Serie tv

Una fiction di Hamas per rispondere all’israeliana «Fauda»

Una casa di produzione sta girando una serie in trenta puntate a Gaza – L’obiettivo è mettere «nella giusta luce la resistenza palestinese»
Reuven Rivlin, il protagonista di Fauda. © Wikipedia
Ats
17.01.2022 19:17

Una fiction «made in Gaza» per rispondere alla celebre serie televisiva israeliana Fauda («Caos») e ad altri programmi analoghi che «non mettono nella giusta luce la resistenza palestinese». Con questo concetto in mente una casa di produzione televisiva legata a Hamas sta girando adesso a Gaza una serie in 30 puntate che sarà trasmessa dalla emittente islamica al-Aqsa TV a partire da aprile, in occasione del digiuno del Ramadan.

È intitolata Qabdat al-Ahrar («Il pugno degli uomini liberi») e ricorda un drammatico episodio realmente accaduto. Nella serie sono state inoltre utilizzate immagini riprese all’epoca dalla sua ala militare: inclusa la abbagliante distruzione di un veicolo israeliano con un razzo lanciato da un elicottero, pochi istanti prima che l’automezzo cadesse nelle mani dei combattenti di Hamas. All’interno, fu detto all’epoca, vi erano sofisticate apparecchiature elettroniche che avrebbero consentito ad Israele, se fosse riuscita l’installazione in una base di Hamas, di monitorare le conversazioni dei comandanti militari palestinesi.

«Crediamo che l’arte palestinese sia parte della nostra lotta» ha spiegato il capo del Dipartimento tecnico della produzione, Mohammad Thuraya. «I sionisti - ha aggiunto - usano le loro serie per distorcere l’immagine del popolo palestinese». Da qui l’idea di recuperare la drammatica incursione nel novembre 2018 di un commando israeliano a Khan Yunes (a sud di Gaza) in cui rimase ucciso il comandante militare di Hamas della zona, Nur Barake.

In quella circostanza la realtà superò forse perfino la creatività dei rinomati autori di Fauda. Il commando israeliano, che si spostava con due automezzi, era composto da 11 uomini e da 4 donne che si fingevano palestinesi. Con la massima naturalezza si erano anche attardati a far acquisti in un emporio. Poi, ad un posto di blocco di routine, spiegarono di aver visitato un congiunto in ospedale. Ma sul nome di famiglia fecero cilecca, furono smascherati e gli eventi subirono una rapidissima accelerazione. In pochi istanti il commando uccise sul posto sette miliziani. Ma il territorio israeliano era distante, ed i suoi membri rischiavano di cadere prigionieri. Inoltre il comandante - un alto ufficiale, la cui identità resta anche oggi segreta - agonizzava. Fu allora che apparvero in cielo provvidenziali elicotteri militari, mentre Hamas già sparava bordate di razzi verso Israele. Due settimane dopo, grazie ad una minuziosa ricerca sul web, Hamas affermò di aver ricostruito la reale identità dei membri del commando, uomini e donne. Ed il leader locale, Yihia Sinwar, sfoggiò in pubblico una pistola lasciata dal commando.

Rielaborata ed approfondita adesso da Hamas, anche nei suoi aspetti psicologici e biografici, questa storia servirà - nelle intenzioni degli autori - ad esaltare la abnegazione dei suoi miliziani. Pur denunciando la povertà delle apparecchiature cinematografiche, la produzione fa del suo meglio per assicurare un livello professionistico adeguato. Nella Striscia, Hamas ha anche approntato a beneficio della troupe veri posti di blocco. Per gli appassionati, il procedere dei lavori viene inoltre rilanciato sulla pagina Facebook della serie, «PalestinianDrama».

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