Calcio

Bisogna cercare in Tunisia la benedizione per l'Europa

Il Lugano soffre, trema, ma grazie a un finale commovente riesce ad addomesticare il Partizan - La rete di Belhadj vale i playoff contro il Besiktas e assicura un girone internazionale in autunno
©KEYSTONE / PETER KLAUNZER
Massimo Solari
15.08.2024 23:57

E ora chiamatela Thunisi. Perché è Belhadj a regalare l’Europa che conta al Lugano. A benedirla, con una rete per certi versi drammatica. Quando sulla Stockhorn Arena si temeva calasse il buio. E invece no. A godere sono stati i bianconeri. Prima disorientati, poi intimoriti dal Partizan Belgrado, capace di portare il ritorno del terzo turno preliminare di Europa League fino ai tempi supplementari. Sembrava un incubo. Al 111’, grazie a un inserimento commovente del tunisino e all’ennesima magia di Renato Steffen, è diventato un sogno. Due a due e, per la seconda stagione consecutiva, un autunno da vivere con le migliori compagini del continente. O in Europa League, qualora Istanbul tornasse a essere terra di conquista. O, con uno scenario comunque entusiasmante, la Conference.

Il capolavoro in dieci uomini

Il Lugano, suggerivamo, si è aggrappato a un finale di partita da libro Cuore. Già, poiché l’apoteosi è nata con soli dieci uomini sul campo, complice il cartellino rosso rimediato da Hajdari poco prima del novantesimo. In precedenza il Partizan aveva trovato il modo di irretire i bianconeri. E, con merito, di spingere la sfida sino a notte fonda. «Siamo entrati in campo male» riconosce al proposito il tecnico Mattia Croci-Torti. Il vantaggio dei serbi, non a caso, è caduto a un amen dalla pausa. Il pareggio testardo e subitaneo di Steffen aveva illuso l’ambiente, caricando la fetta di pubblico bianconera e frustrando la calda curva ospite. Un’altra frittata di Saipi e la determinazione del Partizan hanno tuttavia cambiato di nuovo le coordinate del match. Paura. Tentennamenti. E, appunto, l’inferiorità numerica come ulteriore avversità. Il capolavoro del Lugano, però, è venuto alla luce proprio in queste condizioni disperate. Nell’extra-time, infatti, sono stati i bianconeri a rendersi maggiormente pericolosi. Fino alla benedizione di Belhadj.

«A Istanbul senza paura»

«Siamo stati incredibili» afferma - ancora scosso - il Crus. «Non siamo abituati a esaltarci sotto pressione. Nonostante questo, tuttavia, non abbiamo mai mollato. E alla fine ritengo che la qualificazione sia meritata. I miei ragazzi sono stati fantastici. L’hanno conquistato loro questo traguardo, mostrando un cuore immenso». Il Lugano, ora, affronterà il Besiktas. Un po’ per la gloria. Un po’ credendoci. «Non dobbiamo avere paura e senza pressione cercheremo di fare il colpaccio» promette Croci-Torti. Per poi lasciarsi andare definitivamente: «Sono emozionato, mi viene da piangere. Non era mai successo che il club giocasse in Europa per due anni consecutivi».

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