Martino: «I favoriti sono loro, ma sappiamo di avere le armi per affrontarli»
È solo metà ottobre e per il basket rossocrociato è già tempo di assegnare un trofeo. È la Supercoppa svizzera, quest’anno giunta alla sua decima edizione. La prima in assoluto se la portarono a casa i Lugano Tigers nell’inedita cornice dell’Hallenstadion di Zurigo. L’ultima in ordine di tempo è invece finita nelle mani della SAM Massagno. Quest’ultima oggi nuovamente in campo, alla St. Léonard di Friburgo, da detentrice del titolo, intenzionata a vender cara la pelle contro lo stesso avversario, quasi inutile dirlo, di un anno fa. Ovvero quell’Olympic che guida il palmarès della manifestazione con 4 successi e 6 partecipazioni in 9 appuntamenti. Numeri ancora più importanti in campo femminile, dove le burgunde dell’Elfic, in campo oggi contro Nyon, si sono prese le ultime 6 edizioni, sulle 7 totali vinte in altrettante partecipazioni. Insomma, e non è una novità, per alzare una coppa al cielo, anche quest’anno si dovrà passare da Friburgo.
Leggerezza e faccia tosta
Un anno addietro, la Supercoppa maschile se la prese per l’appunto la Spinelli, il suo secondo trofeo societario della storia, interrompendo così l’egemonia, generale, dei friburghesi. Era una SAM però decisamente attrezzata per quel obiettivo. Vinse prendendosi subito la testa del match e respingendo poi gli abbozzi di rimonta di un Olympic in quel momento però ancora lontano dalla forma migliore – quella che sarebbe poi prepotentemente uscita nel corso della stagione – causa impegni europei. Chiuse, la Spinelli, con un +18 da strabuzzarsi gli occhi, lasciando al 33% al tiro l’avversario e i fratelli Mladjan (più Dunans) a far da mattatori, con Dusan «top scorer» di giornata a quota 18. Lui che oggi non sarà in campo, ancora bloccato dal colpo preso contro Losanna (ne avrà per una decina di giorni ancora, minimo). Un’assenza sicuramente di peso, per una SAM ridimensionata rispetto alla versione della stagione scorsa, e quindi a differenza di quella non chiamata per forza a vincere. Un peso questo da lasciare tutto sulle spalle dell’Olympic, come ci conferma Alex Martino: «I favoriti sono loro, non ci piove. Noi sappiamo di avere le armi per affrontarli ma siamo anche consapevoli della differenza di valori. Dovremo giocare con leggerezza, fare il nostro basket, senza lasciarci influenzare da fattori esterni. Dopodiché, possiamo sicuramente giocarcela».
Arma da sfruttare
La C di capitano in collina rimane salda sulla canotta di Marko Mladjan, ma con le sue 11 stagioni di serie A alle spalle, Martino ha ormai tutti i crismi di un veterano. Malgrado i soli 26 anni. I tempi della gioventù sono ormai storia vecchia: «Sì, ovviamente non mi sento tanto anziano (ride ndr.), ma ormai gli anni passano. E cominciare a vedere stranieri più giovani di me, io che sono spesso stato il più piccolo, fa un certo effetto». Il riferimento nello specifico è rivolto a Elijah Morgan, classe 1995, «iradiddio» contro Losanna, meno a Neuchâtel: «Qual è quello vero? Direi una via di mezzo, più tendente alla versione vista nella prima giornata però. Ha tutto quello che ci serve, abbiamo bisogno della sua capacità di prendersi un tiro da solo, di attaccare l’avversario e creare costantemente pericolo. È giovane. Alti e bassi ci stanno, soprattutto tra il giocare in casa e fuori. Ma pronto è pronto».
Subito pronti
D’altronde, farsi trovare pronti per provare a tenere testa alla corazzata burgunda sarà d’obbligo. Se la vittoria con Losanna ha portato sorrisi e camuffato qualche passaggio a vuoto, il passo falso di Neuchâtel e i suoi 90 punti con il 57% al tiro concessi, non è il miglior avvicinamento alla sfida con l’Olympic: «Quella della Riveraine è stata una serata no – analizza Martino – dove noi ci abbiamo messo del nostro però. In attacco abbiamo girato male, e in difesa eravamo troppo molli, poco sul pezzo. Oggi non potremo assolutamente permettercelo».
Friburgo non è squadra che perdona molto agli avversari. «Decisamente. Dovremo essere pronti da subito, lavorare bene a rimbalzo, loro punto di forza. E togliergli ritmo. In particolar modo, e qui mi ci metto anch’io, agli esterni, come Nottage, anima della squadra. Certo poi profondi come sono alternative non è che gli manchino. Per noi invece non ci sarà Dusan Mladjan, assenza non da poco. Dovremo lavorare tutti per portare quello che solitamente ci dà lui».