La recensione

Star Wars: Outlaws, è uno spasso essere una canaglia

Il simulatore di Han Solo in cui bisogna sparare per primi è un obbligo e un piacere
Paolo Paglianti
08.09.2024 20:02

La (prima) Morte Nera è distrutta in mille pezzi, ma l’Impero mantiene il suo tallone di ferro sui mondi della «Galassia lontana, lontana», mentre la Ribellione fa di tutto per mettere il bastone tra le ruote a Darth Vader e i suoi sgherri. Un mondo di possibilità per chi ha pochi scrupoli, un blaster e una nave veloce – proprio come Kay Vass, la protagonista spregiudicata e pronta a tutto di Star Wars: Outlaws.

Ambientato tra L’Impero Colpisce Ancora e Il Ritorno dello Jedi, il nuovo videogame di Ubisoft ci fa vivere una lunga, vasta e piacevolissima avventura in cui saremo ben lontani da spade laser, Jedi e Sith, dagli eventi epici narrati nei film di Lucas e dalle vicende della famiglia Skywalker. Una storia parallela, che si sviluppa nei bassifondi di cinque pianeti, tra cui l’iconico Tatooine. Avete presente quando Obi Wan nell'Episodio IV dice «non troverai mai un covo di feccia e malvagità peggiore di questo posto»? Ecco, Outlaws racconta proprio di quel mondo: ladri, assassini, «sindacati» del crimine organizzato, gare truccate, corruzione saranno i vostri compagni di viaggio, e nessuno gioca pulito.

Le prime due ore di Outlaws vi racconteranno come mai Key Vass si trova ai comandi della Trailblazer, un’astronave veloce, corazzatissima e un po’ a pezzi che ricorda non a caso il Millennium Falcon di Han Solo. Non vogliamo svelarvi nulla della trama, se non per dirvi che è di sicuro più profonda e interessante di buona parte delle recenti serie TV ispirate a Star Wars. Kay si trova a doversi muovere in un mondo in cui le quattro principali organizzazioni criminali vogliono alternativamente farle la pelle o assoldarla perché è una bravissima ladra, e parte del gioco è trovare un equilibrio tra chi aiutare e chi danneggiare. Se riusciremo a portare la nostra reputazione ai massimi livelli con un sindacato malavitoso, riceveremo omaggi e ossequi, e potremo infiltrarci impunemente nel loro territorio – è un piacere fregar loro da sotto il naso crediti e merce rara. Al contrario, inimicarsi un sindacato vuol dire attirare le loro squadre della morte che ci spareranno a vista – naturalmente, è letteralmente impossibile accontentare tutti, visto che almeno metà delle missioni di Outlaws vi propongono di scegliere quale fazione aiutare e quale fregare.

È anche meraviglioso sfrecciare sul vostro speeder per i deserti di Tatooine oppure le lande ghiacciate di Kijimi o le praterie di Toshara, e assistere a eventi improvvisi come uno shuttle imperiale che spunta dal nulla e attacca dei pirati. Potete decidere di lasciarsi ammazzare tra di loro e finire i superstiti per acchiapparvi i loro tesori, oppure semplicemente tirare dritto.

A tenere tutto insieme, c’è una «arc story» che all’inizio vi spinge a riparare la vostra astronave, e poi verso un’avventura molto poco legale, un colpo epico ai danni di uno dei criminali più pericolosi della galassia. Dovrete visitare per l’appunto i cinque pianeti del gioco, e in questo modo entrerete in contatto con nuove città e nuove situazioni, che porteranno a dozzine se non centinaia di altre avventure «secondarie». Se tirate dritto per la storia principale, Outlaws può essere terminato in una ventina d’ore, ma sarebbe un vero crimine contro il divertimento: metà del bello in Outlaws è perdersi nelle città del gioco, giocare una partita di Sabbacc barando impunemente, sentire le voci del mercato e scoprire che c’è una porta misteriosa e una combinazione da aprire, oppure una pistolera nascosta tra i monti sopra la Desolazione dello Judland che può insegnarvi come sparare meglio.

Potrete esplorare lo spazio a bordo della Starblazer – non immaginatevi i viaggi alla No Man’s Sky o nemmeno alla Starfield, si tratta di muoversi in un’area relativamente piccola appena attorno ai pianeti principali. E non mancheranno i duelli spaziali, facilitati dalla possibilità di «agganciare» il bersaglio per riempirlo di colpi laser.

Come avrete capito, Outlaws è un gioco assai poco monotono. Molte missioni prevedono una fase da giocare «nascosti», nell’ombra. A volte è talmente importante non farsi beccare che non potrete sfoderare il blaster se le guardie vi colgono sul fatto, si va dritti al «game over». In queste fasi stealth, dovrete muovervi di soppiatto – è forse la parte più complicata del gioco, ma vi aiuterà l’inseparabile Nix, una specie di gatto alieno simpaticissimo che può distrarre le guardie o far esplodere barili per creare diversivi. In altri momenti, per esplorare grotte remote o astronavi di un’epoca lontana, dovrete arrampicarvi su pareti rocciose o muri di metalli alla Tomb Raider. In altre occasioni, dovrete estrarre il blaster e far fuori i nemici, scegliendo tra colpi al plasma o stordenti, come in uno sparatutto.

In generale, se in una missione continuano a farvi fuori, c’è sicuramente un altro metodo per andare avanti senza lasciarci le penne: Outlaws non è prodigo di consigli e spiegazioni, dovrete un po’ arrangiarvi da soli per capire qual è la strada migliore. Ma forse, è un gioco che ci ha catturato così tanto proprio per questo: le vere canaglie se la cavano da soli.

Star Wars: Outlaws è disponibile per PC, PS5 e Xbox Series X|S. Ha un PEGI età consigliata 18+ ed è tradotto in italiano solo nei sottotitoli (il doppiaggio è in inglese, tedesco e francese).

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