La polemica

Convocati dagli ultras

Perché la scena dei tifosi del Milan che hanno convocato la squadra, sabato dopo la sconfitta contro lo Spezia, ha fatto il giro del mondo?
© DAZN
Stefano Olivari
15.05.2023 15:30

Gli ultras del calcio esistono ancora, nonostante le nuove proprietà di grandi e piccoli club stiano facendo di tutto per cancellarli. Per questo la scena vista sabato a La Spezia, con i giocatori del Milan convocati nel dopopartita dagli ultras in trasferta, ha fatto il giro del mondo. Ma al di là del fatto specifico, e delle spiegazioni fornite proprio dalla curva rossonera, qual è l’importanza degli ultras nel calcio italiano ed europeo di oggi?

Milan a picco

Cosa sia successo al Picco di La Spezia, dopo la vittoria della squadra di casa in lotta per la salvezza contro il Milan in corsa per un piazzamento Champions, non è del tutto chiaro. Certo tutti abbiamo visto Pioli e gran parte della squadra, con Kjaer, Calabria e Giroud in prima fila, ascoltare con attenzione postura umile l’arringa dei capi ultras, ma nessuno ha spiegato le modalità dell’invito. E il discorso degli ultras è stato subito derubricato a «incitamento» quando invece le parole, queste sì di circostanza (un invito a impegnarsi, usiamo questo eufemismo, a partire dal ritorno del derby di Champions con l’Inter), sono state accompagnate da un atteggiamento minaccioso. Che il giorno dopo a Milanello è stato ammorbidito, con nuova visita degli ultras e altre parole per così dire motivazionali, questa volta alla presenza di Paolo Maldini, mito del calcio mondiale che dagli ultras si è sempre tenuto alla larga (e lo dimostra anche la clamorosa contestazione nel giorno del suo addio al calcio giocato). Tenere bassa la situazione è un interesse soprattutto del Milan, visto che la Procura della Federcalcio ha aperto un’indagine su questa vicenda, essendo esplicitamente vietato partecipare a manifestazioni che costituiscano forme di intimidazione.

Curva Sud

La curva del Milan, e le curve in generale, sono molto cambiate rispetto ai tempi di Eccezzziunale…veramente. Se il milanista Abatantuono-Donato esercitava la sua «Viuuulenza!» con l’unico obiettivo di far vincere la squadra, oggi le principali curve italiane seguono tutt’altre logiche. E infatti alcuni loro esponenti hanno problemi con la giustizia, ma quasi sempre per motivi lontani dal calcio: semmai la curva serve loro per esibire potere, per intimidire. Rimanendo sull’esempio di La Spezia, ma soltanto perché il più recente, i due più attivi nelle raccomandazioni a Pioli e giocatori sono Francesco Lucci e Giancarlo Lombardi. Il primo ha diversi precedenti penali ma soprattutto è fratello di Luca, altro capo della Curva Sud, condannato per traffico di droga e noto anche per una famosa foto con Matteo Salvini (il leader della Lega però ha circoscritto tutto al calcio) e per avere pestato, facendogli perdere un occhio, un tifoso interista. Il secondo, a suo modo personaggio storico, ha un passato più attivo nelle violenze da stadio. Di sicuro molte di queste violenze sono avvenute fra milanisti o presunti tali, come prova il fatto che da alcuni anni dalla Curva Sud sono spariti i gruppi storici: Fossa dei Leoni, Brigate Rossonere, anche i Commandos Tigre. Insomma il mondo di personaggi come il Barone, Giancarlo Capelli, e altri oggi settantenni o giù di lì, nostalgici degli scontri di una volta.

Ultras

Il caso Milan è tremendamente simile a quelli di Inter e Juventus, curve che con il nuovo millennio dalla semi-anarchia sono passate a una sorta di direttorio unico, con personaggi legati anche alla criminalità organizzata. Significativo che Vittorio Boiocchi, tornato leader degli ultras dell’Inter dopo quasi trent’anni di carcere (ed in Italia è davvero difficile starci così tanto), sia stato ammazzato sotto casa lo scorso 29 ottobre, così come che l’inchiesta Alto Piemonte abbia evidenziato i rapporti fra ultras juventini e 'Ndrangheta, con il club a cercare di gestire la situazione in maniera ambigua e lo stesso Andrea Agnelli tirato in mezzo. De Laurentiis detesta gli ultras sopra ogni altra cosa e infatti il presidente del Napoli gira con la scorta e alla fine ha dovuto, su invito di politici e forze dell’ordine (…), siglare una sorta di pace con gli ultras napoletani. Più o meno la stessa situazione di Claudio Lotito con gli ultras della Lazio, mentre alla Roma c’è ancora un po’ di quella confusione anni Ottanta-Novanta, in attesa che anche lì una qualche entità criminale organizzata metta un piede in realtà che comunque contano migliaia di tifosi veri. In altre parole, rispetto qualche decennio fa gli stadi sono molto più sicuri, ma solo perché sono diventati la base per altri traffici. Per la società meglio accoltellarsi a una partita o nel parcheggio di un supermercato?

Barcellona

Nel resto d’Europa ci sono situazioni molto diverse. In Inghilterra gli ultras da stadio non esistono dai tempi della Thatcher e dei suoi provvedimenti dopo l’Heysel e soprattutto Hillsborough, ma certo quel proletariato (ma non soltanto) in cui gli hooligan avevano il loro, diciamo, settore giovanile esiste ancora ed ha altri modi, anche con pretesti calcistici, di manifestare la propria violenza. In Germania esistono tanti gruppi ultras, fra l’altro più politicizzati che altrove, che in qualche modo sono stati addomesticati: meno numerosi ma in proporzione più turbolenti gli ultras del calcio svizzero, per dire. Situazione simile all’Italia invece in Spagna, come ha dimostrato anche quanto accaduto dopo il derby di Barcellona che ha dato la certezza matematica della vittoria nella Liga alla squadra di Xavi. Si giocava in casa dell’Espanyol ed i suoi ultras hanno gradito poco i festeggiamenti del Barcellona dopo aver vinto 4-2 e conquistato il titolo, così alcuni di loro sono entrati in campo per convincere, con le cattive, Lewandowski e compagni a festeggiare negli spogliatoi e comunque non sul campo dei rivali cittadini. Missione compiuta.

Tifosi turisti

L’unico argomento a favore degli ultras, e che infatti loro usano spesso, è che sono ormai gli unici ad opporsi all’ideologia del calcio-entertainment e del calcio televisivo, che ovviamente tante proprietà statunitensi e arabe stanno spingendo. Un calcio magari più divertente, ma di sicuro con meno identità. Il prezzo medio di un biglietto per Inter-Milan di Champions è 160 euro, ma allo stadio gli ultras di Inter e Milan non mancheranno. Si va così verso la situazione paradossale di stadi frequentati da ultras e da tifosi «normali» di ceto sociale diverso rispetto al passato. Violenti e tifosi-turisti, volendo estremizzare il concetto. La classe media anche in questa situazione deve stare a casa, sempre che non gliela tolgano, abbonata a 12 pay-tv.

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