Resident Evil, l'horror dei videogiochi torna in TV
Con una franchise che comprende ben sette film su grande schermo, una serie animata, fumetti e romanzi, Resident Evil ha superato da tempo i confini dei videogiochi.
È stato amore a prima vista quando il primo Resident Evil uscì nel 1996 sulla prima PlayStation. Centinaia di migliaia di giocatori di tutto il mondo scoprirono i sordidi complotti della Umbrella Corporation e il triste destino di Raccon City, una cittadina degli Stati Uniti sconvolta dai mostri creati dalla perfida corporazione.
Da allora, Resident Evil è diventato un fenomeno culturale: oltre ai videogiochi - siamo quasi quota 30 titoli, considerando spin-off e remake - Resident Evil è stato uno dei primi videogame ad approdare su grande schermo con un film di successo e con una protagonista del calibro di Milla Jovovich. Sebbene la critica non ci sia mai andata leggera con i film di Resident Evil, il pubblico ha generalmente risposto con entusiasmo tale da far arrivare al cinema altri sei film. A oggi, Resident Evil viene considerato come il franchise horror di maggior successo al mondo, se guardiamo gli incassi.
L'ultimo nato nella famiglia di Resident Evil è la serie TV omonima arrivata da pochissimi giorni su Netflix: la situazione qua si è ribaltata, perché la critica l'ha accolta abbastanza bene, mentre il pubblico (specie gli appassionati dei videogame) si è scatenato con commenti assai negativi e review bombing. Vediamo che cosa è andato storto.
Otto episodi
Gli otto episodi della Season 1 di Resident Evil sono costruiti alternando due storyline ambientate in momenti diversi. Il primo arco narrativo si svolge nel 2022 in Sud Africa, più precisamente a New Racoon City: una cittadina creata apparentemente dalla Umbrella Corporation per accogliere i suo scienziati e le loro famiglie in un contesto protetto e lontano da occhi indiscreti. Qua incontriamo Albert Wesker, luminare della Umbrella Corp, e le sue due figlie Ella e Adeline, che scoprono a loro spese quanto gli esperimenti della corporazione non siano salutari per il genere umano. L'altra storyline è ambientata nel 2036, tra Inghilterra e Francia, in un mondo in cui l'umanità è stata decimata da una pandemia misteriosa e i pochi sopravvissuti devono combattere costantemente contro gli "zero", gli zombie creati dagli esperimenti storti della Umbrella Corporation. Le due metà di Resident Evil condividono alcuni personaggi, ed è particolarmente sfizioso capire un po' per volta come siano collegate tra loro, e quanto gli avvenimenti del 2022 influiscano su quelli del 2036.
Resident Evil è una serie zombie tra il discreto e il mediocre: secondo chi vi scrive, funziona meglio la parte nel mondo post-apocalittico del 2036, e un po' meno quella da "teen drama" del 2022, ma tutto sommato è una serie più che vedibile. Alcune sequenze sono riuscite assai bene, altre sembrano prese di peso da un B-movie degli anni '90 con animazioni computerizzate dimenticabili e poco moderne. Una menzione d'onore la merita Lance Reddick, che interpreta Albert Wesker: non possiamo dirvi esattamente perché per evitare odiosi spoiler, ma in questa serie dà il meglio di se, e noi lo adoravamo già dai tempi di Fringe, per i più recenti ruoli nella serie TV Bosch e di quello di imperturbabile concierge dei tre (presto quattro) film di John Wick.
Il paragone con Walking Dead
Parlando di serie TV a base di zombie, è impossibile non considerare come pietra di paragone l’inossidabile Walking Dead - 11 stagioni più quattro spin-off, un vero record: Resident Evil è un piacevole diversivo che racconta una storia di mangiacervelli senza risultare una brutta copia delle vicende di Rick Grimes e soci. Niente di indimenticabile o che faccia gridare al miracolo, ma nemmeno orribile e mostruoso al punto da rescindere l’abbonamento a Netflix dal disappunto e fiondarsi sui social per manifestare la delusione.
Il suo difetto, probabilmente, è nell'essersi ispirato all’universo di Resident Evil senza rimanere ancorato mani e piedi alla serie dei videogiochi: diversi personaggi arrivano dai videogame - non vi diciamo quali oltre Wesker per evitare pericolosi spoiler - e sparsi negli episodi troviamo diversi cenni al burrascoso passato della Raccoon City originale. D'altra parte, la serie di videogiochi stessa ha cambiato spesso le carte in tavola, passando da ambientazioni open world africane a vicende limitate a una casa nascosta tra le paludi della Louisiana. Personalmente, non abbiamo visto nelle "licenze poetiche" della serie TV gli estremi per una imputazione di alto tradimento del franchise videoludico, ma capiamo che gli appassionati dei videogiochi possano essersi sentiti in qualche modo delusi. C’è anche da dire che, mettendoci nei panni di un ipotetico spettatore che non abbia mai sentito parlare di Resident Evil, riteniamo che possa gustarsi la serie senza avere la sgradevole e continua sensazione di perdersi dei pezzi perché non ha giocato agli omonimi videogame: la serie spiega tutto e eventuali citazioni o rimandi a quello che è successo in passato possono non essere colti da chi non è veterano della (prima) Raccon City, ma non inficiano la visione della serie lasciando punti di domanda irrisoluti.
Volete scoprire il mondo di Resident Evil?
Se non avete mai sentito parlare di questo universo, vi consigliamo di partire dal primo film del 2002, che ha reinterpretato (sempre con molte licenze poetiche) l'immaginario del videogioco. La protagonista è l'affascinante Milla Jovovich e il regista è Paul W. S. Anderson, che di horror e adattamenti di videogame se ne intende: ha firmato il film di Mortal Kombat, l'horror sci-fi Event Horizon e il gradevole Alien Vs Predator.
Se invece volete scoprire il videogioco, troverete facilmente gli ultimi due episodi, Resident Evil 7: Biohazard e il più recente Resident Evil Village, uscito solo l'anno scorso. Entrambi sono disponibili per Xbox e PlayStation, oltre che su PC. Fate presto, perché nel 2023 è previsto l'arrivo del remake di Resident Evil 4, uno degli episodi passati più amati dai fan.