Televisione

Una bizzarra gang in fuga da un rettilario

Da alcuni giorni è disponibile su Netflix «Back to the Outback - Ritorno alla natura», divertente film d’animazione con protagonista un piccolo gruppo di letali animali australiani che stanchi di essere osservati come mostri, scappano verso un luogo dove sentirsi finalmente a casa
Max Armani
17.12.2021 13:30

Sono australiani e molto speciali i protagonisti di Back to the Outback - Ritorno alla natura sesto film d’animazione targato Netflix da qualche giorno disponibile sulla piattaforma di streaming. Infatti il gruppetto, che ha poteri micidiali, vive nel rettilario dello zoo di Sidney dove Maddie, velenoso serpente Taipan di un bel blu cobalto, assieme a Frank (ragno dei cunicoli noto come Hadronyche Cerberea), Zoe (lucertola Diavolo spinoso) e lo scorpione del deserto Nigel sono, unitamente all’enorme coccodrillo Jackie, la principale attrazione dello spettacolo da brivido con cui Chazz, il direttore dellozoo vestito da cacciatore, intrattiene grandi e bambini raccontando le sue coraggiose spedizioni nell’entroterra australiano e la pericolosità di quei piccoli mostri della natura che, per l’occasione, esibisce fuori dalle loro teche tra gridolini, strilli di paura e pianti isterici. Il terrore del pubblico è ogni volta un dolce trionfo per Chazz ma un trauma per Maddie, Zoe, Frank, Nigel e Jackie, che più volte al giorno devono sorbirsi il rumore infernale di quegli umani urlanti per i quali sono solo degli orribili freaks. Loro non sono morbidi, dolci, «cososi», belli come Pretty Boy, il piccolo koala, star dello Zoo che vive su un albero con tutti i confort, inquadrato giorno e notte da una webcam che lo ha reso famoso ai quattro angoli del mondo mentre è coccolato da stuoli di manicure, massaggiatori, sponsor e giornalisti, osannato da grandi e piccoli. Ma se il suo musino ispira tenerezza il suo carattere è tutt’altro, come si accorgono subito Maddie e compagni che se lo ritrovano quale involontario compagno di fuga una notte in cui, al colmo della disperazione, evadono dallo zoo e si mettono in cammino verso «casa», ossia le sperdute montagne dell’Outback australiano. Lontano dalle telecamere Pretty Boy è dispettoso, sprezzante, cinico ed egoista eppure anche per lui, una volta dimenticato dal pubblico, la realtà è pericolosa e, non fosse per i suoi «amici», se la passerebbe molto male perché – come racconta il film – se le apparenze ingannano, le difficoltà della vita smascherano spacconi e bugiardi, come imparano a loro spese Pretty Boy e Chazz costretto a rivelare al petulante figlioletto Chazzie il suo imbarazzante passato.

Back to the Outback, debutto alla regia di Clare Knight e Harry Cripps, già nomi di spicco dell’animazione internazionale, è un film on the road, una commedia d’azione e d’incontri per l’eterogeneo e bonaccione gruppo di Maddie e compagni, protagonisti «parlanti» la cui ingenuità si scontra con l’egocentrismo ironico un pò alla Woody Allen di Pretty Boy dando origine a sketch godibili e divertenti. Adulti e bambini si possono riconoscere nelle gesta del piccolo Chazzie, causa inconsapevole delle riluttanti acrobazie di papà Chazz costretto a inseguire i fuggiaschi, a cacciarsi nei guai e a fare l’eroe ad ogni costo.

Il film realizzato in computergrafica, in certi momenti curatissimo, in altri molto meno, prima della doppia scena madre del gran finale, perde un po’ il ritmo, ma agli appassionati di fumetti e di cinema riserva più di una sorpresa, perché nelle pieghe della storia si possono ritrovare molte citazioni del mondo dell’avventura animata e non, come ad esempio le strizzatine d’occhio al mitico Crocodile Dundee e alla serie Madagascar, allo squalo di Alla ricerca di Nemo, e per i più sofisticati, a Taz il diavolo della Tasmania dei Looney Tunes, e tanti altri. Nella versione originale, le voci sono di noti attori australiani tra i quali, Eric Bana (Chazz), Tim Minchin (Pretty Boy) e Isla Fisher (Maddie).