Australian Open, «here we go»
Ebbene, ci siamo, nonostante i tornei di Adelaide e Auckland – entrambi ATP250 – siano ancora da concludere, è già arrivato il tempo per gli Australian Open. Nella notte, infatti, è stato sorteggiato il tabellone principale del primo grande appuntamento dell’anno che - come di consueto e in maniera inevitabile - porta con sé una lunga serie di punti di domanda sulle condizioni in cui vertono i protagonisti del circuito agli albori di questo 2025. Le incognite che aleggiano intorno agli esordi di una nuova stagione conferiscono sempre un fascino incontrovertibile all’Happy Slam, vero e proprio banco di prova per le ambizioni di ogni giocatore.
L’uomo da battere
Seppur non definitive, le sentenze che scaturiranno dallo Slam «Down Under» potranno fungere da buoni indicatori. Sulla carta, è vero, si riparte da zero, tuttavia, quanto accaduto nel corso della precedente stagione ha un peso specifico. Quindi, non si può – o, per meglio dire, non si deve – trascurare il recente dominio nei Major di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, un gradino sopra tutti nei 3 set su 5 e capaci di spartirsi equamente l’ambito bottino l’anno scorso.
Il favorito indiscusso, a Melbourne, non è altri che il numero uno al mondo. La classifica, d’altra parte, non mente e il distacco costruito nel ranking dall’altoatesino è di quelli importanti. Inoltre, Sinner – sotto di due parziali in finale ma poi trionfatore in rimonta su Medvedev – è il campione in carica e su questa superficie – quella che più gli si addice, cioè il cemento – ha dimostrato di essere il più forte anche agli US Open. «Sono molto contento di giocare nuovamente in Australia – ha detto lui – e, dopo il successo di dodici mesi fa, sono tornato con delle sensazioni diverse, ma comunque piacevoli. Affrontare il primo Slam stagionale può comportare un certo carico di tensione, però so quanto ho lavorato in queste settimane, per cui mi ritengo fiducioso».
Il rivale più accreditato
Così come ha fatto Sinner – il quale ha sconfitto Popyrin e domani sfiderà Tsitsipas in un’altra esibizione all’interno della Opening Week – anche Carlos Alcaraz ha deciso di non presenziare ad alcun torneo ufficiale di preparazione, dedicandosi a degli incontri di beneficenza. L’iberico – sconfitto ieri da De Minaur – mira con grande decisione all’appuntamento che scatterà domenica e che potrebbe incastonarlo ancor più nei libri di storia del tennis. Il murciano, infatti, punta al compimento del cosiddetto «Career Grand Slam», ovverosia alla conquista di almeno una prova di tutti e quattro i tornei principali e per sigillare la sua corona di alloro non gli resta che il successo in Australia. Dovesse trionfare il prossimo 26 gennaio, Alcaraz diverrebbe – a soli 21 anni, 8 mesi e 23 giorni – il più giovane di sempre a realizzare questa impresa.
Per riuscire nel suo intento – e battere il record che attualmente in campo maschile è detenuto da Rafael Nadal, grazie alla vittoria degli US Open nel 2010 a poco più di 24 anni – il fenomeno spagnolo dovrà invertire una tendenza sin qui poco rassicurante agli Australian Open. Nelle tre sole circostanze in cui li ha disputati, non è mai andato oltre lo scoglio dei quarti di finale, dove un anno fa venne battuto da Zverev. Nel corso della preparazione per l’imminente torneo, il numero tre delle classifiche ATP ha lavorato sui colpi di inizio gioco: ha parzialmente rivisto la meccanica del servizio e ha peraltro aumentato di 5 grammi il peso al cuore della propria racchetta, per favorire in particolare la fase di risposta.
Da tenere d’occhio
E gli altri? Beh, ai nastri di partenze dietro ai due prodigi del tennis mondiale si presentano Novak Djokovic e Alexander Zverev. Attorno al serbo – che ha partecipato al torneo di Brisbane perdendo ai quarti di finale al cospetto del sorprendente Opelka – c’è grande curiosità per via dell’affascinante collaborazione con l’amico ed ex rivale Andy Murray. In tandem con il suo nuovo coach scozzese, Nole tenterà di centrare uno storico 11. successo a Melbourne, che significherebbe altresì il successo numero 25 a livello Slam.
Tutto l’opposto, insomma, di quanto va cercando Zverev, ancora fermo a quota zero e già troppe volte protagonista in negativo di scivoloni imprevisti. Il tedesco, numero due del mondo, troppe volte in passato ha dimostrato di tremare nei momenti decisivi, non approfittando degli spiragli che si erano aperti dinanzi a sé. In termini di costanza, la passata stagione ha impressionato. L’acuto, però, quello continua a mancare.
Le speranze rossocrociate
Per quanto riguarda la poco nutrita truppa rossocrociata, in ambito maschile saranno purtroppo solamente due i nostri rappresentanti: il veterano vodese Stan Wawrinka e Dominic Stricker, quest’ultimo in tabellone grazie al ranking protetto. Non ci sarà invece Jérôme Kym: il 21.enne si è infatti arreso – per 6-7 (0/6) 6-3 6-2 – al secondo turno delle qualificazioni contro il francese Clément Chidekh, mancando così il suo primo accesso nel main draw di un Grande Slam.
In campo femminile, Belinda Bencic – sconfitta 7-6 (6/3) 4-6 6-4 da Liudmila Samsonova nel torneo di Adelaide – potrebbe essere affiancata da altre elvetiche. Nella notte Rebeka Masarova e Viktorija Golubic - opposte rispettivamente a Daria Snigur e Sachia Vickery - sono scese in campo nel terzo e ultimo ostacolo delle qualificazioni. In mattinata, sarà poi Jil Teichmann a giocarsi un posto contro Sara Bejlek.