Calcio

Chi è Joe Mansueto, lo zio d’America del FC Lugano?

Il proprietario dei Chicago Fire è stato individuato da Angelo Renzetti per la cessione del club - 64 anni, investitore immobiliare e filantropo, Forbes stima il suo patrimonio in 5,6 miliardi di dollari - Domani sera è in programma il vertice tra il presidente bianconero, Leonid Novoselskiy e Bernhard Heusler
Massimo Solari
03.08.2021 16:15

Il FC Lugano finirà presto in mani americane? Sì, no, forse. A Cornaredo può davvero accadere di tutto. E il clima, purtroppo, non è di quelli costruttivi. Lunedì è andato in scena lo scontro totale tra il presidente e azionista di maggioranza Angelo Renzetti e il suo socio Leonid Novoselskiy. Il tutto a poche ore dal vertice durante il quale potrebbe essere deciso il futuro del club. Sì, perché domani sera le parti coinvolte nella possibile cessione della società si guarderanno infine negli occhi. Un tavolo per tre persone (con i rispettivi legali, immaginiamo). Da un lato Renzetti, deciso a consegnare in mani altrui il 100% delle quote societarie. Dall’altro Novoselskiy, che il 40% di queste quote le detiene e - a seguito di un contratto parasociale sottoscritto con il presidente - può esercitare un diritto di prelazione entro 30 giorni dalla presentazione di una formale offerta da parte di terzi. Terzi, appunto, rappresentati a capotavola da Bernhard Heusler. Tramite la società di consulenza HWH, l’ex numero uno del Basilea sta lavorando per Joe Mansueto. Chi? Joe Mansueto, attuale proprietario dei Chicago Fire, compagine che milita nella Major League Soccer.

Grandi investimenti immobiliari

Con Thyago Rodrigo De Souza, poco più di un mese fa, l’ambiente bianconero si era scottato. Aveva rischiato, anche. Breve riassunto: un passato non proprio cristallino, tante promesse e, soprattutto, dei soldi mai recapitati sul conto di Angelo Renzetti. Sulla solidità finanziaria di Mansueto, quantomeno, le garanzie sembrano decisamente altre. Non lo diciamo noi, ma la celebre rivista economica Forbes. Che stima in 5,8 miliardi di dollari il patrimonio dell’imprenditore americano. Non proprio noccioline. E la provenienza di questi fondi? La storia di Mansueto, 64 anni, assomiglia tanto a quelle di altri giovani visionari. Nel 1984, nel proprio bilocale e con in tasca 80.000 dollari di risparmi, ha fondato la Morningstar: una società di ricerca e analisi sui fondi comuni d’investimento. Una creatura cresciuta sempre più, quotata in borsa e oggi leader affermata nel settore. Mansueto ha abbandonato il ruolo di CEO nel 2017, restando responsabile esecutivo e mantenendo circa la metà delle quote societarie. Nel frattempo i suoi affari si sono allargati, abbracciando l’editoria e in particolare il ramo immobiliare. Per dire: nel 2018, Mansueto ha acquisito per 255 milioni di dollari lo storico Wrigley Building, vicino di casa della Trump Tower. Come pure, sborsando 106 milioni, il comparto residenziale Belden-Stratford, a un passo dallo zoo di Lincoln Park. Altri investimenti hanno seguito e, stando alle cronache locali, seguiranno.

Joe Mansueto non è però solo un businessman. È altresì un filantropo. Con la moglie Rika ha aderito a «The giving pledge», l’iniziativa lanciata da Warren Buffett e Bill Gates con la quale le persone più ricche degli Stati Uniti sono incoraggiate a devolvere - in vita o post mortem - almeno il 50% delle proprie fortune. In questo quadro, i coniugi hanno ad esempio già donato 25 milioni di dollari a favore della biblioteca «Joe e Rika Mansueto», e 35 milioni di dollari per creare il «Mansueto Institute for Urban Innovation», entrambi parte integrante dell’Università di Chicago e del suo campus.

Il legame con la Svizzera

E il calcio? E l’interesse per il campionato svizzero? Mansueto ha messo le mani sui Chicago Fire tra il 2018 e il 2019. Una passione commercializzata, se vogliamo. I risultati, invero, non sono stati un granché sotto la sua gestione. I playoff sono stati mancati tre volte su tre, mentre in questa stagione la squadra si trova al penultimo posto della East Conference. In panchina siede un certo Raphaël Wicky. Eccola la prima entratura rossocrociata. Che, più precisamente, si snoda sull’asse Illinois-Basilea. L’approdo dell’ex tecnico dei renani ai Chicago Fire è infatti coinciso con la nomina di Georg Heitz quale direttore sportivo. Tutto torna, poiché Heitz era stato ai vertici del club rossoblù tra il 2009 e il 2017, proprio sotto la presidenza Heusler. Col quale, poi, ha fondato la citata HWH. Il perno, dell’operazione Renzetti-Mansueto. Non resta che capire se Leonid Novoselskiy farà prova di accondiscendenza o preferirà far saltare il banco. E soprattutto i motivi che starebbero spingendo un plurimiliardario ad affiancare il proprio nome al FC Lugano.