«Ambiente ricompattato e ritrovata nuova linfa»

Quaranta minuti per completare quanto di buono costruito nei precedenti ottanta. Avanti 2-0 nei quarti di finale e con il primo «match-ball» a disposizione oggi tra le mura amiche di Nosedo, la SAM si è guadagnata il diritto di giocarsi l’accesso alla semifinale già in gara-3 grazie a due vittorie in trasferta, una più convincente dell’altra. Un crescendo, quello tra gara-1 e gara-2, che ha ben messo in evidenza la differente «forma playoff» tra ticinesi e Nyon.
I vodesi dopo aver lasciato per strada, seppur di misura, il primo match della serie, a parte qualche guizzo, e qualche gentile concessione altrui, mercoledì nel secondo incrocio altro non hanno fatto che inseguire tutto il tempo. Corti, più di talento che di uomini, non sono andati oltre il buon match di Brooks e qualche momento di fuoco di Signoroni, in balia degli eventi anziché padroni degli stessi, come la logica dei playoff vorrebbe dopo aver perso gara-1 in casa. Dall’altra parte, la Spinelli ha vinto su tutti i fronti. Tecnici, tattici, mentali e fisici. Ha spento subito la voglia di rivalsa avversaria, e poi l’ha gestita quando ha provato a rianimarsi, generando fiducia in attacco grazie alla difesa, sempre attenta, mobile e fisica.
La forza del gruppo
Una prestazione «da playoff» a tutto tondo. Iniziata dalla panchina, con Salvatore Cabibbo e la sua idea di difesa a zona che ha frustrato le ambizioni di Nyon: «L’idea può anche essere mia ma è merito dei ragazzi se ha funzionato – ci spiega il coach della SAM – E che fosse una buona decisione di per sé lo attesta proprio il fatto che i giocatori la hanno applicata con impegno, convinti potesse funzionare. Già in gara-1 era andata bene, loro come logico hanno provato degli adattamenti ma ce li aspettavamo e con qualche modifica anche in gara-2 abbiamo avuto ancora successo. Ma il merito è di chi va in campo». Sprizza modestia, il coach italiano, ma anche fierezza per il deciso cambio di rotta dei suoi con l’inizio dei playoff: «Appena finita la regular season ci siamo ritrovati tutti e ci siamo detti chiaramente che bisognava cambiare qualcosa. E ancora una volta i ragazzi lo hanno fatto. Assicuro che non è scontato, l’ambiente non era molto positivo per aver perso il 4. posto per colpe nostre, e invece il gruppo ha dimostrato di potersi ricompattare e trovare nuova linfa. E nelle prime due gare dei quarti si è visto».
Già, come detto sopra, da un lato si è vista una squadra, Nyon, che per due match ha cercato di capire il livello in cui si trovava, dall’altra una, la Spinelli, che ha invece dimostrato di saperlo bene: «Noi siamo abituati a giocare queste partite, loro no. Nella post season la differenza si fa sentire».
L’incognita
Si fa sentire e si concretizza anche, come nel caso della squadra della collina. Diventata finalmente quella che Cabibbo ha cercato, e solo in parte trovato, tutto l’anno: «Detto della mentalità, le prime due sfide le abbiamo giocate davvero bene, di squadra, mettendoci testa, pazienza e maturità. In gara-1 siamo andati più in difficoltà, ma sul -8 nel terzo quarto anziché lasciarci andare – ed è successo spesso quest’anno – abbiamo fatto quadrato, ripreso l’avversario e vinto. Un momento importante. Mercoledì invece abbiamo controllato benissimo, dall’inizio alla fine, giocando di squadra sui due fronti. Non posso che essere contento. Dei ragazzi, ma anche per loro, meritavano due partite così. Adesso però chiudiamola».
Già, perché senza il terzo sigillo ogni bel discorso rimane per il momento sospeso: «In vista dell’eventuale semifinale, avere una settimana di stop è importante. Marko Mladjan? Vediamo, potrebbe giocare, dobbiamo valutare se vale la pena rischiarlo o tenerlo per precauzione a riposo. Il nostro piano partita non cambia: non lasciare contropiedi, chiudere l’area e lavorare con il tagliafuori. In attacco poi abbiamo creato dei giochi appositamente per Nyon, già in gara-2 si sono visti».