Un vivace e intenso «gioco a tre» alle Settimane musicali di Ascona
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La musica da camera è, nel settore cosiddetto classico, quella che più si presta a un’uscita dagli schemi tradizionali, al ribaltamento dei ruoli, a quella sperimentazione che si è soliti associare quasi esclusivamente a generi più «moderni». Ecco perché Francesco Piemontesi, nel processo di rinnovamento messo in moto all’interno delle Settimane musicali di Ascona, ha voluto inserirla nella programmazione riservandogli alcuni spazi particolari. Come il progetto Piemontesi & Friends durante il quale invita solisti di primo piano con i quali si cimenta in una sorta di «gioco» musicale all’interno del quale ciascuno dei partecipanti esce dal ruolo di mero interprete contribuendo in prima persona alla composizione e allo sviluppo del mosaico sonoro proposto al pubblico.
Quest’anno – in versione purtroppo ridotta a causa degli strascichi del biennio pandemico che hanno condizionato buona parte dei festival, «Settimane» comprese – sono solo due i «pards» che il direttore artistico asconese ha coinvolto nel suo progetto, in scena stasera alle 18.00 e alle 20.30 nella chiesa del Collegio Papio: il 45. violoncellista bavarese Daniel Müller-Schott, un assiduo frequentatore della kermesse (vi ha preso parte nel 2013 con l’OSI, nel 2018 con la Tonhalle Orchester e più recentemente proprio nell’ambito di Piemontesi & Friends), nonché dei virtuosi dello strumento più ricercati in virtù – «New York Times» dixit – di «una intensa espressività che abbina tecnica esplosiva che sfodera senza alcun timore reverenziale» e la giovane Francesca Dego, prima violinista italiana dal 1961 a entrare in finale al Premio Paganini di Genova dove si è aggiudicata il premio speciale riservato al più giovane finalista e da quel momento esplosa a livello internazionale per le sonorità che riesce a ricavare dallo strumento (suona un prezioso violino Francesco Ruggeri del 1697 e il Giuseppe Guarneri del Gesù ex-Ricci nel 1734 affidatole dalla «Florian Leonhard Fine Violins» di Londra) e per un invidiabile virtuosismo messo in mostra, ad esempio, nel sua incisione per Deutsche Grammophon dei 24 Capricci.
Nei due concerti previsti quest’oggi i tre si cimenteranno con alcune delle pagine più significative del repertorio di Johannes Brahms: alle 18.00 proporranno la Sonata n. 1 in sol maggiore per violino e pianoforte, costruita interamente su motivi di un Lied per tenore dello stesso Brahms (la Canzone della pioggia) e nella quale si ritrovano alcune caratteristiche fondamentali della sua poetica, in primis quel senso intimo, tenero, sentimentale e dolcemente affettuoso che è l’elemento base e costante di tutta la sua produzione. Seguirà la Sonata per violoncello e pianoforte n.2 op.99, con la sua scrittura violoncellistica impegnativa, esuberante , energica e un finale strutturato come un rondò che richiama alla tradizione popolare est-europea.
Ricco anche il programma dell’esibizione delle 20.30 aperta dallo Scherzo dalla Sonata F.A.E. per violino e pianoforte e che avrà quale momento centrale il vibrante Trio op.8, pagina composta da un Brahms ventenne e da lui poi rivista un sette lustri più tardi per rimediare a quelle che riteneva «ingenuità compositive frutto dell’inesperienza». Ingenuità che tuttavia non avevano impedito all’opera di ottenere un grande successo, rimasto immutato anche dopo la successiva e più matura rivisitazione. Biglietti per entrambi i concerti su www.ticketcorner.ch e alla cassa del Collegio Papio.