Il caso

I dipendenti di Ubisoft scendono in sciopero contro il ritorno in ufficio

Oltre 800 lavoratori del publisher di videogame sul piede di guerra, in Francia e in Italia
©Christophe Ena
Paolo Paglianti
18.10.2024 22:00

È già stato definito come uno degli scioperi europei più massici della storia dei videogame: negli ultimi giorni, oltre 800 lavoratori di Ubisoft hanno protestato incrociando le braccia contro la decisione dell’azienda di forzarli a tornare al lavoro in sede e abbandonare progressivamente lo smartworking. Ubisoft ha infatti richiesto ai suoi dipendenti di ricominciare ad andare in ufficio almeno tre giorni a settimana, decisione che ovviamente non incontra i favori dei lavoratori, per usare un eufemismo di quelli esagerati. Molti lavoratori, dai tempi dell’introduzione del lavoro “agile” da casa durante la Pandemia, hanno ridisegnato le loro vite partendo dal presupposto di potersi recare in ufficio anche solo saltuariamente, magari trasferendosi lontano dalle sedi dell’editore.  Come riporta Il Sole 24 Ore, Andrea Rosafalco di Fiom CGIL ha motivato la protesta degli oltre 100 lavoratori e lavoratrici italiani della sede di Milano di Ubisoft senza mezzi termini: “c’è il timore che la decisione dell’azienda produca effetti gravi, in particolare, la concreta impossibilità per molti di proseguire il lavoro in Ubisoft. È impensabile che un giovane che vive in un’altra regione o comunque lontano dal nostro territorio, possa passare tre giorni alla settimana a Milano, stravolgendo la propria esistenza: non è sostenibile economicamente e ingiusto umanamente”. Le agitazioni della sede di Milano si aggiungono a quelle degli uffici di Ubisoft Oltralpe, da Parigi a Montpelier, da Lione a Annecy, con più di 700 dipendenti francesi che hanno sospeso le attività lavorative per tre giorni in segno di protesta.

La sede italiana dell’editore francese sta vivendo un momento di bruschi cambiamenti anche perché il Direttore Creativo Davide Soliani (designer del geniale  Mario + Rabbids) ha lasciato dopo due decenni gli uffici meneghini di Ubisoft per fondare Day  4 Night Studios, insieme a Christian Cantamessa (lead designer di Red Dead Redemption).

Non è un periodo particolarmente facile per Ubisoft: il suo blockbuster estivo, Star Wars: Outlaws, sebbene apprezzato da giocatori e critica (e anche da noi!) non ha venduto quanto sperato –  sembra, “solo” un milione di copie contro i cinque previsti dall’azienda francese. Qualche settimana dopo l’uscita di Outlaws, è poi arrivata la decisione di Ubisoft di rimandare l’uscita dell’altro blockbuster della seconda metà del 2024, Assassin’s Creed: Shadows. Previsto inizialmente per il 15 novembre, il capitolo nipponico-samurai ora uscirà il 14 febbraio del 2025. Durante il periodo del lancio di Outlaws, le azioni di Ubisoft hanno subito un capitombolo, perdendo oltre il 20% e un minimo storico impensabile anche solo un anno fa.

Per correre ai ripari, Ubisoft è anche ritornata su Steam, il più popolare store di videogame per PC, dopo anni di assenza. Dal 2019 praticamente nessun titolo Ubisoft arrivava su Steam, e chi voleva giocare su PC era costretto ad acquistare i giochi Ubi direttamente sullo store dell’editore francese – e in questo modo, Ubisoft “risparmiava” la royalty di circa il 30% su ogni acquisto effettuato su Steam.  Assassin’s Creed: Mirage¸il capitolo dell’epica lotta tra assassini e templari del 2023, è arrivato in questi giorni su Steam, mentre il 21 novembre sbarcherà su questi lidi digitali anche Star Wars: Outlaws. E non è finita, visto che anche  Shadows, il prossimo capitolo di Assassin’s Creed, anche il prossimo capitolo uscirà su Steam, al day one, segno ineluttabile del cambio di rotta di Ubisoft.