Lugano

Cornaredo comunque in piedi

L’antipasto della finale di Coppa Svizzera va al Servette ma riflettori e applausi sono tutti per il capitano Jonathan Sabbatini
© Alessandro Crinari
Massimo Solari
25.05.2024 23:30

Dal silenzio agli applausi. Nonostante la sconfitta. Nonostante un addio per molti indigesto. L’antipasto della finale di Coppa Svizzera premia il Servette. E, soprattutto, i dodici anni di Jonathan Sabbatini con la maglia del Lugano. Prima indossata. Poi tatuata sulla pelle. Insomma, la Super League dei bianconeri si chiude con Cornaredo in piedi, commosso, nel salutare il capitano dei record. No, la stagione non è finita. Domenica, a Berna, andrà in scena la partita più importante. Quella da affrontare con la formazione tipo e la convinzione dei giorni migliori. Il 25 maggio del 2024, ciò nonostante, rimarrà un giorno a suo modo storico. 

Striscioni e cori per il numero 14

Il match con i granata, suggerivamo, si è aperto in un ambiente surreale. E non solo a causa della rete subitanea di Guillemenot che ha fatto naufragare quasi subito le intenzioni dei padroni di casa. Il tifo organizzato, come promesso, ha scioperato per 15 minuti, lasciando che a parlare - nel proprio settore - fossero alcuni striscioni. «Sabbatini non si tocca». «Sabbatini uno di noi». Dopodiché, una volta ritrovata la voce e dopo il triplice fischio finale, lo stadio ha ribadito l’esistenza di «un capitano. Solo un capitano». Che, va da sé, ha vissuto una serata dai sentimenti contrastanti. «Perché non sostituirlo e concedergli una passerella? Considerata la sua prova positiva non mi sembrava corretto privarmi di lui» spiega Mattia Croci-Torti a fine gara, qualche minuto dopo aver spinto il numero 14 tra le braccia della curva. «Non è stato facile - ammette il_Crus - scendere in campo nel silenzio. Da quando alleno il Lugano è il primo sciopero dei tifosi al quale assisto. La situazione, l’avevo già sottolineato alla vigilia, è sia speciale, sia delicata. Per il bene della squadra e del giocatore, ora, credo sia però giusto focalizzarsi su altro». 

«Al Wankdorf si parte da 50-50»

Anche perché il_Servette ha dimostrato di essere un avversario tosto. E ciò al netto di un undici caratterizzato da molti più titolari rispetto al Lugano. «Non è stato piacevole perdere. Ci tenevo. Ci tenevamo» riconosce l’allenatore bianconero. «Trovare le giuste motivazioni, tuttavia, non è stato semplice. Anche se a conti fatti, a fare la differenza, è stata la qualità dei ginevrini. Maggiore rispetto a quella mostrata dai miei uomini». Croci-Torti, al proposito, parla di risposte «positive e negative» da parte delle seconde linee gettate nella mischia per accumulare ritmo e consapevolezza. Abbastanza bene Cimignani. Non così male Aliseda. Mentre Vladi ha toppato di nuovo. «Nella mia testa, ad ogni modo, so esattamente cosa 

serve per arrivare al 100% alla sfida di domenica al Wankdorf». Una sfida, quella con il Servette, che per il tecnico momò «parte da 50-50. E ciò nonostante un campionato senza nostri successi nei loro confronti».