Calcio

Attenti all’orgoglio della Scozia ferita

La squadra che ha debuttato contro la Germania, è apparsa senza mordente - L’allenatore Steve Clarke si aspetta una reazione stasera anche per ringraziare la Tartan Army
Un’immagine emblematica di Scott McTominay, sconsolato dopo l’amaro debutto con la Germania. ©AP/Matthias Schrader
Raffaele Soldati
19.06.2024 06:00

Raggiungere per la prima volta la fase ad eliminazione diretta di un grande appuntamento internazionale. Questo era e forse resta l’obiettivo della Scozia all’Euro 2024. Sognare non è proibito. Ma sulla base di quanto mostrato nel match inaugurale giocato a Monaco contro la Germania, l’impresa sembra davvero proibitiva. Il soprannome «Mannschaft», adottato dai tedeschi, però abbandonato nel 2022, perché considerato arrogante e superato dagli eventi, può essere tranquillamente riesumato. D’altro canto, l’appellativo «The Squad», utilizzato per denominare la nazionale scozzese, mai è risultato tanto inappropriato. Più che una squadra, la Scozia ha infatti dato l’impressione di essere una sorta di «Armata Brancaleone».

Impressioni da sfatare

Le impressioni, lo sappiamo bene, a volte cambiano in fretta. Si possono insomma anche sfatare. A patto però di dimenticare, se non proprio cancellare, i primi novanta minuti di questi campionati continentali. Se la Scozia è stata inesorabilmente bocciata all’esordio contro i padroni di casa, l’eventuale anche se improbabile promozione dovrà per forza passare dai prossimi due impegni del gruppo A, quelli che vedranno i britannici opposti alla Svizzera (questa sera alle 21) e all’Ungheria (domenica 23 giugno).

La reazione è d’obbligo

La parola d’ordine è «crederci». Un verbo, questo, che sembra essere stato del tutto dimenticato dai giocatori di Steve Clarke. Il tecnico, in carica dal 2019, non sarà particolarmente carismatico. Però era stato capace di portare la sua piccola e povera «armata calcistica» già agli Europei del 2021 in Inghilterra. Proprio per questa ragione era stato più che giusto salutarlo come una buona stella. Rivedere la Scozia all’Euro non succedeva da una vita, dall’edizione del 1996. Due qualificazioni di fila alla fase finale del torneo non sono uno scherzo. Tanto che si è parlato di nuova generazione. E, soprattutto, di nuova linfa. Addetti ai lavori oltre il Vallo di Adriano hanno definito il gruppo un mix interessante con uomini sperimentati e nuovi punti di riferimento. In particolare si è fatto riferimento ai due giocatori più profilati, il capitano di lungo corso Andy Robertson (difensore del Liverpool) e il giovane centrocampista del Manchester United, Scott McTominay. Il quale, d’altra parte, aveva impressionato parecchio nella fase di qualificazione, andando a segno a più riprese e mettendo paura a squadre ben attrezzate come la Spagna e la Norvegia. Entrambi i giocatori, venerdì scorso, a Monaco, sono apparsi decisamente sotto tono. E, con loro, il resto del gruppo, costretto a giocare per oltre 45’ in 10 per l’espulsione - peraltro più che giustificata - di Porteous.

Se pensi che tutto sia finito per un incidente di percorso, puoi tirare i remi in barca e cambiare mestiere. Clarke non ha nessuna intenzione di farlo. Il tecnico ha avuto qualche giorno per meditare sugli errori commessi e per guardare a quello che lo attende. Contro gli elvetici si ripartirà dallo-0-0. Le cinque reti subite contro una sola realizzata - grazie ad un autogol dei tedeschi - sono già passate agli archivi. Ora la Scozia ha una grande voglia di riscatto. Non può fare altro. Deve una risposta al suo fedelissimo pubblico e alla Tartan Army, che ha invaso pacificamente e gioiosamente Monaco. Avevano comprato 10.000 biglietti gli scozzesi, ma si erano presentati in 200.000.

Uscire a testa alta

Cosa succederà a Colonia? Contro la Svizzera, certo, si può perdere ancora. Ma con l’imperativo di uscire dal campo a testa alta. Magari anche ripensando a quel lontano 18 luglio del 1996, quando al Villa Park di Birmingham, nell’ambito dell’Euro in Inghilterra, gli scozzesi conquistarono una vittoria di Pirro contro i rossocrociati grazie a un gol di McCoist. Non bastò per qualificarsi. Nella compagine elvetica, lo ricordiamo bene, c’era anche Kubi Turkyilmaz. Che in un altro incontro del gruppo era stato capace di trasformare un rigore proprio contro gli inglesi. Un exploit, questo, che gli permise di guadagnarsi tante simpatie. Scegliere la Scozia come squadra del cuore è un azzardo. Ma al cuore, lo sappiamo, non si comanda. Anche se di fronte c’è la Svizzera.

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