma non uccide nessuno, visto che può entrare in ognuno di noi. Fra un anno e mezzo, se va bene, sapremo

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