Adam Yates, un grande nome in maglia gialla sulle strade ticinesi

Il Tour de Suisse arriva in Ticino con un nuovo leader. E non è un nome da poco, anzi. Si tratta infatti di Adam Yates, terzo nel 2023 al Tour de France alle spalle di Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar. Il britannico, leader della UAE, ha conquistato la maglia gialla al termine della quarta tappa tra Rüschlikon e il passo del San Gottardo (171 km), strappandola all’italiano Alberto Bettiol. Il successo di giornata è andato al norvegese Torstein Traeen, in fuga per 156 chilometri. Il corridore del team Bahrain non ha mancato di rendere omaggio al suo ex compagno di squadra Gino Mäder, tragicamente scomparso lo scorso anno. Traeen ha preso il largo dopo 15 chilometri con un gruppo di altri corridori, resistendo fino alla fine e ottenendo la sua migliore vittoria in carriera. Il norvegese ha tagliato il traguardo con 23 secondi di vantaggio su Adam Yates. Alle spalle del britannico, a 26 secondi, è arrivato il duo composto dal suo compagno di squadra Joao Almeida e dal danese Mattias Skjelmose. Il miglior svizzero in classifica, Jan Christen, ha perso 14 posizioni ed è ora 23. a 2’20’’ da Yates.
Domani una tappa tutta ticinese
L’arrivo sul passo del San Gottardo è stato il gustoso aperitivo del piatto forte: la Ambrì - Carì di domani promette spettacolo e darà un volto ancora più chiaro alla classifica. Sarà una tappa dura, durissima, con una salita finale che il comitato d’organizzazione ha voluto comparare alla mitica Alpe d’Huez del Tour de France. «D’ora in poi – ha scherzato David Loosli, direttore sportivo del Tour de Suisse – saranno i francesi a dire che l’Alpe d’Huez assomiglia alla mitica salità di Carì». Un paragone forse un tantino esagerato, che nulla toglie però all’ascesa tra Faido e Carì. Poco meno di 12 chilometri, dai 714 m di Faido ai 1.650 m di Carì: una salita che farà selezione, tanta selezione. Nel 2016 il gruppo era partito da Briga: ad imporsi in solitaria era stato il colombiano Darwin Atapuma, mentre la maglia gialla di leader della classifica generale era finita – per un solo giorno – sulle spalle del francese Pierre Latour.
La giornata di domani si annuncia ancora più complicata, per il gruppo. E lo spettacolo coinvolgerà una grande fetta del Sopraceneri. Saranno 148,6 km da vivere tutti d’un fiato. La tappa scatterà alle 13.05 davanti alla Gottardo Arena e dopo un primo passaggio a Carì – arrivando dalla salita di Osco – i corridori scenderanno in picchiata verso Faido, prima di prendere la direzione della Riviera. Ad Arbedo-Castione, la carovana della corsa a tappe nazionale tornerà verso Biasca e farà una breve visita alla Valle di Blenio. In seguito riprenderà a salire verso l’alta Leventina, con la resa dei conti nella già citata ascesa da Faido a Carì. L’arrivo è previsto verso le 17.00. «Siamo molto felici – ha detto ancora Loosli negli scorsi giorni – di tornare in Ticino con la corsa a tappe nazionale. Le frazioni ticinesi sono estremamente impegnative, forse le più dure di tutta la corsa e lo spettacolo non mancherà».
Uno spettacolo garantito anche dall’enorme impegno – logistico, ma non solo – garantito dal comitato di organizzazione. Che ha tratto i giusti insegnamenti dalla tappa di Carì del 2016: «Questa volta – ha spiegato Gabriele Gendotti, presidente del comitato di organizzazione – abbiamo avuto la consapevolezza della mole di lavoro che ci attendeva. Ma abbiamo trovato la voglia, il piacere e l’entusiasmo di riportare il Tour de Suisse in Ticino».