Videogiochi

L’indagine ai confini della follia di Alan Wake 2

Non abbiamo ancora deciso se è più «strano» o «spaventoso», ma di sicuro è un gran videogioco
Paolo Paglianti
01.11.2023 13:26

Capitasse a noi di finire in una cittadina come Bright Falls, ce la daremmo a gambe così velocemente che persino i fisici avrebbero la prova che si può superare la velocità della luce. Al contrario, i protagonisti di Alan Wake 2 sembrano adorare gli abitanti fuori di testa, gli scorci inquietanti e gli eventi sovrannaturali che caratterizzano ogni angolo e ogni giornata di questa cittadina fittizia dello Stato di Washington. 

Saga Anderson, per esempio, si trova perfettamente a suo agio: agente dell'FBI e abilissima profiler di serial killer, si dirige a Bright Falls per risolvere una serie di uccisioni particolarmente brutali. Proprio il giorno del suo arrivo, lo sceriffo del luogo scopre un altro cadavere. Questa volta, però, c'è una novità: un paio di turisti hanno interrotto il rituale degli assassini. Saga ha finalmente degli indizi per iniziare la sua caccia agli assassini.

 

Alan Wake 2 è l'attesissimo seguito del primo episodio uscito oltre 13 anni fa, ai tempi della Xbox 360 e della PS2. Gli sviluppatori del gioco, i finlandesi di Remedy, hanno creato un complesso universo narrativo in cui hanno ambientato non solo i due Alan Wake, ma anche gli altri loro principali titoli, come il meno riuscito Quantum Break e l’invece eccellente Control. I veterani dei loro giochi potranno riconoscere i personaggi ricorrenti dei giochi Remedy, come l’enigmatico inserviente Ahti, e gli sfuggenti riferimenti al Bureau of Control. È quasi un gioco nel gioco scovare tutte le citazioni di questo tipo.

Se non avete giocato al primo Alan Wake, vi basterà sapere che nel primo episodio controllavamo l’omonimo protagonista, lo scrittore Alan Wake. Alan si rifugiava a Bright Falls con la moglie nel tentativo di ritrovare la vena creativa per il suo nuovo romanzo, e invece finiva ingarbugliato in un turbine metafisico e sovrannaturale. Se vi stuzzica l’idea di giocare il primo episodio di Alan Wake, troverete sugli store digitali il discreto remake, che al momento in cui vi scriviamo costa meno di 10 CHF.

Ad ogni modo, anche se non avete mai toccato un titolo Remedy fino a oggi, potrete affrontare le folli avventure di Alan Wake 2 senza grossi ostacoli: il videogioco fa del suo meglio per spiegarvi cosa è successo a Bright Falls e nello specifico allo sfortunato scrittore, e comunque potete consolarvi con il fatto che la narrazione è volutamente oscura e incompleta. Anche chi ha completato Alan Wake non comprenderà il quadro generale, specie nei primi capitoli del nuovo gioco.

C’è anche un cambio di registro e di genere. Al contrario del primo Alan Wake, il secondo episodio è un survival horror a tutti gli effetti, più vicino a titoli come Resident Evil. Anzi, in Alan Wake 2 si spara assai meno che nel franchise horror di Capcom. Dovrete difendervi dagli esseri oscuri del gioco, e per farlo imbraccerete fucili e pistole in sequenze da cardiopalma, ma passerete la maggior parte del tempo a esplorare le ambientazioni oscure e da incubo, il più delle volte all'imbrunire o di notte, sempre con i nervi tesi per gli inevitabili «jump scare» che vi faranno saltare sulla sedia quando un tizio armato di ascia spunta da dietro una porta.

Volendo fare un paragone con il piccolo schermo, Alan Wake 2 sta ai videogame come Twin Peaks e la prima stagione di True Detective stanno alla TV.

Al livello massimo di difficoltà è un gioco molto, molto impegnativo, mentre nella più praticabile modalità «storia» i combattimenti diventano molto più abbordabili, anche se mai scontati. Troverete poi tonnellate di «extra», come lucchetti con combinazioni da scovare, filastrocche da decodificare, enigmi da risolvere. Questi piccoli puzzle ci sono piaciuti molto, e sarebbe un peccato saltarli per la fretta di seguire la trama principale.

Poi c'è la «stanza mentale» di Saga, un ambiente virtuale che l’agente si è costruita nella sua testa. Un ambiente sicuro, in cui la profiler appende le foto degli indizi al muro e costruisce una ragnatela di connessioni. Non è un vero e proprio enigma da risolvere: Saga fa quasi tutto da sola, basta mettere le foto nel posto corretto, ma è un ottimo modo per permettere alla protagonista e quindi al giocatore di raccogliere le idee. Un espediente narrativo assai utile, considerando che la storia di Alan Wake 2 è molto ingarbugliata, e si sente davvero il bisogno di alcuni momenti di pausa per comprendere meglio che sta succedendo.

Ci permettiamo un piccolo spoiler perché lo riteniamo sia scontato che necessario: dopo due o tre ore di gioco nei panni di Saga, rispunterà anche Alan Wake, lo scrittore dato per disperso alla conclusione del primo episodio. Mentre Saga esplora le follie di Bright Falls, Alan Wake è intrappolato in un inferno mentale che ha le forme di una New York metafisica. Le due avventure corrono parallele, finché - non sarà certo una sorpresa - incrociano le loro strade verso la conclusione di questa avventura unica nel suo genere. In entrambi i percorsi narrativi, Alan Wake 2 riesce a simulare non soltanto gli spaventi per i mostri che spuntano dal buio o il raccapriccio per delle scene gore e splatter – questo tutto sommato ce lo aspettavamo e lo consideriamo il minimo sindacale in un survival horror - ma soprattutto il senso di oppressione, di disorientamento, di frustrazione tipico degli incubi più riusciti: una prelibatezza rara in un videogame, e imperdibile per chi ama le emozioni intense degli horror d’autore. Chi invece non apprezza gli stati d’ansia video ludica, farà bene a starne lontano, o quantomeno a non giocarci al buio.

Alan Wake 2 è disponibile per Xbox Series X|S, PlayStation 5 e PC. Purtroppo, sono tradotti nella nostra lingua solo i sottotitoli, cosa che ridurrà il livello di immersività per chi non comprende inglese, francese o tedesco e dovrà leggere i testi, che a volte sono pure fuori sincrono. Il PEGI, età consigliata, è ovviamente 18+ - non è gioco che vorrete far provare ai piccoli di casa.