Streaming

Netflix, come te nessuno mai: la concorrenza è al tappeto

La piattaforma ha registrato un'ulteriore crescita a livello di abbonamenti, seppur meno marcata rispetto ai trimestri precedenti, ma è soprattutto la capacità di «monetizzare» a far felici i mercati
Red. Online
18.10.2024 15:30

Ora si può dire: Netflix ha vinto la guerra dello streaming. Il leader mondiale delle piattaforme video-on-demand in abbonamento, nel terzo trimestre, ha registrato un’ulteriore crescita a livello di sottoscrizioni. Una crescita perfino superiore alle attese che, di riflesso, ha contribuito ad aumentare il divario con la concorrenza. Nello specifico, da luglio a settembre 2024 Netflix ha guadagnato 5,1 milioni di abbonati paganti rispetto al trimestre precedente. Portando il totale degli abbonati a 282,7 milioni. Gli analisti si attendevano un aumento di 3,87 milioni. Ma le cose stanno andando bene in generale. Il fatturato, nel terzo trimestre, è stato di 9,82 miliardi di dollari. L’aumento rispetto al 2023 è stato del 15%. Le aspettative, anche in questo caso, sono state superate, seppur di poco (si parlava di 9,77 miliardi). E ancora: l’utile netto è stato di 2,36 miliardi di dollari (+41%) mentre il margine è migliorato attestandosi al 30% rispetto al 22% di un anno fa. Il mercato azionario, di riflesso, si è scatenato. Il titolo giovedì sera, nelle contrattazioni elettroniche dopo la chiusura della Borsa di New York, è salito del 3,88%.

Detto ciò, la tendenza di Netflix è quella di una crescita più lenta. L’aumento di abbonati, infatti, rimane il più basso da sei trimestri a questa parte. Il tasso di crescita degli abbonati su base annua, per dire, è rallentato al 14,4%, rispetto al 16,5% e al 16% dei due trimestri precedenti. Guai, però, panicare spiegano gli analisti. Semplicemente, il mercato ritiene che, con oltre 282 milioni di abbonati in tutto il mondo, Netflix sia vicina al suo tetto massimo, almeno nel suo mercato interno, gli Stati Uniti. Il numero di abbonati nella regione del Nordamerica, che comprende gli Stati Uniti e il Canada, è rimasto stabile nell’ultimo trimestre, a 84,8 milioni di account. Le fughe, insomma, sono relativamente poche.

D’ora in poi, dunque, la priorità di Netflix e del mercato sarà quella di mantenere gli abbonati e aumentare i ricavi. Ecco perché il gigante dello streaming smetterà di rivelare i numeri degli abbonati nei suoi risultati trimestrali a partire dal 2025. In primo luogo, perché prevede una stagnazione o una crescita lenta. In secondo luogo, perché preferisce dimostrare al mercato che è in grado di monetizzare i suoi abbonati meglio dei suoi concorrenti. Netflix, al contrario, pubblicherà i dati relativi al «coinvolgimento» del pubblico, ovvero il tempo trascorso a guardare i contenuti. Si tratta di un dato vantaggioso per Netflix, dal momento che la piattaforma è il servizio video più consumato al mondo ogni mese, dietro solo a YouTube ma ben al di sopra di tutti i suoi concorrenti.

A proposito di concorrenza, le cifre sono pessime. Disney+, la principale rivale di Netflix, ha visto il suo portafoglio crescere dell’1% appena tra il primo e il secondo trimestre di quest’anno. Alla fine di giugno, il servizio contava 118,2 milioni di abbonati in tutto il mondo, poco più del 40% della base di abbonati di Netflix. Ancora più indietro Max, il servizio di streaming della Warner Bros. Discovery, che alla fine di giugno aveva 103,3 milioni di abbonati ma che, al contempo, ha registrato un leggero calo nel secondo trimestre. Per quanto riguarda gli altri operatori del settore, in particolare Paramount+ e Peacock negli Stati Uniti, sono ancora lontani dall’avvicinarsi al traguardo simbolico e psicologico dei 100 milioni di utenti. Solo Amazon Prime Video, con oltre 200 milioni di abbonati in tutto il mondo, potrebbe diventare una vera minaccia per Netflix. Ma lo streaming non è certo l’ambizione principale della casa madre, Amazon. In realtà, Prime Video è un plus per gli abbonati all’offerta Prime e-commerce. E in termini di catalogo non è certo superiore a Netflix, Disney+, Max, Paramount+ e simili.

Dicevamo dei ricavi: Netflix sta vincendo (ma sarebbe meglio dire ha vinto) la sua guerra proprio su questo fronte. Vanta già un notevole margine operativo e, soprattutto, intende farlo crescere ogni anno. A titolo di confronto, i suoi concorrenti sono ancora in perdita o a malapena in attivo. Di più, il colosso californiano ha saputo introdurre e far accettare la pubblicità con una formula «ibrida» di abbonamento. Ed è proprio dalla pubblicità che dovrebbero arrivare ulteriori contributi. Sebbene il numero di abbonati al pacchetto ad-supported, lanciato nel 2022, sia balzato del 35% in un solo trimestre, secondo le stime le entrate provenienti dagli inserzionisti rappresentano al momento solo il 6% circa delle vendite generate dagli abbonamenti. Detto in altri termini: c’è margine per crescere. Ancora e ancora.

Infine, Netflix sta vincendo (anzi, ha vinto) perché ha saputo diversificare la propria offerta. Sia sviluppando una propria gamma di giochi online, alcuni dei quali ricavati dall’universo delle serie che propone, sia puntando sullo sport, con un numero sempre maggiore di eventi live. Il 15 novembre, ad esempio, la piattaforma trasmetterà in diretta un incontro di boxe tra le star Mike Tyson e Jake Paul. L’azienda ha in programma anche due partite di football americano il giorno di Natale. Naturalmente, questi eventi in diretta saranno intervallati da pubblicità. Un modo per recuperare i costi e, parallelamente, abituare ancora di più gli abbonati ad accettare gli spot, proprio come avviene per la televisione tradizionale.

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