Il nuovo visore VR di Meta (senza esclusive) e i licenziamenti di Epic Games

Tante notizie, ma di sicuro questa è la settimana di EA Sports FC 24, il nuovo gioco di calcio che nasce dal divorzio tra la FIFA (intesa come federazione calcio) ed Electronic Arts, publisher di videogame specializzato nelle simulazioni sportive (comprese golf e cricket). Il gioco è uscito venerdì e sta piacendo a tutti – anche a noi, qua trovate la nostra prova. Naturalmente, come per ogni titolo molto atteso, l’uscita è stata accompagnata da un sacco di polemiche. Ad ogni modo, noi siamo felici: eravamo preoccupati di non avere un bel gioco di calcio per l’autunno 2023, ma possiamo stare tranquilli: FC 24 è FIFA 23 aggiornato ai nuovi campionati, solo senza «FIFA» nel nome.
Non solo FC 24, però. Questa è anche la settimana di pubblicazione di parecchi altri videogame assai attesi. Abbiamo appena finito di installare Phantom Liberty, lo strepitoso DLC di Cyberpunk 2077, che dobbiamo già liberare spazio per l’arrivo di Assassin’s Creed: Mirage, il nuovo capitolo del fortunatissimo franchise di Ubisoft che promette di farci tornare agli esordi della serie, con un gioco meno GDR e meno vasto degli ultimi capitoli, ma con una storia molto più accattivante. Troverete presto entrambe le nostre prove, quindi rimanete sintonizzati.
Questa settimana è uscito anche il nuovo visore per Realtà Virtuale di Oculus, il Meta Quest 3. Come il precedente, non richiede un PC o uno smartphone per funzionare, e permette di giocare la discreta libreria di titoli già disponibili per i suoi due predecessori. Una notizia molto interessante è che sarà compatbile con Xbox Cloud Gaming – in pratica, verso la fine dell’anno i possessori di Quest 3 potranno installare l’App di Microsoft e giocare i loro titoli Xbox in streaming sul visore. Attenzione, questo non vuol dire che diventeranno magicamente tridimensionali: rimarranno identici (e quindi «piatti») ma sarà possibile giocarci anche senza una console Xbox. Allo stesso tempo, Meta (sì ,la stessa azienda di Facebook e di Instagram) ha già chiarito che non ci saranno giochi in esclusiva per Quest 3 – una decisione peculiare, visto che molti possessori di PS 5 VR o dello stesso Quest 2 potrebbero decidere di non acquistare il nuovo modello, non essendoci giochi specifici per la piattaforma più recente. Lo trovate in vendita sullo store di Meta a circa 550 CHF (il Quest 2 intanto è sceso circa di 350 CHF).
Una notizia che fa riflettere è quella relativa all’aggiornamento di Lies of P, il gioco «souls-like» in cui interpretato un Pinocchio Steampunk alle prese con furiosi combattimenti corpo a corpo. Le lamentele dei giocatori hanno spinto lo sviluppatore a rendere più «semplici» alcuni scontri con i boss. Come vi abbiamo raccontato nella nostra prova, i combattimenti sono il cardine di questo gioco: è davvero curioso che le lamentele dei giocatori, a poche settimane dall’uscita, abbiano spinto i developer a «semplificare» il gioco. Non sarebbe stato meglio introdurre un livello di difficoltà, anche se normalmente assente nei «souls-like», come Elden Ring? In questo modo, chi voleva la sfida vera e propria, non potrà più affrontarla.
Se da una parte in questo periodo il mondo dei videogame sta andando come un treno e praticamente esce un mezzo capolavoro ogni settimana, dall’altra arrivano pessime notizie dalla aziende di videogame: Epic Games (quella di Fortnite e dello store di Epic, il concorrente di Steam) ha annunciato licenziamenti per quasi 900 persone, oltre il 16% dell’intero staff. Creative Assembly, a seguito della cancellazione da parte del publisher SEGA del suo sparatuto Hyenas, ha annunciato altri licenziamenti.
Come mai questa crisi generalizzata e tutti questi licenziamenti in una industry come quella dei videogame che è talmente di successo da aver superato come fatturato quella di cinema e musica per diversi anni consecutivi? L'abbiamo chiesto a Marco Minoli, CMO di Slitherine, publisher di videogiochi specializzato in giochi di strategia. «Purtroppo negli ultimi anni la Game Industry si è comportata in modo molto simile a come si comportano molte delle aziende della tecnologia. Durante il periodo pandemico i fatturati e il numero dei giocatori si sono alzati in maniera spropositata e molte aziende hanno investito e speso capitali pensando che questi livelli di fatturato e di numero di giocatori continuasse a salire o si mantenesse almeno su quei livelli, ma questo non è accaduto.
È invece successo che negli ultimi 18 mesi i numeri si sono riassestati a livelli pre-pandemici e i modelli di business che sono stati spinti durante il Covid si sono rivelati molto meno remunerativi del previsto. È quindi ora arrivato il momento della resa dei conti per molte aziende e soprattutto per quegli investitori che su queste aziende avevano scommesso e che ora cominciano a chiedere conto».
E a farne le spese, sono i lavoratori delle aziende che devono tagliare all’improvviso l’organico.