La recensione

Il samurai solo contro tutti di Ghost of Tsushima

In occasione dell’uscita su PC sfoderiamo di nuovo la katana contro l’invasore
Paolo Paglianti
15.06.2024 09:45

La Storia ci racconta che l’invasione del Giappone non è andata per niente bene all’esercito mongolo. Il Kublai Khan ci provò due volte, e in entrambe fu respinto sia dalla tenace difesa dei samurai, sia da tempeste che si abbatterono provvidenzialmente (per i nipponici) sulla flotta d’invasione. Tuttavia, durante il primo tentativo (siamo nell’anno 1274), i Mongoli conquistarono per qualche tempo la piccola isola di Tsushima, che si trova a metà strada tra la Corea e le isole giapponesi. Ghost of Tsushima racconta la sua versione della storia di quell’isola durante il dominio straniero.

Originariamente, Ghost of Tsushima è arrivato nel 2020 per PlayStation 4, e l’anno successivo Sony ha pubblicato un «remaster» per la PS5. A fine maggio, è finalmente uscito anche su PC, con una versione tirata a lucido e che permette di sfruttare a fondo i computer da gamer più potenti. Un’ottima scusa per rispolverare questo classico PlayStation e raccontarvi la nostra esperienza, visto che ora è disponibile sia su console Sony che PC.

Il gioco inizia proprio con l’invasione mongola dell’isola di Tsushima: nei primi dieci minuti, scopriremo come i pochi Samurai che difendevano l’isoletta combatterono coraggiosamente ma invano, soverchiati numericamente dall’esercito mongolo, e furono spazzati via – proprio come racconta la Storia. Nel gioco, impersoneremo Jin Sakai, un samurai che sopravvive alla battaglia e decide di organizzare la «resistenza» contro l’invasore. La strada sarà in salita, e pure ripida: i mongoli hanno conquistato ogni città e paesino dell’isola, e Jin deve trovare degli alleati impensabili per sperare di poter minacciare il controllo dello spietato generale avversario.

Strutturalmente, potremmo definire Ghost of Tsushima come un Assassin’s Creed nipponico perfettamente riuscito (peraltro, da poco Ubisoft ha annunciato Shadows, il nuovo capitolo del franchise ambientato proprio nella terra del Sol Levante). Potrete esplorare l’intera isola di Tsushima, muovendovi in ogni direzione, sia per seguire la trama principale che semplicemente visitando «quel forte là in fondo» e liberarlo dai mongoli, oppure scalare «quel picco impervio» e trovare un tempio nascosto sul cui altare potrete meditare per qualche minuto. Proprio come in Assassin’s Creed, l’esplorazione è molto sfiziosa e porta un sacco di vantaggi – nuove armi o armature, possibilità di indossare più amuleti, e via dicendo. Galoppare tra i campi in fiore, esplorare ogni vetta e ogni costa dell’isola, scoprire le centinaia di storie secondarie ha un fascino tutto suo, in questo gioco. Non c’è la «dispersione» tipica dei giochi «alla Assassin’s Creed» dove bisogna fare mille cose tutte diverse. Ogni attività in Ghost of Tsushima è armonicamente inserita nel setting e nella storia principale.

Nulla naturalmente vi vieta di andare dritti al punto e seguire l’arco narrativo principale: la vostra prima missione è quella di trovare degli alleati che vi supportino nell’assalto al castello del generale mongolo, dove vostro zio è imprigionato.

Naturalmente, combatterete, e anche spesso. Il team di sviluppatori ha realizzato un sistema di scontri veramente soddisfacente, che vi permette di parare, scivolare di lato e colpire con attacchi veloci e pesanti. Non solo: accumulando esperienza, potrete sbloccare nuovi affondi sempre più letali o parate ancora più efficaci. Jin può combattere con quattro «stili», e passare da uno all’altro fluidamente anche durante lo stesso scontro. Ogni stile è pensato per un tipo di avversario specifico – armato di scudo o lancia, per esempio. Decidere in che tecniche investire i «punti esperienza» plasmerà il vostro stile di combattimento, e riuscire a parare un attacco, respingere l’avversario e poi colpirlo con un fendente micidiale vi farà «sentire» un samurai (digitale), una sensazione molto appagante. Jin potrà anche mettere da parte l’onore e lo stilo tipico dei samurai e attaccare  dall’ombra, facendo fuori i nemici di sorpresa. A parte pochi eventi specifici, in cui la narrazione imporrà al giocatore di muoversi di nascosto e uccidere le guardie senza far scattare gli allarmi, sarete generalmente liberi di scegliere come procedere, se silenziosi come un assassino o affrontando i nemici a fronte alta e di petto. Rispetto al recente Rise of the Ronin, che punta molto sugli articolatissimi e impegnativi combattimenti, Ghost of Tsushima propone scontri più immediati e un’esplorazione più soddisfacente, oltre che un impatto visivo, su PC e su PS5, semplicemente impareggiabile.

Ghost of Tsushima trasuda stile da ogni angolo. Il team di sviluppatori è riuscito a creare un gioco molto simile ai capitoli migliori di Assassin’s Creed infondendo però un carattere tutto suo. Per esempio, se selezionerete un obiettivo sulla mappa, non vedrete una «croce» sullo schermo che indica dove è il punto. Facendo scivolare il dito sul joypad, il vento si alzerà improvvisamente in direzione della vostra meta. Oppure, potrete decidere di giocare con l’audio in giapponese e persino in bianco e nero, in omaggio ai film di Kurosawa a cui il gioco si ispira apertamente.

Il gioco è disponibile per PS4, PS5 e da pochissimo anche su PC. È completamente tradotto nella nostra lingua (e anche assai bene), e ha un PEGI età consigliata 18+.

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