Il primo titolo della Federale nel clima ostile di Friburgo

Cinquant’anni fa, il 12 aprile del 1975, la Federale di Raga, Brady, Dell’Acqua e Cedraschi chiudeva il campionato con il suo primo titolo nazionale. Il primo per una squadra di basket maschile ticinese. La vittoria matematica era già arrivata il 22 marzo, con due turni d’anticipo. Ma fu all’ultima giornata, in trasferta a Friburgo, che si ufficializzò il passaggio di consegne tra l’Olympic, campione uscente, e il club luganese. Il tutto, come ricordano le cronache dell’epoca, avvenne però in un clima burrascoso.
Galeotta fu la gomitata
Il 12 aprile 1975 era un sabato. Proprio come oggi. Per leggere di quanto capitò a Friburgo, bisogna dunque sfogliare il giornale di due giorni dopo. «L’operazione del trapasso delle consegne è avvenuta in un clima tutt’altro che festoso e disteso», scrisse il Corriere del Ticino del 14 aprile. «La partita è addirittura degenerata negli ultimi minuti». Ma cosa successe? L’episodio scatenante si verificò a 1’10’’ dalla fine: «Brady catturava un rimbalzo d’attacco benché attorniato da tre avversari. Nel ricadere, l’americano colpiva con una gomitata Werder, ferendolo all’arcata sopraccigliare». Fallo di ritorsione? Incidente di gioco? Inizialmente, gli arbitri optarono per un fallo ai danni di Brady, che venne mandato in lunetta per due tiri liberi. Al tavolo della giuria, però, qualcuno ebbe da ridire: «Il commissario arbitrale Weber impartiva tassativi ordini ai direttori di gioco: Brady doveva essere espulso». E così fu. Continuando a leggere l’articolo firmato «VICE», scopriamo che gli animi si erano già surriscaldati in precedenza: «Soprattutto quando Kund – sempre in una fase di gioco sotto i tabelloni – veniva a contatto con Brady e doveva lasciare il campo contuso, rendendosi addirittura necessario il temporaneo ricovero in ospedale».
Una vecchia abitudine
Insomma, un grande caos, ma anche una cattiva gestione della situazione. Per certi versi, l’analisi del cronista di allora suona tristemente familiare ancora oggi, nel 2025: «Gli arbitri si sono lasciati sfuggire di mano la partita e Weber, dal tavolo, ha creduto di potersi sostituire a loro. Il basket elvetico ha compiuto un salto qualitativo che non ha trovato sempre rispondenza a livello arbitrale. I problemi sono sempre quelli. Non solo irrisolti, ma nemmeno affrontati». Ma almeno, in quell’epoca d’oro, in campo c'erano i Raga e i Brady...
Verso la doppietta
La partita, ininfluente, la vinse l’Olympic: 78-77. Due settimane dopo, il 26 aprile, la Federale si prese la rivincita nella finale di Coppa Svizzera, firmando la prima e unica doppietta della sua storia. Il club conquistò anche i due campionati successivi, ma non più quella Coppa che era già finita in bacheca nel 1958 e nel 1974. Come detto, la Federale del 1975 si assicurò il titolo nazionale con due giornate d’anticipo, il 22 marzo, grazie al successo per 90-77 a Martigny e alla contemporanea sconfitta casalinga del Pregassona con il Friburgo. «Per la prima volta da quando si gioca a basket, un titolo nazionale di pallacanestro maschile prende domicilio in Ticino», riassunse il CdT del 24 marzo 1975. «Lo vince con pieno merito la Federale Lugano, che lo rincorreva da 20 anni. Il che coincide – anno più, anno meno – con il sogno cullato da Sergio Dell’Acqua, che della Federale è senza dubbio l’emblema e il simbolo. La squadra, oggi allenata da Nino Cescutti, raggiunge il traguardo più ambito in virtù della struttura manageriale che è riuscita a darsi negli ultimi due anni. Il massiccio avvento dei giocatori stranieri ha scombussolato una scala gerarchica di valori che da tempo si era andata cristallizzando. La capitale del basket elvetico si situava grossomodo nella Svizzera romanda, con Ginevra e Friburgo in veste di città dominatrici...». Altre parole tristemente attuali, in una stagione 2024-25 dominata da Olympic e Lions. Nella speranza che a Lugano si possa tornare a competere con i migliori. Il «Cedro» è sempre lì, oggi come cinquant’anni fa.