Locarno76

Un Boccalino d'Oro speciale per Marco Solari

Ieri sera al Rivellino la premiazione della giuria indipendente - Tra i premiati anche il Pardo alla carriera Tsai Ming-liang
Mattia Sacchi
12.08.2023 13:26

È ormai indissolubile il legame tra il Locarno Film Festival e il Boccalino d’Oro, il premio della giuria indipendente fondato dal critico cinematografico Ugo Brusaporco, l’ex direttore artistico del Pardo Marco Müller e il compianto «Re Kapiler» Aldo Belloli. Ma in un certo senso è ancora più stretto il legame con Marco Solari: la prima edizione del Boccalino è infatti datata 2000, in corrispondenza con il primo anno di presidenza di Solari. «C’è stato questo interessante percorso parallelo che ci accomuna – commenta il presidente della giuria Brusaporco –, sebbene all’inizio il Presidente avesse qualche riserva su questo premio, in quanto temeva gli stereotipi negativi del boccalino. Invece poi ha compreso che senza la città e chi la vive non ci può essere il Festival e si è quindi avvicinato a questa manifestazione, che ha proprio lo scopo di tenere saldo il rapporto tra il Pardo e le persone che vivono il territorio».

Proprio per questo, nei suoi ultimi giorni da Presidente del Festival, Solari ha ricevuto dalla giuria il Boccalino d’Oro Special «per un impegno fuori dall’ordinario – come si legge nelle motivazioni - portando il Festival a un livello mondiale e mantenendone il prestigio e l’indipendenza». Non è stato l’unico premiato della 23sima edizione, che è tornata al Rivellino leonardesco dopo alcuni anni in Piazza Sant’Antonio. A essere premiato anche il Pardo alla carriera Tsai Ming-liang «per aver cambiato il mondo del cinema raccontando il vuoto dei sentimenti umani con semplicità e purezza».

Di fronte a un centinaio di appassionati, grandi applausi per Lucy Kerr, premiato come miglior regista, e John Lloyd Cruz per la miglior performance attoriale. Il miglior film, secondo i critici indipendenti, è stato El auge del humano 3 di Eduardo Williams, ma un premio speciale per la pace è stato assegnato alla regista ucraina Mary Vroda per Stepne, un film che «racconta una Memoria che non si carica di odio ma si riempie di pacata consapevolezza».

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