Carlo Ancelotti dopo la tragedia: «Non ho il coraggio di parlare di calcio»
Carlo Ancelotti, allenatore del Real Madrid, non ha usato giri di parole. Dopo l'alluvione che ha provocato almeno 217 morti nel sud della Spagna, e nell'hinterland di Valencia in particolare, l'allenatore del Real Madrid si è metaforicamente unito al coro di protesta levatosi fra i protagonisti della Liga, nel fine settimana, spiegando di «non avere il coraggio di parlare di calcio». Domani sera, «Carletto» affronterà il suo ex club, il Milan, in Champions League. «Siamo molto tristi» ha detto Ancelotti nella tradizionale conferenza stampa della vigilia. «Spero che capiate che non ho il cuore di parlare di calcio. È una partita speciale per me, mi piacerebbe parlarne, ma cercherò di parlare il meno possibile». Il tecnico italiano è apparso profondamente toccato. «Il calcio passa in secondo piano» ha aggiunto. «Con quello che è successo, non possiamo pensare di lavorare. Ci informiamo, guardiamo, leggiamo. E quello che è successo è davvero incredibile, terribile».
Il Real Madrid, che avrebbe dovuto recarsi proprio a Valencia sabato nella Liga, secondo logica non è sceso in campo. Non hanno, giocato questo fine settimana, neppure il Villarreal e il Rayo Vallecano. Gli altri incontri della dodicesima giornata, e qui è sorta appunto la polemica, sono invece stati disputati come da programma, nonostante l'opposizione di diversi allenatori e giocatori. «Nessuno avrebbe dovuto giocare questo fine settimana, sarebbe stata la decisione giusta» si è rammaricato l'allenatore italiano. «Ma non spetta a noi decidere» ha aggiunto Ancelotti, spiegando di non avere «alcun potere» per opporsi alle decisioni delle autorità.
Alla domanda sulla gestione politica della tragedia, Ancelotti ha spiegato di non essere lì per «dare la sua opinione», ma di comprendere la «frustrazione» di chi è stato colpito dalla tragedia. C'è chi, ha ricordato l'allenatore, ha «perso tutto».