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Tullio De Piscopo, il mago del ritmo

Lunedì 20 settembre riparte l’attività del Jazz Cat Club di Ascona con il grande batterista italiano che ricorda l’amico Pino Daniele
Tullio De Piscopo è nato a Napoli il 24 febbraio 1946. In carriera ha inciso una trentina di album a suo nome e partecipato alla realizzazione di oltre 200 dischi di altri artisti. © Jazz Cat Club
Red. Online
17.09.2021 14:18

Se nell’area italofona dici batteria e percussioni, dici Tullio De Piscopo. Da oltre mezzo secolo è infatti l’esplosivo ed esuberante artista napoletano l’autentico ed incontrastato emblema del ritmo in virtù di un’abilità straordinaria che, nel corso di una carriera iniziata nei lontani anni Sessanta e lungi dall’essersi conclusa, ha messo al servizio dei più grandi nomi del rock, del pop, del jazz e della musica classica elevandolo, nel contempo, al ruolo di leader anche in questo caso in progetti ad ampissimo raggio che vanno dalla discomusic, alla fusion, dal jazz all’immancabile e amatissima tradizione napoletana. Un artista completo e animato da un’inesauribile vena creativa che il Jazz Cat Club di Ascona ha scelto quale emblema della sua ripartenza; sarà infatti Tullio De Piscopo in trio con il pianista Dado Moroni e il contrabbassista Aldo Zunino ad inaugurare, lunedì 20 settembre al Teatro del Gatto di Ascona, la stagione concertistica 2021/22 con un programma intitolato «Around Pino» e dedicato principalmente alla figura di colui che è stato per decenni un fedele compagno di avventura di De Piscopo: Pino Daniele.

«Quello che c’era tra noi due – spiega l’artista napoletano – era qualcosa che va oltre un rapporto di lavoro: eravamo due fratelli. Ci siamo conosciuti negli anni Settanta e da allora siamo stati inseparabili, facendo delle grandi cose assieme: dischi che sono rimasti nel cuore di tutti (come Vai ‘ mò, Bella’mbriana, Sciò ma anche concerti memorabili come quello del settembre 1981 in piazza Plebiscito a Napoli dove radunammo 200 mila persone. Tutte cose che sono rimaste nella storia e che hanno per certi versi dato una svolta importante, più internazionale alla musica italiana. Ma la cosa più importante era che tra noi c’era una grande sintonia eravamo in perfetta simbiosi: pensa che a volte non facevamo neanche le prove, bastava guardarci in faccia e ognuno di noi sapeva esattamente cosa fare, senza dire una parola».

Tullio De Piscopo assieme all’amico Pino Daniele.
Tullio De Piscopo assieme all’amico Pino Daniele.

Pino Daniele, pur fondamentale, non è stato tuttavia che un tassello della lunga carriera di Tullio De Piscopo che è nato sostanziamente con le bacchette della batteria in mano... «È vero – ride – visto che sia mio papà che mio fratello maggiore, Romeo, erano entrambi batteristi e quindi il ritmo l’ho respirato da sempre. E sin da bambino, guardando soprattutto mio fratello – che era bravissimo ma che morì troppo presto, a 21 anni quando io ero ancora piccolo – coltivai il desiderio di fare il batterista». Desiderio avveratosi ancor prima della maggiore età e che in pochi anni l’ha visto protagonista di una carriera strepitosa, sia come session-man in centinaia di dischi dei più importanti artisti italiani, sia come collaboratore di grandi jazzisti , da Franco Cerri a Bill Conti, da Quincy Jones a Chet Baker, da Wayne Shorter, da Gerry Mulligan ad Astor Piazzolla. «Di tutti quelli con cui ho collaborato – e sono davvero così numerosi che talvolta fatico a rammentarli tutti – Astor Piazzolla è quello che mi è rimasto più nel cuore: con lui ho fatto una decina di dischi ma soprattutto ho collaborato alla realizzazione di quel Libertango con il quale, inserendo delle ritmiche particolari e nuove, abbiamo creato questo nuovo sound, quel “nuevo tango” che sono particolarmente orgoglioso di aver contribuito, nel mio piccolo, a creare». E sempre in tema di musica da ballare, impossibile dimenticare il Tullio De Piscopo «star» della discomusic negli anni Ottanta. «Un’esperienza divertente, ma sempre modellata attorno alla mia concezione della musica e dunque originale. Come Stop Bajon, che fu scritto da Pino Daniele e che è stato il primo vero rap italiano, ma anche Andamento lento e, te la ricordi Wojtila Disco Dance? Un pezzo micidiale registrato senza “click”, il metronomo nelle orecchie, ma con 11 minuti tirati di piede destro in quattro/quarti, una cosa mica facile da fare». E adesso? «Adesso ho deciso di smettere di fare dischi, visto che l’industria discografica è un disastro e che con internet se hai una buona idea te la rubano subito senza darti nulla. Quindi ho deciso di concentrarmi solo su progetti particolari, che restano. Come dei libri didattici – ne ho già scritto uno e ne sto completando un secondo – e, soprattutto un docufilm sulla mia vita e la mia storia, nel quale racconto tante cose, anche divertenti. E poi suonare, suonare dal vivo che resta per tutti noi musicisti la cosa più importante soprattutto dopo un biennio terribile e angosciante come quello che abbiamo vissuto».

Nicolas Gilliet: «Siamo felici di proporre nuovamente un programma "vero"»

Il direttore artistico del Jazz Cat Club Nicolas Gilliet. © CdT/Gabriele Putzu
Il direttore artistico del Jazz Cat Club Nicolas Gilliet. © CdT/Gabriele Putzu

Il concerto di lunedì 20 settembre del trio composto da Tullio De Piscopo, dal pianista Dado Moroni e dal contrabbassista Aldo Zunino (inizio ore 20.30) segna la ripresa ufficiale della programmazione del Jazz Cat Club di Ascona dopo quasi un biennio... ad intermittenza. «In effetti, nonostante le molte difficoltà noi non ci siamo mai fermati», spiega il direttore artistico Nicolas Gilliet: «ogni volta che è stato possibile abbiamo sempre cercato di proporre degli eventi, ancorché piccoli e con una ristretta presenza di pubblico, perché ci è sembrato fondamentale porre l’accento sul ruolo benefico della musica, ma anche per dare un piccolo aiuto ai musicisti messi in serie difficoltà dalla pandemia». «Adesso siamo felici di poter proporre nuovamente un programma “vero” che, dopo le recenti misure adottate dal Consiglio federale (leggi l’obbligatorietà del green pass per l’ingresso), ci permette di non limitare l’affluenza di pubblico in sala. Certo siamo ancora confrontati con un po’ di timore da parte del pubblico nel prenotare i biglietti, ma sono sicuro che la situazione migliorerà» continua Gilliet. «Noi dal canto nostro abbiamo cercato di stimolarlo con una programmazione intensa (sei concerti fino a Natale) ed estremamente variegata: a parte l’evento con Tullio De Piscopo non abbiamo fatto un “copia&incolla” del programma allestito in passato e sospeso, ma abbiamo cercato di proporre volti e progetti nuovi, sfruttando quell’ondata di creatività che il lockdown sembra aver sviluppato». Programma che vedrà sfilare al Teatro del Gatto di Ascona l’Emmet Cohen Trio (lunedì 4 ottobre), il Leroy Jones Quintet (15 ottobre), Adam Ben Ezra (25 ottobre), Shayna Steele & Huntertones (8 novembre) e George Cables (29 novembre). Prenotazioni c/o [email protected] o 078/673.45.05.

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