Arcobello suona la carica: «Mettiamoli sotto pressione»
Rientrato alle 2.30 di notte da Friburgo, ieri il Lugano non ha perso tempo. A mezzogiorno era già sul ghiaccio della Cornèr Arena. Per allenarsi, ricompattarsi e mettersi alle spalle la disastrosa gara-1. «Non c’è nulla da salvare», ha ammesso nel dopo partita Luca Gianinazzi, sottolineando in particolare la lentezza della sua squadra nell’eseguire qualsiasi gesto o movimento, difensivo o offensivo che fosse. Questa sera, davanti al pubblico amico, c’è già un’opportunità di riscatto. «È il bello dei playoff», dice Mark Arcobello. «Ci abbiamo dormito su, abbiamo analizzato i problemi emersi sabato e adesso vogliamo rialzarci, dimostrando di essere una squadra migliore di quella vista alla BCF Arena», sottolinea il veterano statunitense. Uno che di playoff se ne intende. «Quanto abbiamo fatto nella prima sfida non è stato sufficiente, è evidente. Ma ora tocca a noi giocare davanti ai nostri tifosi e sono sicuro che mostreremo un altro volto».
Un avversario in fiducia
Seppure fermo da dodici giorni, il Gottéron ha subito posto l’asticella molto in alto. «Non sono sorpreso del loro livello. Il Friburgo è una buona squadra, c’è un motivo se ha chiuso la stagione regolare al secondo posto con oltre 100 punti», afferma Arcobello. «Sapevamo che sarebbero partiti forte, trascinati dai loro numerosi sostenitori. Ci hanno fatto passare una serata difficile, adesso vogliamo ripagarli con la stessa moneta, facendoci trovare pronti dal primo cambio. Quel che è successo sabato ci servirà da lezione, ma lo sguardo è rivolto al futuro. Si gioca al meglio delle sette partite per una ragione. La serie ha ancora tanto da dire».
Il Lugano è apparso senza argomenti, sia nella gestione del disco, sia in fase difensiva. «Il Friburgo - sottolinea Arcobello - ci ha fatto male soprattutto in transizione. Dovremo lavorare meglio in zona d’attacco, mettendoli sotto pressione con un forecheck aggressivo, senza concedere facili vie d’uscita. Sabato gli abbiamo lasciato troppo spazio per organizzare le loro ripartenze e sfruttare la loro creatività. Sarà fondamentale limitare la loro velocità».
Prime linee a confronto
La squadra di Christian Dubé ha trovato nei suoi due attaccanti più prolifici - gli svedesi Sörensen e Wallmark, autori di due reti a testa - gli uomini in grado di indirizzare il match in un unico senso. Nel contempo, ha saputo annullare la prima linea del Lugano, rendendo innocui Thürkauf, Joly e Carr. Attualmente, i bianconeri non sembrano in grado di schierare una «checker line» che possa prendersi cura del miglior terzetto avversario: «È vero, nel nostro line-up non c’è una linea con questo ruolo specifico», spiega Arcobello. «Ritengo che per fermare i loro uomini migliori serva un lavoro collettivo. Possiamo e dobbiamo giocare molto meglio come squadra. Quando i loro ‘‘top player’’ sono sul ghiaccio, dobbiamo essere ancora più attenti e duri. Allo stesso tempo, però, non dobbiamo preoccuparci troppo degli abbinamenti tra le nostre linee e le loro: ognuno è chiamato a fare la sua parte per mettere gli avversari costantemente sotto pressione».
Mosse a sorpresa
In gara-1, Gianinazzi ha proposto alcune mosse a sorpresa, rilanciando Quenneville al posto di Ruotsalainen e gettando nella mischia i fratelli Montandon, arrivati da Sierre. Arnaud, l’attaccante, è stato addirittura schierato in power-play davanti alla porta. Ma ancora una volta il gioco in superiorità numerica non ha minimamente aiutato il Lugano. Oggi il coach bianconero potrebbe tornare a schierare Niklas Schlegel, l’altro ieri tornato per la prima volta in panchina dopo l’infortunio di fine gennaio. Il suo utilizzo aprirebbe nuovi scenari in un line-up in continuo mutamento: «Non credo che le novità di sabato ci abbiano spiazzato», afferma «Arco». «Io ho ritrovato Quenneville e Fazzini, con i quali ho giocato spesso. Anche Cormier, Marco Müller e Verboon hanno familiarità. Insomma, il line-up non c’entra con la nostra prestazione negativa. Personalmente, ad esempio, so di poter fare di più individualmente. In gara-2 vogliamo portare in pista più energia e dare una svolta emotiva alla serie con una vittoria casalinga».
Vien da chiedersi se la mancanza di energia emersa sabato sia dettata dalla stanchezza: «Una serata negativa non deve farci dubitare di tutto», conclude Mark. «Il tempo dirà come stiamo, ma sono convinto che sapremo rispondere al meglio».