Calcio

Balotelli è tornato e sono cose turche

Domani, a oltre tre anni di distanza, Super Mario ritrova l’Italia e il suo vecchio allenatore Roberto Mancini - Anche se solo per uno stage di tre giorni a Coverciano, la convocazione dello sfacciato attaccante ha del clamoroso - Cruciale la rinascita all’Adana Demirspor - L’esperto Bruno Bottaro: «Mossa disperata, ma forse scossa necessaria»
Mario Balotelli e la celebre esultanza nella semifinale di Euro 2012, vinta dall’Italia contro la Germania grazie a una sua doppietta. ©AP/Vadim Ghirda
Massimo Solari
25.01.2022 17:09

Mario è il nome sulla bocca di tutti in Italia. Il nome al quale milioni di cittadini si aggrappano. Per il futuro del Paese, già. Ma non solo sul terreno politico. Sì, perché in queste ore - e per l’appunto in prospettiva - Draghi appare fondamentale quanto Balotelli. Da un lato una nazione, che non può permettersi di sbandare a Palazzo Chigi come al Quirinale. Dall’altro una nazionale che non può permettersi di bucare un altro Mondiale. Ci si gioca la credibilità interna e la reputazione internazionale. In entrambi i casi.

A Roberto Mancini, va da sé, importa poco o nulla del futuro presidente della Repubblica. Non adesso, con due scontri diretti che - fa effetto dirlo - salveranno la faccia dei campioni d’Europa in carica o ne decreteranno un nuovo fallimento. A soli otto mesi dai fasti di Wembley. L’equilibrio, insomma, è precario. Ed è in questo contesto che si è concretizzato il clamoroso ritorno in scena di Mario Balotelli. Per carità, al momento parliamo della convocazione per un semplice stage. Tre giorni, a partire da domani, a Coverciano. Eppure la chiamata dell’attaccante 31.enne, a oltre tre anni dall’ultima apparizione in azzurro, suggerisce tanto, tantissimo. Sul momento del giocatore e, al contempo, su quello della squadra.

«Quel ragazzo non ha cervello»

Super Mario è in grande in forma. Di più: da alcuni mesi a questa parte è rinato. Dove? Nel profondo sud della Turchia, all’Adana Demirspor. «E non era per nulla scontato, considerata la natura della Süper Lig» sottolinea Bruno Bottaro, giornalista di DAZN e grande esperto di calcio turco. «La pressione, negli stadi oltre il Bosforo, è pazzesca. E crollare, o perdere il controllo, sotto questo peso è un attimo. A dimostrarlo vi sono diversi flop stranieri, da ultimo quello di Robin van Persie al Fenerbahçe». Poteva accadere anche a Balotelli. Eccome. Non è accaduto. Giunto dal Monza e dalla Serie B italiana in estate, Mario ha impiegato poche settimane per mettere a tacere i primi, affrettati mugugni dei media locali. Trasformando una neopromossa in una formazione in grado di lottare per l’Europa, davanti a mostri sacri come Galatasaray, Fenerbahçe e Besiktas. «L’emblema della sua affermazione in Turchia è racchiuso proprio nella sfida esterna contro le aquile di Istanbul» spiega Bottaro. Correva il 21 settembre e da un paio di settimane Vincenzo Montella aveva sostituito Samet Aybaba alla guida dell’Adana Demirspor. «A 25 minuti dalla fine, con la squadra sotto per 3-1, Balotelli entra e impiega una decina di minuti per trovare il gol con una sassata delle sue. L’allenatore del Besiktas è Sergen Yalçin, che nel 2013 non si era fatto scrupoli nell’attaccare frontalmente l’ex centravanti di Inter e Milan. “Quel ragazzo non ha cervello” le sue parole. Mario, quelle dichiarazioni non poteva farsele scivolare addosso. E, appunto, dopo la rete che ha spianato la strada al pareggio dei suoi si è incamminato verso la panchina del Besiktas, indicandosi il cervello con un dito e guardando negli occhi Yalçin». Una vendetta, oltre che l’ennesima prova del suo carattere. Mario Balotelli non dimentica. Come non ha dimenticato la maglia azzurra, la cui riconquista era e rimane il grande obiettivo della stagione. «E per lui parlano i fatti» ribadisce Bottaro. Quarto posto provvisorio e 8 gol in 19 partite. Per intenderci, uno in più di un altro Super Mario, Gavranovic, che il Mondiale del 2022 l’ha a sua volta nel mirino.

BRUNO BOTTARO: Probabilmente il Mancio è cosciente che nessun altro attaccante italiano, al momento, possiede l’imprevedibilità di Mario

Come reagiranno i senatori?

Ma la Svizzera, lei, in Qatar è già sicura di andarci. L’Italia, invece, trema. Sulla sua strada vi sono la Macedonia del Nord (il 24 marzo a Palermo) e poi una fra Portogallo e guarda caso Turchia (il 29 marzo in trasferta). «Mario potrebbe essere il giocatore che si carica sulle spalle gli azzurri, e li porta ai Mondiali, ma altresì quello che li fa affondare» osserva Bottaro: «Con questo calciatore si può verificare tutto e il contrario di tutto. Per carisma, esplosività e, paradossalmente, esperienza internazionale, Balotelli si candida per davvero a essere l’asso nella manica dei prossimi playoff. Quello in grado di spostare una gara. Cosa che non era riuscita all’Italia all’ultima curva delle qualificazioni, contro l’Irlanda del Nord». Per il nostro interlocutore quella di Mancini «è per certi versi una mossa disperata. Allo stesso tempo, tuttavia, potrebbe essere la scossa di cui la nazionale necessita. Nessuno conosce bene Mario come l’attuale ct. Che non ha avuto paura di andare a prenderlo “ai confini dell’impero”, in un campionato che comunque gli è familiare, avendo allenato il Galatasaray». Bottaro non si ferma qui: «Probabilmente il Mancio è cosciente che nessun altro attaccante italiano, al momento, possiede l’imprevedibilità di Mario. In fondo basta un colpo di genio, un tiro da fuori, e sei in Qatar. E ora, per forza di cose, il ct deve ragionare sul breve termine. Senza pensare chi, in novembre, sarà nel caso sull’aereo diretto a Doha. Certo, Immobile rimane la punta di riferimento. Ma senza Chiesa - infortunato - qualcosa di importante è stato smarrito in termini di fantasia. I vari Joao Pedro (naturalizzato e chiamato dal Cagliari, ndr.), Raspadori e Zaccagni non mi sembrano funzionali in questo senso. Forse solo Scamacca, per caratteristiche, si avvicina a Balotelli». Questi e altri giocatori, dicevamo, saranno «testati» in quel di Coverciano. «Si tratta di un primo approccio che rischia però di essere molto indicativo» rileva Bottaro: «Mancini vuole capire se Mario è maturato ed è consapevole del suo nuovo ruolo. Con l’Italia, in effetti, non sarà al centro del progetto come all’Adana Demirspor. Bisogna inoltre valutare come verrà accolto dal gruppo e soprattutto dai senatori. Non dimentichiamoci che nel 2014, in Brasile, lo spogliatoio si era spaccato. E, per esempio, immagino che Chiellini e Balotelli non facessero parte della stessa frangia. Perciò questo raduno sarà interessante». Mario, intanto, è sulla bocca di tutti.

In azzurro 14 gol in 36 apparizioni

Mario Balotelli, 31 anni, ha collezionato 36 partite con l’Italia: 14 i gol segnati. Ha esordito nell’agosto del 2010, per poi partecipare ai Mondiali del 2014 e agli Europei del 2012, trascinando gli azzurri sino alla finale persa con la Spagna. In carriera ha giocato per Inter, City, Milan, Liverpool, Nizza, Marsiglia, Brescia, Monza e ora è all’Adana Demirspor.