Il bilancio

«Apo», le leader e le giovani: così il Volley Lugano vola alto

Il terzo posto a fine anno, dietro a Neuchâtel e Sciaffusa, fa felice il direttore sportivo Gianbattista Toma: «Il nostro coach Apostolos Oikonomou lavora alla grande e le ragazze vincono soprattutto grazie allo spirito di gruppo»
© CdT/Gabriele Putzu
Fernando Lavezzo
31.12.2024 06:00

No, il terzo posto a fine anno non è un risultato storico per il Volley Lugano. Nel dicembre del 2022, quando era già allenata dal greco Apostolos Oikonomou, la squadra era addirittura seconda dietro il Neuchâtel. Ma la classifica attuale, con lo stesso NUC e il Kanti Sciaffusa in fuga, soddisfa pienamente le ticinesi, che dopo la pausa natalizia torneranno in campo domenica 5 gennaio a Düdingen. «Il terzo posto è notevole, soprattutto se si considera che in estate la squadra è stata quasi interamente rinnovata e che la sua età media è molto bassa», ci dice il direttore sportivo Gianbattista Toma. «Senza scordare – aggiunge – che nelle ultime partite mancavano due titolari, Leban e Kovacic».

Malgrado le assenze, un mese fa le bianconere sono riuscite ad infliggere allo Sciaffusa la sua unica sconfitta stagionale. Un exploit che il Lugano spera di ripetere il 19 gennaio negli ottavi di Coppa Svizzera, in programma a Cadempino. Il sorteggio non è stato magnanimo, ma Toma crede nel passaggio del turno: «Il Kanti è stato costruito per vincere e da anni investe grandi risorse. Ma nelle ultime stagioni, nelle sfide importanti, lo abbiamo battuto. Penso ad esempio a gara-3 dei quarti di finale dei playoff dello scorso anno. Prepareremo al meglio il match, anche perché alla Coppa Svizzera teniamo molto. Raggiungere la finale nelle ultime due edizioni è stato davvero speciale».

Uno strano calendario

Curiosità: il Volley Lugano ha giocato in trasferta 6 delle prime 8 partite (perdendone 3) e in casa 4 delle ultime 5 (perdendo solo con il NUC). «Il calendario è dettato dalla disponibilità del Palamondo. Abbiamo un ottimo rapporto con il Sayaluca, la squadra di in-line che gioca a Cadempino come noi. Poiché l’inizio del nostro campionato corrispondeva alla fase calda dei loro playoff, gli abbiamo lasciato la precedenza, spostando alcune partite. Loro ricambieranno il favore».

Le sconfitte di inizio campionato, però, non sono dovute ai lunghi viaggi: «Il nostro coach – spiega Toma – allena anche la Grecia e in estate l’ha condotta alla qualificazione ai Mondiali. Di conseguenza, ‘‘Apo’’ è tornato in Ticino solo a inizio settembre e la nostra vera preparazione è cominciata un paio di settimane dopo le altre squadre. Nelle prime due giornate, le ragazze non erano ancora pronte, ma poi hanno preso il ritmo. Anche il NUC ha avuto un avvio lento per lo stesso motivo, visto che la sua allenatrice, Bertolacci, è anche coach della Svizzera».

A detta di Gianbattista Toma, le neocastellane – vincitrici degli ultimi 5 titoli – sono ancora quelle da battere. «Alcuni sostengono che si siano indebolite, ma per me restano le più forti nonostante qualche cambiamento. Possono sempre contare su Tia Scambray, la migliore giocatrice del campionato. L’americana potrebbe essere un primo cambio nella serie A1 italiana. Nei momenti caldi, la palla va a lei».

Tra rinunce e mosse azzeccate

A Lugano una Scambray non c’è: «Più che con le individualità, abbiamo vinto tanto con la forza del gruppo», afferma Toma. «Queste ragazze si sono subito trovate bene insieme, in campo e fuori». Rispetto alla scorsa stagione, il Volley Lugano ha una sola palleggiatrice straniera (Hayward, affiancata dall’elvetica Sacher) ed è meno profondo nel reparto «bande» (con le straniere Leban e Cveticanin ci sono le giovani Sordo e Rè), ma ha più versatilità al centro e all’opposto. «Abbiamo fatto un buon mercato, frutto dell’ottima collaborazione tra me, il presidente Bernasconi e coach Apo. Abbiamo soppesato ogni franco, con rinunce forzate e passi secondo la gamba. La rosa è meno completa di un anno fa e questo comporta dei rischi, perché in caso di infortunio ne risente anche la qualità degli allenamenti. Siamo però riusciti a portare in Ticino due straniere che erano già in Svizzera, Jacque Lynn Armer e Mille Solvik Kjosas. L’americana è un rarissimo esempio di centrale topscorer. È una vera leader, aiuta le giovani. La norvegese, dal canto suo, nasce centrale, ma si è rivelata utile sulla diagonale in assenza di Kovacic». L’opposta croata, aggiunge Toma, «è a sua volta una giocatrice di spogliatoio». Così come la palleggiatrice statunitense Hayward: «Siamo stati bravi a pescarla in un campionato minore come quello svedese. È intelligente, positiva e mette ogni attaccante in condizione di fare punti».

Dall'Academy con furore

Un discorso a parte lo meritano le giovani. A cominciare dalla ticinese Zanetti, prodotto dell’Academy e ora centrale titolare in LNA. «Seline è il nostro orgoglio, un bellissimo esempio per le 450 ragazze del vivaio. Secondo me, è la giovane dell’anno in Svizzera. Ha solo 18 anni e tanti margini di crescita, ma con ‘‘Apo’’ sta progredendo in fretta». E poi c’è la schiacciatrice italiana Alessia Sordo, classe 2004, titolare nelle ultime 4 gare in assenza della slovena Leban. «Sapevamo che Alessia, in attacco, poteva tenere il campo in prima squadra. Fa ancora un po’ fatica in seconda linea, in ricezione, ma nelle ultime settimane ha dimostrato che lavorando sodo insieme al nostro coach può giocare come titolare. Con lei vorremmo ripetere quanto fatto in passato con Nicole Pulcini: dopo tre anni da U23, potrà giocare come svizzera».

La fiducia del coach

In molte risposte, Toma ha sottolineato l’importanza di Apostolos Oikonomou: «Sta svolgendo un grande lavoro con ciò che ha a disposizione. Non mi ha mai chiesto rinforzi. Dopo i recenti infortuni, ha creduto nelle ragazze della panchina. E ha avuto ragione».

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