Nuoto

«Amo il Giappone, mi ha già portato fortuna alle Olimpiadi»

Noè Ponti guarda con fiducia ai Mondiali in programma a Fukuoka dal 23 al 30 luglio – Il gambarognese può puntare alle medaglie nelle tre distanze del delfino: 50, 100 e 200 metri
Noè Ponti partirà domani per il Giappone, che ospiterà i campionati del mondo dal 23 al 30 luglio. ©Reuters/Mattia D’alberto
Raffaele Soldati
07.07.2023 06:00

Mancano poco meno di tre settimane (23-30 luglio) ai campionati del mondo di Fukuoka. Ma Noè Ponti e gli altri nuotatori elvetici partiranno già domani alla volta del Giappone. Il gambarognese ci racconta i suoi obiettivi per questo nuovo grande evento.

Noè è sereno. Sa che ormai non si può nascondere. I suoi risultati internazionali parlano chiaro. Nel delfino - o farfalla - è un drago. Anzi, per la leggerezza con la quale affronta le varie distanze della specialità, potremmo piuttosto definirlo una «libellula». Dall’inglese «dragonfly». È bello giocare con le parole. Ma a Fukuoka Ponti preferisce concentrarsi sui fatti. Senza però caricarsi di eccessiva pressione. D’altra parte il campione della Nuoto Sport Locarno è reduce da una serie di buone - se non ottime - prestazioni in stagione. «L’ultimo test per questi Mondiali giapponesi è stato il Meeting dei Settecolli a Roma - dice la medaglia di bronzo a Tokyo 2021 - . Mi sarebbe piaciuto centrare l’en plein, ma non mi posso lamentare. Dopo i successi ottenuti nei 100 e 200 m delfino, ho colto un terzo poto nei 50 metri, dietro al padrone di casa Thomas Ceccon e a Sebasztian Szabo. Quello che per me contava di più era avvertire buone sensazioni. Da questo punto di vista posso dirmi più che soddisfatto».

Ambizioso e realista

Nel dicembre scorso, dai Mondiali in vasca corta di Melbourne (25 m), il ticinese era tornato con un argento (50 m/ 21’’96) e un bronzo (200 m/1’49’’42). Medaglia di legno nei 100 m (48’’81 in batteria). Cosa si aspetta Noè da questa nuova avventura nel Paese del Sol Levante? «Mi riesce sempre difficile dire in modo preciso quali sono i miei obiettivi. In appuntamenti di questo genere bisogna essere ambiziosi ma anche realisti. Mi presenterò alle prossime gare con l’atteggiamento di chi ovviamente mira in alto, eppure consapevole del fatto che si avanzerà per gradi. Si tratterà insomma di partire bene e di raggiungere senza troppi patemi d’animo le finali. Poi si vedrà».

Il riposo e i fusi orari

Quale impatto hanno le lunghe trasferte su Noè Ponti? «Da questo punto di vista - risponde - ci ho fatto un po’ l’abitudine. È importante partire riposato. Tanto è normale che per un paio di giorni bisogna fare i conti con i fusi orari. Nel dicembre scorso non ho avuto grossi problemi in Australia. A guardar bene, il Giappone un po’ lo conosco e lo amo. Nel 2021, alle Olimpiadi di Tokyo quel Paese mi aveva regalato uno dei più bei momenti della mia carriera. Quel bronzo nei 100 delfino (50’’74) mi ha aperto la strada verso nuovi orizzonti. Da lì in poi ho sempre più creduto nelle mie possibilità. Ci sono stati diversi appuntamenti di rilievo con risultati degni di nota e con qualche gara non sempre perfettamente riuscita. Ma questo parte dei giochi».

Da una parte c’è Ponti, dall’altra gli avversari più profilati. Cosa pensa a questo proposito il gambarognese in vista dei Mondiali di Fukuoka? «È chiaro che ogni singola prestazione, anche se di alto livello, è sempre determinata da quello che fanno i tuoi avversari. Io, in questo senso, devo pensare in primo luogo a me stesso. So quello che posso dare e proverò a fare del mio meglio. Sappiamo che in Giappone non ci sarà l’ungherese Milak, così come lo statunitense Dressel (vittima dei trials, ndr), due fenomeni della specialità. A fare da contraltare ai grandi assenti, ci sono diversi nomi noti e altri pronti a stupire il mondo. Anche nel nuoto, specialmente a livello mondiale, ci sono continue novità: volti meno noti capaci di ottenere risultati straordinari e favoriti sulla carta che possono non essere in giornata. Tutto può succedere. Dall’anno scorso il livello si è alzato moltissimo. Proprio per questo non amo fare previsioni».

Se Noè ha manifestato in tempi recenti una buona forma, si può dire lo stesso del resto del team elvetico che affronterà la trasferta a Fukuoka? «Sicuramente - afferma il ticinese - . Abbiamo un bel gruppo. La Svizzera può presentarsi con diversi atleti competitivi. Penso a Roman Mityukov, che lo scorso anno aveva chiuso tre gare al 4. psoto, ma anche ad Antonio Djakovic (due volte argento agli Europei di Roma) e a Lisa Mamié (campionessa europea nei 200 m rana). E poi c’è Jérémy Desplanches (bronzo nei 200 m quattro stili a Tokyo nel 2021. Siamo in diversi che possono far bene. E ci carichiamo vicendevolmente. Un buon risultato di uno, può stimolare gli altri. Questa è un po’ la nostra forza».

Le finali nel mirino

Quante volte vedremo il ticinese in vasca a Fukuoka? «Sarebbe bello poter disputare 5 finali, nelle classiche prove individuali - 50, 100 e 200 m delfino - ma anche nelle due staffette, la 4 x 200 m stile libero e la 4 x 100 m mista in programma nell’ultimo giorno dei Mondiali», conclude Noè.

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