Berna, il giorno dopo: «Sabbatini? La nostra offerta è ancora valida»
All'indomani della sconfitta contro il Servette, in finale di Coppa Svizzera, al termine di un'incredibile e apparentemente infinita serie di rigori, i vertici del Football Club Lugano hanno convocato la stampa all'Hotel Dante, nel cuore cittadino, per fare il punto su una stagione tanto esaltante quanto amara, pensando proprio all'epilogo dell'ultimo atto di Coppa. Tanti, tantissimi (inevitabilmente) i temi sul tavolo. Dal caso Sabbatini al futuro di molti altri giocatori, passando per le ambizioni di domani e l'oramai imminente campagna europea.
Sabbatini? Non sarà più giocatore
E si parte proprio dal capitano. Così il direttore sportivo Carlos Da Silva: «Abbiamo scelto oggi di parlarne perché nei nostri piani, già a suo tempo, con l'offerta di rinnovo per altri due anni, c'era l'idea di poi trasferire Jonathan in società. Perché se lo merita e perché ha un gran potenziale come futuro allenatore. Lui, per contro, intende ancora giocare. La nostra offerta in ogni caso è ancora valida, starà a lui capire che cosa vuole fare. Facciamo passare qualche giorno e vediamo. Da parte nostra non vogliamo escludere Sabbatini, anzi: vogliamo coinvolgerlo nei piani futuri del club». Mattia Croci-Torti, dal canto suo, ha sottolineato: «L'idea, sin dal mio arrivo, è sempre stata quella di ringiovanire la rosa. Ho sempre accettato e condiviso la visione del club. Nessuno mi ha puntato una pistola quando ho rinnovato il contratto. Nella gerarchia dei ruoli, da parte mia ho sempre potuto agire liberamente. Non ho mai messo in dubbio il ruolo e l'importanza di Sabbatini. Detto questo, capisco e lo capisco molto bene qual è il desiderio della società. Una filosofia dimostratasi pagante».
La decisione su Sabbatini, prosegue Da Silva, «non è stata fatta a gennaio ma due mesi fa, concretamente». E ancora: «Avremmo potuto parlarne prima, ma bisogna essere in due per farlo. Sicuramente, su questo aspetto avremmo potuto agire meglio e avremmo potuto comunicare, insieme, quanto deciso. Non è andata così, ma non penso che questa storia abbia influito sul risultato della finale. Ci aspettiamo che Jonathan prenda una decisione definitiva velocemente. Le porte sono aperte, ma fino a un punto. Non posso garantire fino a novembre, anche perché stiamo creando un posto in società per lui. Siamo in contatto sia con lui sia con il suo agente».
Georg Heitz, membro del Consiglio di amministrazione bianconero nonché collante con Chicago, il club-madre, ha detto: «Siamo grati per tutto ciò che Sabbatini ha fatto per il nostro club, siamo tutti concordi nel dire che ha avuto una carriera eccezionale. Noi, quando prendiamo decisioni, lo facciamo insieme. Non avvengono decisioni, a Lugano, senza consultare l'allenatore ad esempio. Quanto al timing, non c'è mai un timing ideale. Saremmo andati incontro a critiche in ogni caso. Conta che la decisione finale è stata presa, insieme appunto, in primavera: a Sabbatini, ci siamo detti, non avremmo più offerto un contratto come giocatore. Capisco le critiche, soprattutto perché Jonathan è reduce da un'ottima stagione. A volte, però, per andare avanti sono necessarie anche decisioni dolorose. Rimane un profondo senso di gratitudine per quanto fatto da Sabbatini».
Martin Blaser, amministratore delegato del Lugano, ha spiegato: «Non sono colpito dal moto, carico di emozione, dei tifosi nei confronti di Sabbatini. In questo Paese il diritto di libertà e opinione è garantito. Ognuno può dire la sua. Ovvio che certe proteste ci abbiano dato un po' di pensieri, a maggior ragione se pensiamo che eravamo in una situazione tranquilla. Alla fine, abbiamo deciso di comunicare che avremmo parlato del caso solo a stagione finita. Per focalizzarci sulla Coppa Svizzera. Ma, in fondo, siamo qui anche per questo. Per rispondere di critiche o cose che apparentemente non vanno».
Detto questo, sarebbe cambiato qualcosa se Sabbatini avesse segnato quel rigore? «La scelta di mandarlo come quinto è stata mia, soltanto mia. Perché ho sempre nutrito e nutro tuttora una grandissima stima per Jonathan. Sarebbe stato fantastico, per lui ma direi per tutti, se avesse segnato. Sono e rimango contento di aver scelto lui, perché ho dimostrato che anche in quel momento così delicato mi sono affidato a lui. E lui, calciando, ha dimostrato una volta di più di avere coraggio».
Il resto della conferenza
Altro giro, altro tema: la scelta di Thun quale sede per la prossima campagna europea del Lugano. Perché uno stadio così lontano e con un terreno sintetico? «Molto dipende dalle richieste dell'UEFA. E dalla relativa scarsità di stadi in Svizzera adatti per l'occasione» ha ribadito Blaser. «È possibile affittare una decina di impianti, nel Paese. Il problema è solo uno: l'autorità di polizia che può o non può rilasciare l'autorizzazione a disputare partite europee. San Gallo, l'anno scorso, non ci diede quel permesso. Lo stesso dicasi per Lucerna, visto che pure i lucernesi erano qualificati per le coppe europee. Di qui la scelta di andare a Zurigo, con comunque delle problematiche non indifferenti e il rischio che saltasse tutto all'ultimo. E veniamo a quest'anno. Sapevamo che a Thun c'è un sintetico non più omologato a livello UEFA, ma anche che esiste la possibilità di ottenere una deroga per poi rinnovarlo. Ci siamo offerti di trovare una soluzione per quel sintetico garantendoci una soluzione definitiva per due anni. E garantendoci al contempo l'autorizzazione della polizia. Lucerna non era un'opzione, ad esempio, perché la polizia di Lucerna ha in mano il protocollo di sicurezza al Bürgenstock e perciò difficilmente ci avrebbero dato l'autorizzazione. Basilea? So quanto costa l'affitto del St. Jakob. E avevamo e avremmo avuto problemi anche a Losanna o a Berna. Prima di giudicare, insomma, sarebbe bene provare a capire quante e quali sfide ci sono nel giocare fuori casa una campagna europea».
Tornando alle questioni di campo, quali sono le strategie per il futuro? Il Lugano davvero punterà al titolo il prossimo anno? «Il progresso è stato molto positivo negli ultimi tre anni» ha riconosciuto Da Silva. «Arriveranno delle richieste per alcuni giocatori, è normale, il nostro lavoro è farci trovare pronti, in caso di partenze, a individuare i profili giusti. Sarà un'estate calda. Ma il Lugano non sta ricevendo pressioni in uscita, tutti credono nel nostro lavoro e nel fatto che possiamo ancora migliorare. Faremo due annunci di rientri, questa settimana: un segnale in vista del futuro. Sì, vogliamo ripeterci e se possibile fare ancora meglio».
E i colpi? Ne arriveranno? Per intenderci: un altro campione alla Steffen arriverà o meno per alzare ulteriormente il livello? La chiosa di Heitz: «La cosa più importante è avere continuità, non sarà facile bissare questa stagione fantastica. La concorrenza non dorme. Il Basilea difficilmente sarà più debole. Il Servette lo abbiamo visto. E i granata vogliono attaccare lo Young Boys. Ci sforziamo sempre di rinforzare la squadra e soprattutto nel ritorno la mentalità del gruppo è stata ottima. Devo lodare i ragazzi e devo lodare Mattia, quello che ha fatto con i giocatori è davvero eccezionale».