Akanji: «Ora vogliamo un’altra vittoria»

«La tripletta di Renato? L’unico da cui ho imparato ad aspettarmi un exploit simile, anche perché ormai lo conosco bene, è Erling Haaland (ride, ndr). Per tutti gli altri si tratta di un evento straordinario. E sono felice che Steffen abbia potuto festeggiarne una a Novi Sad». Manuel Akanji riparte da qui. Dalla storica serata vissuta dall’ala bianconera contro la Bielorussia, e un successo che ha lanciato al meglio la campagna di qualificazione della Nazionale rossocrociata verso Euro 2024. «In terra serba abbiamo fatto quello che dovevamo fare» aggiunge il centrale del Manchester City, lasciando tuttavia intendere che questo non è che un primo passo.
Tutto secondo i piani a Novi Sad
Trarre grosse conclusioni dopo la sfida dello stadio Karadjordje, d’altronde, è complicato. Come preventivabile infatti, la Bielorussia si è rivelata nettamente inferiore alla selezione di Murat Yakin. La quale comunque, sia nella forma, sia - in buona parte - nei contenuti, non ha tradito le aspettative. «Ci siamo imposti segnando molte reti, senza concederne nemmeno una ai nostri avversari. E abbiamo incamerato i primi tre punti di questa campagna - riassume il 26.enne zurighese, che poi aggiunge -. Onestamente il contesto non è stato dei più semplici, e forse ci è costato qualche errore grossolano di troppo. Tutto sommato, comunque, credo che sia stata una trasferta molto positiva. Anche se appunto, siamo consci che in alcune fasi di gioco possiamo elevare il livello delle nostre prestazioni». A proposito del soggiorno a Novi Sad, per chiudere il capitolo legato all’esordio, Akanji conferma inoltre che i timori della vigilia riguardo ai possibili problemi di sicurezza si sono infine dimostrati infondati. «È andato tutto secondo i piani, davvero. In hotel abbiamo potuto godere di pace e tranquillità, e anche nel resto del tempo non ci sono state preoccupazioni. Escluso forse un iniziale spostamento in bus non esattamente piacevole, per via di una strada sgradevole (altra risata, ndr)».
La valigia si sta riempiendo
Archiviato il debutto nel gruppo I, ieri i rossocrociati si sono nel frattempo già trasferiti a Ginevra, sede designata per la seconda sfida contro Israele. Nelle valigie imbarcate a Belgrado, in attesa delle certezze, Xhaka e compagni hanno quantomeno infilato qualche prima indicazione positiva. A cominciare dalla risposta fornita dagli undici titolari, schierati per l’occasione in un 4-3-3. «È un modulo che mi piace molto - rileva il centrale elvetico -, ma non saprei dire se è il miglior sistema di gioco per la nostra squadra. E in fondo non spetta a me affermarlo. Del resto in passato abbiamo ottenuto buoni risultati anche con altre formazioni. In Serbia è andata bene così, ma saper essere flessibili e poter scegliere come muoversi di partita in partita rimane comunque importante».
E a proposito di flessibilità, la notevole spinta fornita dai giovani entrati in corso d’opera contro i bielorussi - Okafor, Amdouni e Rieder - ha permesso alla Svizzera di abbellire il risultato. Evidenziando come anche in ottica futura, la Nazionale parrebbe avere valide alternative in molteplici posizioni. «Ai giocatori citati ne andrebbero aggiunti altri in questo momento assenti, come ad esempio Jashari. Ma non è il solo. In generale è bello vederli all’opera, anche in allenamento. Cercano sempre di dimostrare il loro valore, confermando le belle prestazioni che propongono costantemente anche in campionato. La loro presenza è positiva per tutta la squadra. Il loro futuro? Preferisco non sbilanciarmi troppo. Credo che sarà radioso, ma non spetta a me affermare se riusciranno o meno ad approdare in un grande club».
Diffidare delle apparenze
Già. Meglio allora focalizzarsi su un futuro più prossimo, e una sfida contro Israele ormai alle porte. La selezione del Paese asiatico, sulla carta la più accreditata per contendere alla Svizzera la vetta del gruppo I, ha commesso un mezzo passo falso all’esordio pareggiando contro il Kosovo. Vincere domani potrebbe dunque voler dire lanciare un primo, significativo segnale alla concorrenza. «Può essere, ma non guardiamo così in là. Il nostro focus è sull’ottenere un’altra vittoria, davanti al nostro pubblico, così da incamerare altri tre punti preziosi. Sappiamo che non sarà una partita semplice. E il loro pareggio contro il Kosovo non deve trarre in inganno: anche noi a Zurigo, nell’amichevole di un anno fa, abbiamo faticato parecchio contro lo stesso avversario» chiosa Akanji.