Calcio

Alisha, i suoi milioni di seguaci e un enorme cruccio per Pia

Una settimana fa Lehmann ha festeggiato lo scudetto con la Juventus, dopo una pessima stagione sia a livello di club, sia in Nazionale - La sua immensa popolarità online potrebbe però renderla una pedina fondamentale in vista di Euro 2025
Dall’inizio del 2025, Alisha Lehmann ha giocato solo 37 minuti con la maglia della Juventus e zero con quella della nazionale svizzera. © Keystone/Til Buergy
Maddalena Buila
26.04.2025 06:00

Parlino bene, parlino male, basta che parlino. Un detto che pare fatto su misura per Alisha Lehmann. L’attaccante svizzera cerca e attira l’attenzione su di sé in un modo clamoroso. Ogni sua mossa è ben pubblicizzata sui suoi canali social, e genera uno tsunami di reazioni. Alcune buone, altre meno. Ma tutto fa brodo per la sua popolarità in continua espansione. L’ultimo post a non aver fatto l’unanimità tra i suoi seguaci è quello creato dalla Juventus, squadra in cui la 26.enne milita dalla scorsa estate, quando vi ci si è trasferita insieme al centrocampista e compagno Douglas Luiz. Nello specifico, si tratta di un video in cui Alisha festeggia la conquista dello scudetto, con tre giornate di anticipo, insieme alle sue compagne. Lehmann è davanti a tutte e sta danzando, mentre le altre ragazze sono dietro di lei e la imitano. Collane e polsini tricolori, musica e sorrisi. Fin qui tutto bene. Sui social, tuttavia, il reel in questione non è piaciuto a tutti. Diversi i risentiti che non hanno apprezzato il focus sulla bernese. «Perché Alisha è in prima fila? Ha segnato solo due reti in 17 partite, dov’è Girelli? È lei la nostra vera fuoriclasse». E ancora: «Alisha Lehmann vuole sempre essere sotto i riflettori. Senza motivo e inutilmente».

Tra meriti e like

C’è del vero in queste parole. L’ala rossocrociata è arrivata a Torino con una montagna di aspettative. Ebbene, non è riuscita a rispondere presente. Da inizio stagione ha realizzato soltanto due reti e nemmeno un assist. Ma le statistiche peggiori si registrano nel 2025. Da gennaio, Lehmann ha giocato soltanto 37 miseri minuti. Ed è dalla gara di novembre contro il Sassuolo che non scende in campo titolare. Da qui la frustrazione di alcuni utenti nel vederla festeggiare senza un apparente merito. In realtà, lo si sa, negli sport di squadra il raggiungimento di un obiettivo arriva grazie all’impegno di ciascun componente. Però, sì, l’apporto di Alisha è sicuramente stato minimo, soprattutto, lo ribadiamo, rispetto alle aspettative con cui si è presentata all’Allianz Stadium la scorsa estate.

Ma perché, dunque, c’era lei davanti a tutte le ragazze a danzare sulle note di Si antes te hubiera conocido di Karol G? Perché Lehmann è di gran lunga la giocatrice di calcio di maggior popolarità online. Sono 16,5 milioni le persone che la seguono su Instagram. 8 milioni per TikTok. Come termine di paragone, l’icona mondiale rossocrociata Roger Federer ne conta «solo» 12,7 sulla piattaforma di Meta. Numeri incredibili che - anche se la diretta interessata continua a sostenere che l’aspetto influencer conta poco - non lasciano indifferenti. Non possono lasciare indifferenti. La 26.enne è una vera icona di questo sport ed è in grado di fare da trascinatrice.

Il caso sopraccitato è piuttosto emblematico. Ovunque vada, Lehmann finisce al centro del discorso. Questo fa di lei un’importante fonte pubblicitaria e, di riflesso, pecuniaria. La bernese però non è solo un tassello del puzzle bianconero. È anche una pedina fondamentale dello scacchiere della nazionale rossocrociata. Ecco. Se con la maglia della Juventus Alisha ha fatto fatica tutta la stagione, con quella elvetica i problemi vanno avanti da ben più tempo. Peccato che tra pochi mesi scocchi l’ora della Svizzera. I riflettori saranno tutti puntati sulla nostra Nazione, che ospiterà l’Europeo femminile. Un appuntamento a cui nessuna giocatrice vuole rinunciare. Figuriamoci coloro che sono di casa. La convocazione di Lehmann all’imminente rassegna continentale, tuttavia, è tutto fuorché scontata.

Un rapporto complicato

Riavvolgiamo il nastro di circa tre anni e torniamo all’ultimo torneo europeo. Quello inglese. Quello da record di pubblico. Quello che la 26.enne ha saltato a piè pari. «Non mi sento pronta mentalmente», aveva detto per giustificare la sua scelta. Questa, per lo meno, era la versione ufficiale. Tuttavia, diversi fattori lasciano spazio a un’altra interpretazione. I rapporti con l’allora allenatore Niels Nilsen non erano idilliaci. Spesso il danese l’aveva lasciata in panchina e la netta impressione era che non l’avrebbe nemmeno inserita in rosa. La scelta di Alisha, dunque, sembrava volta piuttosto a evitare un imbarazzo. Lo confermerebbe quanto successo una volta avvenuto il cambio in panchina. Dall’arrivo di Inka Grings, l’attaccante della Juventus è infatti immediatamente tornata a vestire la maglia rossocrociata. Ma il suo rendimento non è migliorato, anzi. Il ritorno di Lehmann da titolare ha fatto rima con il match amichevole contro la Germania di fine novembre. Entrata dal primo minuto, non è riuscita in alcun modo a lasciare il segno, venendo logicamente sostituita dall’attuale ct Pia Sundhage dopo 45 minuti. Il tonfo per 6-0 per mano delle tedesche è stata l’ultima volta che Alisha ha difeso i colori elvetici. A inizio anno ha saltato la prima finestra dedicata alle nazionali per un problema alla coscia, mentre qualche settimana fa ha dato forfait per mancanza di tempo di gioco. Ma siamo sicuri che all’Europeo vorrà esserci. Un conto è saltare il torneo inglese, un altro è non presenziare a quello casalingo, dove una marea di gente sarà lì anche - e alcuni solo - per lei. Euro2025 vuole smuovere la cultura svizzera, avvicinando al pallone tante nuove leve. Che magari sognano di diventare Alisha Lehmann. Difficile, in quest’ottica, pensare di rinunciare all’influenza della bernese.

«Voglio la squadra migliore»

L’allenatrice svedese, dunque, ben presto si troverà di fronte a una decisione molto delicata. Che cosa si fa ora? Si convoca Alisha Lehmann per l’enorme opportunità che rappresenta in termini di visibilità per tutto il movimento? O la si lascia fuori al posto di una giocatrice più in palla che potrebbe portare avanti la Svizzera nel torneo? Le convocazioni, d’altronde, vanno in base al merito, mica a chi vanta il fandom più cospicuo. «Non selezionerò le migliori giocatrici per l’Euro, bensì sceglierò la squadra migliore». Breve, chiara, lapidaria. Così Pia Sundhage ha spiegato la sua strategia in vista del torneo casalingo. Tradotto, non ci sarà spazio per l’egocentrismo. Riceverà una chiamata soltanto chi se lo sarà meritato sul campo. Stando così le cose, possiamo dunque quasi già dare per certa l’assenza di Alisha Lehmann, che tra Nazionale e club negli ultimi mesi ha raccolto ben pochi frutti.

Ma se torniamo al detto parlino bene, parlino male, basta che parlino, chissà che magari, alla fine, anche la 65.enne svedese cambierà idea. Con il solo scopo di regalare a tutto il movimento quanta più popolarità possibile. Popolarità che nel calcio femminile non ha regina più potente di Alisha Lehmann.

"Non ha mai cercato di rubare la scena"

Anche con la maglia Juventus, dicevamo, la stagione di Alisha Lehmann non è mai decollata. Averla inserita nel gruppo la scorsa estate, dunque, è da leggere come un’impresa riuscita dal punto di vista dell’immagine per il club bianconero, oppure una sconfitta sportiva per lo scarso rendimento che ha dimostrato sul campo? Abbiamo girato la domanda al corrispondente de La Gazzetta dello Sport Giovanni Albanese. «Quando Lehmann è arrivata a Torino le cose erano chiare - ci spiega -. Ha avuto un colloquio molto cristallino con il presidente Braghin il quale le ha spiegato che la squadra era già al completo, e che quindi lei sarebbe stata inserita laddove ci fosse stato bisogno. Non arrivava per fare la prima donna. E come tale non si è mai comportata, nonostante la sua enorme popolarità. In un’intervista che le ho fatto poco tempo fa diceva addirittura che non le interessa più di tanto il lato social media. Sicuramente lo divide molto bene da quello calcistico. Questo le ha permesso di inserirsi alla perfezione nello spogliatoio bianconero. Le critiche sul balletto dopo la vittoria dello scudetto sono state mosse da leoni da tastiera. I veri tifosi bianconeri la adorano».

Ma cosa è successo, concretamente, quando la nazionale rossocrociata ha raggiunto l’Allianz Stadium? È vero che Alisha Lehmann riesce a spostare le folle quando raggiunge un nuovo club? «Assolutamente sì. La sua influenza è enorme. Quando è arrivata a Torino ha ricevuto la stessa accoglienza che solitamente si riserva agli uomini. Il calcio femminile sta crescendo molto, indubbiamente. Ma io non avevo mai visto fan presentarsi alle visite mediche di una giocatrice. Beh, così è stato per Alisha. È una leader carismatica ma molto umile. Se io fossi l’allenatrice svizzera la chiamerei senza dubbio per l’Europeo. Non scombussola gli equilibri di uno spogliatoio e al contempo la sua aura sposta le folle. Non rinuncerei a una figura così nella rosa elvetica. Sono però sicuro che Pia Sundhage farà la scelta migliore per la sua squadra», chiosa Giovanni Albanese.