La recensione

The Day Before, anche i videogiochi ti tirano le fregature

Avevano promesso mari e monti, di fare un gioco migliore di The Last of Us e di farti vivere un’esperienza online rivoluzionaria: il videogame è durato meno di cinque giorni – Un caso da «prendi i soldi e scappa»?
Paolo Paglianti
12.12.2023 10:30

Alla fine, era una sòla. Annunciato nel 2021 come survival horror rivoluzionario, che avrebbe preso il meglio di The Last of Us e di The Division, e dopo uno sviluppo contraddistinto da punti interrogativi, dubbi e trailer al limite della pubblicità ingannevole, il videogioco The Day Before si è rivelato per quello che era: una presa in giro.

Doveva essere un videogame enorme, che permetteva al giocatore di vivere in un mondo persistente invaso dagli zombi, in cui collaborare con gli altri player e offrire esperienze ludiche come nei migliori episodi di Walking Dead. Questa la promessa dello studio russo Fntastic (si chiamano proprio così, la «a» mancante non è un errore) al momento del lancio. Qua sotto, trovate il trailer che Fntastic pubblicò al momento dell’annuncio.

Bello, vero? Un mondo pulsante di vita e non-morti, una città intera da esplorare, ogni negozio e palazzo visitabile; combattimenti pieni d’azione e una grafica da urlo, che non guasta mai, dai riflessi scintillanti. Le promesse di The Day Before erano talmente convincenti che nel 2021 è arrivato a essere il gioco più «wishlistato» di Steam: ovvero, milioni di giocatori avevano cliccato «lo attendo» sulla pagina del gioco per metterlo tra i preferiti, facendogli scalare la classifica dei giochi in uscita, e diventando il più «desiderato» dell’intero store. E parliamo di un negozio online con più di 50.000 titoli, di cui più di 10.000 usciti negli ultimi 12 mesi.

Durante lo sviluppo, i più attenti avevano scorto qualche segnale che le cose non stessero andando proprio perfettamente. Erano emerse accuse di plagio (per esempio, di utilizzare asset di altri videogiochi) per video e materiali marketing. Di far lavorare la gente gratis, con promesse di ritorno economico all’uscita, codici gratis e tante pacche sulle spalle. Di aver magari esagerato un pochino con le promesse.

Fntastic aveva risposto dicendo che loro i soldi li usavano tutti per lo sviluppo del gioco, che non avevano nemmeno un dipartimento marketing, che la filosofia di «lavoro volontario» era alla base della cultura del loro studio. L’uscita del gioco viene rimandata di nove mesi? Secondo Fntastic,tutta colpa dell’operazione fraudolenta di un utente che li ha fregati e ha registrato il nome del gioco, causandogli guai legali. Ce l’hanno tutti con loro, a quanto pare.

Lo studio tiene duro nonostante le ingiuste critiche e le accuse infondate (si, c’è dell’ironia). Stoici e stakanovisti, continuano a lavorare sul capolavoro annunciato che riscriverà le regole dei videogame survival - The Last of Us e Resident Evil, scansatevi proprio. Arrivano a postare, poco prima dell’uscita del gioco, un accorato messaggio ai fan, ai supporter, e  a chi non ci ha creduto: «il gioco lo abbiamo fatto anche per voi».

Arriviamo alla fine della telenevola: il gioco esce settimana scorsa, il 7 dicembre. Inizialmente è un clamoroso successo: scala le classifiche di vendita globali di Steam e arriva al primo posto. Ma è un attimo prima del collasso. I giocatori lo comprano, lo installano e scoprono che sì, è una sola (da leggere con accento romano). Partono le recensioni negative. Sono oltre 20.000, che portano il giudizio complessivo su The Day Before a «Estremamente negativo». Diventa il gioco più brutto dell’anno nel giro di qualche ora, e nel 2023 ricordiamo che sono uscite delle «perle» come Gollum.

Perché le recensioni sono così pessime? Semplicemente, gli sviluppatori di The Day Before hanno raccontato un sacco di frottole. Non è un gioco online in un mondo persistente, non c’è una mappa enorme, non c’è un’intera città da esplorare. C’è una piccola area da esplorare dove il giocatore entra, spara agli zombi e deve uscire (si chiamano «Extraction shooter»). E  poi  è proprio brutto. Secondo alcune voci di corridoio, quasi metà degli utenti che lo hanno comprato su PC (su console non è uscito, ma era nei programmi), ha chiesto il rimborso meno di un’ora dopo l’acquisto.

La caduta di The Day Before nel grafico di Steamdb: da quasi 40.000 giocatori a meno di 700 in cinque giorni.
La caduta di The Day Before nel grafico di Steamdb: da quasi 40.000 giocatori a meno di 700 in cinque giorni.

Per uno sviluppatore «normale», sarebbe una tragedia. Fntastic su Twitter ammette che qualche problema c’è, modifica la pagina Steam del gioco togliendo la «tag» descrittiva MMO (che indicherebbe il gioco multiplayer in un mondo persistente, tipo World of Warcraft). Ma è un po’ come vi promettessero il miglior capolavoro horror dai tempi di Carpenter, andate al cinema e trovare un cinepanettone girato male e in economia. Vi lamentate, e per tutta risposta, scoprite che sul sito del cinema hanno sostituito «horror» con «commedia natalizia». I giocatori, come le celebri formiche di Gino & Michele, si incazzano iniziano a provare un certo disappunto.

Bastano pochi giorni, e si arriva alla notizia di ieri: il gioco non è più acquistabile su Steam, e Fntastic pubblica un laconico messaggio per annunciare che lo studio di sviluppo chiude i battenti. Ci tengono a specificare, loro non hanno preso un centesimo. I server per ora sono ancora attivi, quindi chi ha comprato il gioco e non ha chiesto subito il rimborso può ancora giocarci, se proprio ha voglia.

Il sito di Fntastic è praticamente sparito, resiste solo una pagina con il medesimo messaggio di saluto. Anche i video sul canale ufficiale Youtube sono dissolti nel nulla. Il forte sospetto che serpeggia tra giocatori e analisti di settore è che gli sviluppatori, o quantomeno i dirigenti di Fntastic abbiano organizzato scientemente una truffa, mostrando un gioco che non è mai esistito, per attirare non tanto i soldi delle prevendite digitali (Steam, dopo la debacle, ha annunciato di voler rifondere i giocatori che ne faranno richiesta), ma degli investitori che hanno creduto nel progetto. Nelle prossime settimane, probabilmente ne capiremo di più. Resta l’amaro in bocca per l’intera vicenda: d’ora in poi, i gamer si fideranno un po’ meno delle promesse degli sviluppatori – e come biasimarli?

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