Ecco perché Zelda è uno dei giochi più amati della storia dei videogame
Se siete appassionati di videogame, non vi sarà sfuggito che questa settimana è arrivato nei negozi digitali e fisici The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, il più recente capitolo del fortunatissimo franchise made in Nintendo. 140 milioni di copie vendute dal primo episodio, uscito nel lontano 1986, e 20 titoli inclusi spin-off. Il precedente Breath of the Wild, uscito per le console Nintendo Wii U e Switch nel 2017, è piaciuto in maniera praticamente unanime a critica e pubblico, una rarità nel mondo dei videogame dove spesso i «titoloni» come The Last of Us vengono accolti anche da barricate e polemiche di ogni genere.
Qual è il segreto della serie Zelda, che è riuscita a riscuotere l’affetto incondizionato di quattro generazioni di gamer? E come è riuscito un franchise a sopravvivere in modo rigoglioso per oltre 40 anni e cinque successive console Nintendo, dall’8-bit NES alla moderna Switch?
Partiamo dalle basi: Zelda è un gioco fantasy in cui il mondo di Hyrule viene regolarmente messo a rischio devastazione da un cattivo di qualche genere. Altrettanto regolarmente Zelda, la principessa di Hyrule, affida a Link, il protagonista e vostro alter ego nel gioco, la missione di sistemare le cose. Esatto, il protagonista con spada, scudo e vestitino verde è Link, la Zelda del titolo è la principessa che vi chiama in suo soccorso. Per inciso, il nome del protagonista (Link) in inglese significa «Collegamento», proprio perché nelle intenzioni dei designer del gioco è un collegamento tra il giocatore e il videogame.
Nei venti Zelda usciti finora, il mondo di gioco e i protagonisti non sono assolutamente gli stessi: anzi, una delle particolarità del gioco è di rinnovarsi a ogni capitolo. Semplicemente, Hyrule è ciclicamente devastato dai suoi nemici, e ciclicamente esistono una Zelda e un Link che risolvono la situazione, unendo le forze.
L’antagonista preferito e più presente nei giochi della serie Zelda è il super malvagissimo Ganon, che Link riesce a battere solo dopo aver trovato manufatti speciali come la Spada Suprema. Quale che sia il capitolo di Zelda, potrete esser sicuri di trovare una storia affascinante; un nuovo mondo da esplorare in ogni angolo, pieno di segreti e location meravigliose; tantissimi enigmi davvero stuzzicanti, soprattutto nei sotterranei in cui Link dovrà muovere blocchi, attivare meccanismi e leve e sfuggire a letali trappole; e naturalmente, combattimenti furiosi contro gli agenti del male e i mega boss finali, che vanno sconfitti con tanta pazienza e tonnellate di astuzia. Il tutto inquadrato in un gameplay perfetto, senza sbavature, dove i bug e i crash di sistema sono sconosciuti. Come per Super Mario, la cura di Nintendo per i suoi Zelda è maniacale.
Se l’anima di Zelda non cambia da un episodio all’altro, non vuol dire però che sia sempre la stessa minestra, anzi. Al di là dell’evoluzione grafica, che ha visto passare gli Zelda dai giochi bidimensionali con visuale dall’alto degli anni Ottanta alla spettacolare grafica 3D in alta risoluzione degli ultimi due episodi, ogni capitolo ha una meccanica particolare che lo rende unico e distinguibile dall’altro. Per esempio, in A Link Between Worlds Link può «entrare» nelle pareti e muoversi lungo di esse come un affresco. Nel celeberrimo Ocarina of Time, tutto è giocato sullo strumento musicale che Link può suonare per manipolare il tempo passando tra due versioni di sé stesso e del regno di Hyrule tra presente e futuro. Oppure, in Wind Waker, Hyrule è stata sommersa dalle acque e Link dovrà spostarsi a bordo di una nave.
Il capitolo più recente: «Tears of the Kingdom»
Il nuovo episodio non fa eccezione, e sebbene Tears of the Kingdom a una prima occhiata possa sembrare visivamente molto simile al precedente Breath of the Wild (cosa che sarebbe comunque già un gran complimento), sfodera una serie di meccaniche nuove che ricordano Minecraft. Ora Link può costruirsi armi e veicoli combinando praticamente qualsiasi oggetto, e parte del divertimento è escogitare la combinazione migliore per pestare duro i nemici o per viaggiare verticalmente verso le nuvole, le isole volanti e i loro segreti.
Il gioco è ambientato qualche tempo dopo Breath of the Wild: dopo aver sconfitto l’ennesima incarnazione di Ganon, Link e Zelda esplorano una misteriosa rovina dove, per errore, scatenano un antico essere che fa ripiombare di nuovo nel caos Hyrule. Indovinate a chi toccherà risolvere la situazione?
Quali Zelda potete giocare oggi?
A meno di non avere in casa una console «antica» di Nintendo, sulla vostra Switch potete giocare ai due capitoli più recenti (Breath of the Wild e Tears of the Kingdom), che peraltro sono strettamente connessi a livello di location e personaggi. Difatti, vi consigliamo di affrontare il secondo dopo aver completato il primo. Inoltre, troverete il remaster di Skyward Sword, uscito originariamente nel 2010 su console Wii e prequel di tutti gli Zelda, l’origine della storia. Su eShop Nintendo trovate anche Hyrule Warrios, uno spin-off che spinge soprattutto sugli spettacolari combattimenti contro dozzine di nemici, e mettendo in secondo piano puzzle e esplorazione. Probabilmente, non il modo migliore di conoscere la saga, a nostro avviso. Se volete scoprire come erano i giochi di inizio anni Novanta, per Switch è anche disponibile il remake di uno dei primi episodi del franchise, Link’s Awakening. Sebbene la grafica sia stata rivista e «aggiornata», ripropone visuali e meccaniche del gioco originale. Un altro classico, The Minish Cap, potete giocarlo su Switch via emulatore Gameboy Advance, anche se in questo caso grafica e gioco sono esattamente quelli della versione originale del 2004.
Un’altra opzione è acquistare Game & Watch: Zelda. È una piccola console portatile, costa circa 50 franchi e vi permette di giocare a ben tre Zelda: The Legend of Zelda, The Adventure of Link e Link’s Awakening, tutti con la grafica originale che più «retrò» non si può. Chiaramente, parliamo di giochi con una grafica antidiluviana e assai impegnativi, per gli standard odierni.
Non avete una console Switch in casa?
I giochi della serie Zelda sono esclusiva Nintendo, e quindi li troverete solo e sempre sulle console della casa nipponica. Tuttavia, Zelda ha ispirato, negli ultimi quattro decenni, dozzine di giochi che sono usciti anche su altre piattaforme. Ve ne segnaliamo tre, anche se naturalmente sono molto di più e c’è letteralmente l’imbarazzo della scelta.
Il primo è Evoland, che non solo è un «clone», un omaggio alla serie di Zelda, ma anche un piccolo documentario di come sono evoluti i videogiochi di questo tipo. Nelle fasi iniziali dell’avventura, infatti, il protagonista «conquista» degli upgrade, come la spada, la visuale 3D o i colori, che ripercorrono proprio l’evoluzione (da cui il nome) del genere dei giochi di ruolo giapponesi alla Zelda, come potete vedere dal trailer qua sotto. Evoland e il suo seguito sono disponibili su cellulari iPhone e Android, su PC, PlayStation, Xbox e anche su Switch.
Oceanhorn è un altro clone-omaggio agli Zelda, e in particolare a Wind Waker visto che anche qui si va in giro a bordo di una barca. Ci sono tutti gli ingredienti di un gioco di ruolo alla giapponese, anche se la scala del mondo e dei sotterranei è decisamente più ridotta rispetto agli Zelda originali. Lo trovate su PC, Switch, Xbox, PlayStation, computer Mac e iPhone. C’è anche un seguito, se vi piace il primo episodio.
Infine, se siete appassionati di questo genere di videogame vi consigliamo un titolo più recente che è un atto d’amore per Zelda in particolare, ovvero Tunic. Qua il protagonista è una volpe con spada e scudo, che deve affrontare un mondo isometrico pieno di segreti, puzzle e enigmi. Ne abbiamo già parlato a fondo qua, ma da quando lo abbiamo recensito è diventato disponibile oltre che Xbox e PC, anche su PlayStation e Switch.