I due mondi di The Plucky Squire
Normalmente, cerchiamo di evitare ogni tipo di spoiler ai nostri lettori. Nel caso di The Plucky Squire, non possiamo proprio esimerci da una piccola rivelazione. Il gioco inizia come molti giochi di ruolo alla Zelda (vecchio stile), con un delizioso stile cartoonesco che si addice perfettamente al titolo: il protagonista è il personaggio di un racconto disegnato per bambini, che pagina dopo pagina affronta il cattivo di turno, un mago particolarmente antipatico, e salva la classica principessa. Tuttavia, al termine della sua avventura, scopre l’inimmaginabile: c’è un mondo fuori dal libro delle sue avventure, e quel mondo è la cameretta dell’adolescente che legge le sue avventure.
Il perfido mago scopre che, non potendo battere l’eroe tra le pagine di una storia già scritta, lo può esiliare fuori dal fumetto. Ci ritroveremo quindi a esplorare la scrivania del giovane lettore, saltellando tra pezzi LEGO, tazze, matite. Un altro mago, quello buono, ci spiegherà come rientrare nel libro, ma dovremo fare attenzione: ora la storia non è più quella scritta dall’autore, e può concludersi nei modi più diversi inclusa la sconfitta.
Le prime ore di The Plucky Squire sono semplicemente fantastiche: non solo per la pseudo sorpresa di quello che succede, ma perché scoprirete la genialità dei puzzle e degli enigmi che dovrete affrontare dentro e fuori dal libro. Esistono letteralmente centinaia di titoli simili a Zelda, ma la vena di originalità di The Plucky Squire lo rendono unico e sfizioso. Anche seguire i dialoghi tra i vari personaggi che l’eroe incontrerà è particolarmente divertente, specie quando capiscono di essere personaggi di un fumetto e che il loro mondo è stato disegnato da qualcun altro, con sfumature che – ci piace pensare - sarebbero andate a genio a Pirandello e Brecht.
Il gioco alterna momenti da platform, specie nel mondo «reale» sulla scrivania del lettore, a battaglie con spade e schivate contro gli sgherri del mago e altre creature fastidiose. Ci sono anche diversi sottogiochi che The Plucky Squire sfodera nei momenti clou, come le battaglie contro i boss di fine livello: invece di combattimenti particolarmente ostici, dovrete affrontare delle mini versioni di giochi musicali, dove conterà il ritmo con cui colpite i proiettili che vi vengono lanciati contro, o versioni su tazza scorrevole (quando giocherete, avrà tutto molto più senso) di sparatutto da sala giochi degli anni’90.
A parte qualche puzzle un po’ più astruso, The Plucky Squire non è un gioco mostruosamente impegnativo. È letteralmente alla portata di tutti, anche dei giocatori più giovani e di chi ha scarsa esperienza di platform e giochi di ruolo alla Zelda. A volte, anzi, è un po’ troppo semplice, complici le spiegazioni e i consigli forniti praticamente di continuo. Inoltre, il gioco non è tradotto in italiano (potete scegliere tra inglese, spagnolo, tedesco e francese) e questo rende un po’ più complicato seguire i dialoghi, per quanto spassosi, e alcuni puzzle proprio a base di parole.
D’altra parte, The Plucky Squire è un titolo che ci ha profondamente conquistato, in cui ognuno dei suoi dieci capitoli propone nuove sfide e modi originali di giocare sui due mondi del videogame, quello bidimensionale del fumetto e quello tridimensionale della scrivania del lettore, e di come far interagire questi due universi apparentemente divisi da una barriera insormontabile. Anche verso la fine del gioco, che si raggiunge in circa 10 ore, è riuscito a stupirci e farci pensare «ah, è così che si risolve questa situazione!». Cos’altro chiedere, a un videogame?
The Plucky Squire è disponibile per PlayStation, Xbox, PC e Switch – inoltre, è incluso nel catalogo attuale di PS Plus. Purtroppo, non è tradotto neppure nei testi nella nostra lingua, e questo lo renderà difficile da seguire per chi non ha dimestichezza con l’inglese o una delle altre lingue supportate. Ha un PEGI età consigliata di 7+.