Un film del Pardo racconta il lavoro al Corriere del Ticino
Il Corriere del Ticino non è mai stato così presente al Locarno Film Festival. Non soltanto con i giornalisti che in questi giorni vi stanno raccontando le cronache della kermesse cinematografica locarnese, intervistando gli attori e recensendo i vari film in programma. Ma addirittura con un cortometraggio nel quale si racconta l’intero percorso di una notizia, dalla fase di elaborazione in redazione fino alla stampa dei giornali attraverso i quali i lettori potranno leggerla.
L’autore di questo viaggio tra la sede centrale del Corriere del Ticino e il Centro Stampa Ticino è Ben Donateo, regista ticinese emergente che ha presentato ieri, in occasione dello Special Screening dei Pardi di Domani, il suo lavoro «Lorem Ipsum».
«Durante l’ultima edizione de "L’immagine e la parola", nella quale sono stato selezionato assieme ad altri undici giovani filmmakers – racconta Donateo -, il regista Michelangelo Frammartino (vincitore nel 2021 del Premio Speciale della giuria al Festival di Venezia, ndr) ci ha invitato a riflettere su un’immagine che non sia "soltanto" tale ma che possa ambire allo statuto di "cosa", per poi sviluppare questo concetto in un corto».
Riflessioni che lo hanno portato, appunto, a Muzzano: «Ero interessato a vedere e raccontare l’intera filiera dell’informazione: ogni giorno leggiamo articoli senza percepire il lavoro di tutte le persone, dai redattori ai tecnici, che quotidianamente diventano vettori dei fatti principali che avvengono nel mondo».
«È stato affascinante – prosegue il regista 34.enne - vedere come una notizia viva, a seconda del momento della produzione, di differenti ritmi: in redazione il giornalista è seduto su una scrivania e, al di là del battito delle dita sulla tastiera, il movimento è quello mentale. Per poi diventare fisico e frenetico quando i tecnici lavorano sulle rotative e alla distribuzione dei giornali in tutto il cantone».
Un’opera, peraltro accolta molto positivamente dal pubblico del Palavideo di Muralto, piena di livelli di lettura, a partire dal titolo «Lorem Ipsum», che giornalisti e grafici conoscono bene per essere il testo in latino usato per mostrare i caratteri di una pagina ancora da comporre: «In un certo senso rappresenta il punto di passaggio di qualcosa che all’inizio non ha un reale senso e successivamente, per mano del suo autore, diventa un articolo con un significato ben preciso. Ed è quello che un redattore fa costantemente con la dichiarazione di un politico, un’immagine o un fatto di cronaca dal Ticino o dal mondo, che fino al suo intervento può essere tutto o niente. E per me è stato molto stimolante aver potuto creare, nel mio caso un corto, su un’altra creazione, come quella di una notizia».
Per questa creazione è stato necessario però usare non attori ma giornalisti e tecnici veri. «Quello che capita spesso è che i non professionisti recitino sopra le righe, esagerando i loro atteggiamenti – racconta sorridendo Donateo -. Diciamo che Marcello Pelizzari è molto più bravo come caporedattore che come attore, ma il suo impegno e la sua positività hanno comunque dato un valore aggiunto al mio lavoro. Valentina Coda, una delle protagoniste del corto, era invece molto più naturale. Mi è piaciuto vedere come ha alternato momenti dove "azzannava" la notizia ad altri più riflessivi. In particolare ad un certo punto l’ho vista da sola in silenzio e mi sono reso conto come a volte per un giornalista sia dura elaborare e metabolizzare un fatto di cronaca. In generale tutti sono stati estremamente disponibili e accoglienti con me e i miei collaboratori, ringrazio davvero il Corriere del Ticino e il Centro Stampa Ticino per averci fatto vivere questa bella esperienza».
Il Pardo è una vetrina importante per Ben Donateo, ma che tuttavia rappresenta un punto di partenza e non certo di arrivo: «Questa è la mia seconda partecipazione ed è sempre un’emozione enorme, soprattutto perché posso proporre un tema territoriale a un pubblico internazionale. E spero di riuscire a fare lo stesso nei prossimi mesi grazie a un documentario che sto realizzando in collaborazione con Nicola Bernasconi e la Rough Cat. C’è un bel fermento artistico in Ticino in questi anni, non solo nel cinema: per questo è arrivato il momento per noi giovani di raccogliere la sfida».