Totò e un bambino di nome Alfonso Tuor

Ricorre il cinquantesimo anniversario della scomparsa di Antonio de Curtis: ecco le tracce della sua presenza in Ticino
Carlo Silini
15.04.2017 06:00

LUGANO - Chissà cosa si inventerebbe oggi, nel cinquantesimo anniversario della sua scomparsa Antonio de Curtis, in arte Totò, che a proposito di trapassati disse di un certo tizio che "era un uomo così antipatico che dopo la sua morte i parenti chiesero il bis". Non è stato il suo caso. Amatissimo dagli innumerevoli fan, a mezzo secolo dalla scomparsa il Principe lascia di sé l'immagine unica, iconica e inimitabile dell'attore capace di farti ridere e piangere con la medesima facilità, come solo i grandi artisti possono fare. Istrionico, lirico e caciarone, Totò non era tutt'uno con la sua Napoli. In cuor suo amava anche un altro golfo, quello di Lugano, dove tra il 1957 e il 1967, anno della sua morte, aveva preso in affitto un'abitazione in Riva Caccia. Abbiamo cercato di risalire lungo le poche tracce della sua presenza in Ticino contattando persone che ne sapessero qualcosa. Avremmo voluto farlo col suo stile inconfondibile, partendo dalla geolocalizzazione di quell'appartamento recitando l'irresistibile "Noio volevam savuar l'indiriss...", ma solo a lui e a Peppino era concesso tanto. Tuttavia, di ricordo in ricordo, qualche piccola scoperta l'abbiamo fatta. A cominciare da quel bambino che, oltre cinquant'anni fa, si affacciava con lui sul balcone di casa e gli faceva compagnia mentre scrutava le acque del Ceresio. Si chiamava (e si chiama) Alfonso Tuor.

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