La recensione

Modern Warfare III, meglio gli zombie dei terroristi

Il nuovo capitolo di Call of Duty è pensato soprattutto per i gamer che giocheranno online
Paolo Paglianti
23.11.2023 17:30

Il franchise di Call of Duty compie vent’anni – il primo capitolo risale infatti al 2003. La sua lunga carriera rispecchia assai bene l’evoluzione dei videogame: non solo dal punto di vista visivo, considerando che gli ultimi episodi sono a un passo dal 3D foto realistico, ma soprattutto uno spaccato che espone le differenze tra come si giocava a inizio millennio e ora, due decenni più tardi.

I primi Call of Duty, ambientati nella Seconda Guerra Mondiale, erano soprattutto delle esperienze solitarie ludico-cinematografiche. I loro livelli ricordavano i film sul secondo conflitto mondiale, da Salvate il Soldato Ryan ai classici degli anni ’60 e ’70. Poi si è passati alle sporche guerre moderne, arrivando dal Vietnam a duellare in assenza di gravità nello spazio del futuro prossimo, arrivando a coinvolgere attori molto conosciuti di Hollywood nel gioco, come Kevin Spacey. Man mano che i capitoli si succedevano con una puntualità impareggiabile a ogni autunno, diventava sempre più importante la componente multiplayer. D’altra parte, è logico: se l’esperienza single player durava massimo dodici-quindici ore, combattere nelle arene multiplayer poteva coinvolgere i giocatori anche per 12 mesi l’anno.

Con il capitolo del 2022, Call of Duty – Modern Warfare II ha venduto copie per un miliardo di dollari nella prima settimana di lancio, diventando uno dei successi dell’industria dei videogame dell’anno e soprattutto uno dei punti di riferimento degli e-sports su console e PC. Come vi abbiamo raccontato, anche la componente single player del capitolo 2022 era brillante e divertente. Purtroppo, quest’anno le cose sono andate diversamente.

Partiamo proprio dalle missioni single player: Modern Warfare III parte grossomodo dalla conclusione del capitolo precedente e vi rimette nei panni degli agenti della Task Force 141, specializzata nel far fuori i terroristi in ogni angolo del globo. La trama è molto confusa, fatta di tradimenti e complotti dove abbiamo la netta sensazione che nemmeno i protagonisti ci capiscano granché, ma questo per Call of Duty non è mai stato un problema insormontabile. Parlando di gameplay e mappe di gioco, invece, Modern Warfare III si dimostra ben lontano dai fasti dell’anno scorso: pochi livelli, si finisce in 4-5 ore, e in generale una volta conclusa la campagna single player, rimane l’amaro in bocca. Un’esperienza mediocre, magari con spunti interessanti ma che trasmette l’idea che sia stato fatto tutto di corsa. Alcune mappe propongono dei livelli «aperti» dove il giocatore può andare un po’ dove gli pare e elaborare in teoria una strategia diversa – intrufolarsi di nascosto facendo fuori le guardie con armi silenziate o sbarcando tipo Schwarzenegger in Commando. Anche queste mappe, però, sono abbastanza deludenti e il giocatore non prova tutta questa spinta a sperimentare nuove tattiche.

Discorso diverso per il multiplayer: sebbene le novità siano pochine, tornano le mappe più celebri del franchise, che i veterani riconosceranno immediatamente. Per loro, un tuffo nella memoria e la riscoperta di campi di battaglia online che hanno reso celebre i Call of Duty online più amati; per chi inizia a calcare le arene online con questo capitolo, un gioco multiplayer solido e collaudato, che corregge i suoi errori (reintroducendo «mosse» amatissime dal pubblico, come lo «slide cancel») e spinge forte su quello che funziona. Si va dalle immense mappe fino a 64 giocatori, modalità più veloci e dirette come Tagliagole, che mette tre squadre da tre giocatori una contro l’altra, senza possibilità di rientrare in gioco in caso di prematura dipartita. Se non lo avete mai provato, il multiplayer di Call of Duty è un po’ come una partita online di softair.

Poi c’è la nuova reinterpretazione di Zombie, la modalità che accompagna da anni il franchise con una variante a base di mangia cervelli. In Modern Warfare III si articola su una mega mappa cittadina che è stata invasa dai non-morti. Dovrete esplorare insieme ad altri due compagni di viaggio, aiutandovi l’un l’altro e eseguendo una serie di missioni – attivare macchinari, scortare dei droni su ruote, trovare dei pacconi pieni di risorse – e poi sopravvivere fino al punto di estrazione. Funziona davvero bene, ed è particolarmente divertente se giocate con due amici «veri», con cui chiacchierare via collegamento voce in serate di massacri di zombie.

A dicembre poi arriverà il nuovo aggiornamento di Warzone, la modalità «alla Fortnite» che può essere giocata senza spendere un franco – ma chi partirà da Modern Warfare III avrà dei vantaggi in termini di oggetti, armi ed esperienza, in modo simile al classico pass «stagionale».

Tutto questo dimostra come Call of Duty oggi sia un gioco diverso dal 2023: si spara sempre contro cattivoni, che siano nazisti o terroristi, e si gioca soprattutto online, ma è un gioco «Game as service», che compriamo al momento dell’uscita come un gioco premium (circa 70 CHF) e poi giochiamo – nelle intenzioni di Activision – per i prossimi mesi, spinti da nuovi update, nuove modalità di gioco, nuove mappe. E naturalmente, nel caso, acquistando pass stagionali o update per non rimanere indietro. Di sicuro, non possiamo consigliarvi Modern Warfare III per l’azzoppata modalità single player, che quest’anno consideriamo un riempitivo tra il mediocre e il deludente. Multiplayer e mappa Zombie, invece, sono coinvolgenti come sempre, forse anche un po’ meglio dell’anno scorso.

Call of Duty – Modern Warfare III è disponibile per PC, PlayStation 4 e 5, Xbox One e Series X|S. Naturalmente, ha un PEGI età consigliata 18+ ed tradotto nella nostra lingua.

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