Com'è stato il 2023 dei videogiochi?
Non ci sono sorprese: come negli ultimi anni, il mercato dei videogame si conferma come la «industry» con il fatturato maggiore, battendo box office e musica. Oltre 180 miliardi di dollari, come rileva il sito gameindustry.biz, specializzato in analisi del lato trade dei videogame, contro i 33 miliardi incassati al botteghino dal cinema e i circa 9 miliardi della musica – di cui, peraltro, gran parte provenienti dalle piattaforme streaming.
Se leggiamo con attenzione i dati di Gameindustry.biz, notiamo che il mercato mobile fa la parte de leone, con 90 miliardi di dollari incassati da titoli come Honor of Kings, Candy Crush Saga, PUBG Mobile sui cellulari. Tuttavia, console e PC si difendono bene, rispettivamente con 53 milardi e 38 miliardi.
Non è una sorpresa scoprire che la stragrande maggioranza di videogiochi arriva sulle piattaforme di gioco via download, e non più in formato fisico. La percentuale tra giochi scaricati e acquistati nei negozi nel 2023 è salita a 95 a 5. Per esempio, uno dei giochi di maggior successo dell’anno, Baldur’s Gate 3, nonché Game of the Year ai recenti The Game Awards, esiste solo in formato digitale – lo sviluppatore Larian ha solo di recente annunciato la versione «fisica», che comunque nel formato PC conterrà verosimilmente un codice Steam da scaricare. In generale, su PC la percentuale digitale/fisico sale a 99:1, mentre su console scende a 83/17.
Quali sono i videogiochi che hanno venduto più copie? Purtroppo, come al solito è difficile avere dati aggiornati e precisi, proprio perché la maggior parte delle vendite riguarda le versioni digitali e i dati non vengono divulgati né dai publisher né dalle piattaforme di vendita. Qualche indicazione però possiamo ottenerla per esempio dalla classifica dei giochi che hanno incassato più soldi su Steam, lo store di videogame digitali più importante su PC. Qua trovate la classifica, che raggruppa i titoli in «platino» (i 12 più venduti), «oro», «argento» e così via. Non sappiamo quale dei 12 giochi «platino» abbia generato i maggiori introiti, ma – se escludiamo i titoli freemium come Apex Legends, DOTA 2 e Counterstrike, troviamo titoli di cui abbiamo parlato spesso in queste pagine, come il già citato Baldur’s Gate 3, ma anche Hogwarts Legends (ignorato dai TGA, forse per le polemiche legate alle dichiarazioni dell’autrice Rowling in tema LGBTIQA+), la «killer app» di Microsoft Starfield, il redivivo Cyberpunk 2077, grazie all’uscita del nuovo DLC e soprattutto della titanica patch che ha corretto i problemi visti al lancio, e Call of Duty Modern Warfare 3, che nonostante una campagna singleplayer a dir poco sottotono, continua a trionfare con le sue giocatissime arene online. C’è anche quel Sons of the Forest che, come vi avevamo anticipato lo scorso febbraio, ha conosciuto un successo incredibile soprattutto grazie alla piattaforma di streaming video Twitch. Una conferma di questa «top 10» arriva dai dati di vendita dei videogiochi fisici in UK, dove notiamo grossomodo gli stessi titoli PC affiancati dai «must» su console come l’avventuroso The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom, il platform vecchia scuola Super Mario Bros Wonder su Switch, il nuovo FIFA EA Sports FC 24, le due hit PS5 Marvel’s Spider-Man 2 e God of War Ragnarok (uscito a fine 2022, ma tornato in auge di recente grazie al DLC gratuito appena pubblicato) e il consigliatissimo Star Wars Jedi: Survivor. Non cambia molto nella top 10 USA (sempre formato «fisico»), si aggiungono Diablo IV, Mortal Kombat e il simulatore sportivo tutto stelle e strisce Madden NFL 24, ovviamente assente tra i migliori titoli europei. Grandi assenti da queste top 10 i titoli Xbox come Starfield e Forza Motorsport, segno evidente che chi gioca su Xbox accede a questi gioconi tramite abbonamento Game Pass che quest’anno ha superato i 25 milioni di abbonati (probabilmente, anche i 30). D’altra parte, perché qualcuno dovrebbe pagare 70 franchi per un videogioco quando per 15 mensili può accedere a un catalogo di oltre 200 titoli e del valore complessivo di quasi 10.000 franchi?
Tutte notizie positive dal magico mondo dei videogame? Purtroppo, no. Negli ultimi 12 mesi sono spariti 9.000 posti di lavoro, dopo altrettanti licenziamenti, come segnala il sito Videogamelayoffs.com, nato appositamente come testimonianza di questo allarmante trend. In parte, le cause sono dovute al ridimensionamento dell’industry dopo le vendite record durante la Pandemia, quando tutti eravamo costretti a stare a casa e conseguentemente videogiochi e serie TV in streaming hanno conosciuto un esplosivo utilizzo. In parte, è dovuto anche alla gestione evidentemente sconsiderata dei budget legati alla produzione dei videogame. Unity ha lasciato a casa oltre 1.000 dipendenti, Embracer altrettanti, Epic e Amazon 830 e oltre 700 rispettivamente.
D’altra parte, escono tantissimi videogame che vendono (in media) pochissimo. Nel 2023 sono usciti oltre 12.000 titoli su Steam, contro i 300 usciti nel 2010 e i 2.500 usciti nel 2015. La media di venduto è di circa 2.000 copie per titolo (dieci anni fa erano dieci volte tanto, oltre 20.000 copie per titolo). Questo vuol dire che per un titolo di successo che supera le 50.000 o 100.000 copie, traguardo minimo per rientrare dei costi di sviluppo e guadagnare qualcosa, ce ne sono 30 o 40 che vendono meno di 100 copie.