Basket NBA

Il trionfo di Boston fa felice mezza Europa

I Celtics si sono laureati campioni per la 18. volta nella storia battendo i Dallas Mavericks e superando i Los Angeles Lakers, fermi a 17 titoli – La rivalità tra le due squadre è sentita anche da noi: nasce negli anni Ottanta grazie alle prime immagini televisive e ai duelli tra Larry Bird e Magic Johnson
©Michael Dwyer
Stefano Olivari
19.06.2024 06:00

I Boston Celtics sono diventati campioni NBA per la diciottesima volta nella storia, battendo 4-1 i Dallas Mavericks nelle Finals e superando i Los Angeles Lakers fermi a quota 17. Ma la cosa davvero notevole è che il successo di Jaylen Brown e Jayson Tatum ha generato entusiasmo e delusione fra gli appassionati di pallacanestro di mezza Europa. Sì, perché i Celtics, così come i Lakers ed in misura minore i Philadelphia 76.ers, da noi non lasciano indifferenti per precise ragioni generazionali e televisive.

16 anni dopo

L’attualità dice che la squadra allenata da Joe Mazzulla ha vinto gara-5 delle finali NBA 106-88, portando a casa il titolo con 4 vittorie a 1 contro Doncic, Irving e compagni. Una marcia trionfale dopo aver stravinto la stagione regolare e dopo il 4-1 ai Miami Heat, il 4-1 ai Cleveland Cavaliers ed il 4-0 agli Indiana Pacers. Un trionfo arrivato a ben 16 anni dall’ultimo: erano i Celtics di Paul Pierce e Kevin Garnett, in finale contro i Lakers di Kobe Bryant e Pau Gasol. E addirittura a 38 anni dal penultimo, in piena era Larry Bird. La vittoria di un gruppo cresciuto nel tempo: Brown, MVP delle finali, ai Celtics dal 2016, Tatum dal 2017, Pritchard dal 2020, Horford e Hauser dal 2021 (Horford anche tre anni in precedenza), mentre è più recente la storia di White (dal 2022) e ovviamente di Jrue Holiday e del lettone Kristaps Porzingis, arrivati la scorsa estate. Uomo del giorno è anche Joe Mazzulla, allenatore di 36 anni, una stagione e mezzo fa pescato dal mazzo degli assistenti dopo che Udoka era stato cacciato per la relazione con una impiegata del Celtics (cosa vietatissima nella NBA ed in generale nel mondo sportivo-aziendale americano). Dietro a tutti Brad Stevens, grande coach di college a Butler e per 8 anni negli stessi Celtics prima di passare dietro la scrivania: questo titolo è suo, da president of basketball operations, con tutto il rispetto per Mazzulla e per giocatori che lui ha difeso dall’etichetta di magnifici perdenti (etichetta appiccicata a lui per primo, fra l’altro). 

Immagini sgranate

Ma perché i Celtics sono così popolari in Svizzera e nel resto d’Europa? Rimanendo su realtà a noi vicine, si può dire che la RSI sia stata all’inizio degli anni Settanta fra le prime televisioni del mondo a mostrare immagini NBA al di fuori degli Stati Uniti. Immagini sgranate, di partite giocate molti giorni prima e di una NBA nel suo periodo peggiore. All’alba degli anni Ottanta era diventato un indirizzo di culto anche fuori dalla Svizzera quello della Pontel, azienda che esiste ancora oggi (ha sede a Zufikon), specializzata nel produrre on demand, prima ancora che esistesse l’on demand, videocassette (oggi ovviamente DVD) con partite intere delle grandi leghe americane, NBA in testa. 

Le cronache di Peterson

Altra data fondamentale quella del 31 gennaio 1981, quando PIN, Prima Rete Indipendente, una televisione milanese che si vedeva in tutto il Nord Italia ed in Ticino, mandò in onda Celtics-Lakers. Telecronaca di Dan Peterson, allenatore dell’Olimpia Milano, ed emozioni intatte a 43 anni di distanza. Di lì a poco Celtics, Lakers ed i Sixers di Julius Erving-Doctor J sarebbero emigrati su Canale 5, sempre con telecronaca di Peterson, aumentando ancora di più la loro popolarità. Il battesimo NBA per una generazione di appassionati svizzeri e italiani è stato quello ed è quindi logico che Celtics e Lakers siano rimaste le squadre NBA più amate e odiate anche da noi, con il tifo passato di padre in figlio, anche se i figli di oggi possono vedere con un click tutte le partite in tempo reale.

Da Russell a West

In senso storico i Celtics sono spesso stati considerati la squadra dei bianchi ed i Lakers quella degli afro-americani, discorso fondato (basti pensare ad Havlicek e Baylor) anche se la realtà ha più volte dimostrato il contrario. Intanto perché il giocatore simbolo dei Celtics è Bill Russell, protagonista di ben 11 dei titoli NBA dei Celtics, 9 da giocatore e 2 da giocatore-allenatore. Risultati ottenuti in una NBA dalle dimensioni limitate e dall’interesse modesto negli stessi USA. E a dirla tutta il simbolo dei Lakers, e della stessa NBA visto che il logo è la sua immagine stilizzata in azione, è il bianchissimo Jerry West, scomparso qualche giorno fa, giocatore e dirigente eccezionale. 

Rivalità infinita

Questo non toglie che nell’immaginario collettivo, che si nutre di YouTube, la vera rivalità fra Celtics e Lakers sia stata quella degli anni Ottanta, cioè quella che in molti abbiamo visto (sia pure in differita di una settimana) e tutti possiamo rivedere. Dalla parte di Boston e della sua mente, Red Auerbach, Larry Bird, Kevin McHale e Danny Ainge (bianchi), oltre a Robert Parish e Dennis Johnson (afroamericani), da quella di Los Angeles Magic Johnson, Jabbar, Worthy, Byron Scott ed il bianco Kurt Rambis. Rivalità che aveva una connotazione anche filosofica: i tifosi dei Celtics apprezzavano l’etica del lavoro e i giocatori duri, quelli dei Lakers lo Showtime. Semplificazioni tagliate con l’accetta, visto che Bird e compagni erano tecnicamente fantastici mentre Magic e gli altri sapevano essere anche molto duri (diversamente nella NBA dell’epoca non sarebbero sopravvissuti), ma che importano poco ai tifosi locali e ancor meno a quelli europei. I Celtics sono la squadra che gode nel vincere facendo l’antipatica (iconico il sigaro che Auerbach fumava dopo le vittorie), i Lakers quelli che vogliono essere amati. I Celtics sono la concretezza della costa Est, i Lakers sono Hollywood. Potremmo andare avanti all’infinito, come infinita sarà questa rivalità anche in una lega come la NBA dove il ricambioè enorme: gli ultimi 14 titoli sono stati vinti da 10 squadre diverse. Per questo Celtics contro Lakers vale di più, perché esiste in un contesto che fa di tutto perché non esista Celtics contro Lakers.