Così diversi, ma anche così interconnessi

Se la cerimonia d’apertura dei Mondiali si è tenuta in totale sicurezza, il merito va attribuito anche alla Svizzera. Al netto dei sei agenti della Fedpol presenti a Doha, i sistemi di difesa antiaerea allestiti per proteggere gli stadi durante la competizione sono infatti stati riforniti con 6.000 munizioni prodotte dalla Rheinmetall Air Defence di Zurigo. Una vendita, questa, autorizzata nel settembre del 2021 dal Consiglio federale e inserita in un pacchetto d’importazioni sempre più voluminoso. Se ne è parlato al Club Suisse, quartier generale e luogo d’incontro creato per l’occasione dall’ambasciata elvetica. «Ma non chiamatela Casa Svizzera» è stato precisato circa lo spazio promosso al porto di Doha: «Speriamo di accogliere molti tifosi rossocrociati. Il nostro obiettivo, però, guarda al rafforzamento delle relazioni bilaterali». Che, suggerivamo, sono tutto fuorché indifferenti.
A passare in rassegna dossier e numeri è stato l’ambasciatore svizzero Edgar Dörig, da quattro anni attivo nell’Emirato. È così emerso che nei primi nove mesi del 2022, lo scambio commerciale tra i due paesi ha raggiunto i 728 milioni di franchi. Nel dettaglio, il Qatar è il quinto partner commerciale più importante del Medio Oriente, mentre per Doha le importazioni dalla Svizzera si trovano al nono posto complessivo. Di più: qui sono attive trenta compagnie elvetiche: banche, marchi del lusso e attori del settore medico o farmaceutico. Sul fronte opposto, per contro, non vanno dimenticate le partecipazioni della Qatar Investment Autorithy in Credit Suisse, Glencore, così come negli hotel Royal Savoy (Losanna), Schweizerhof (Berna) e al Bürgenstock, affacciato sul Lago dei quattro cantoni.
Nel 2023, Svizzera e Qatar festeggeranno sia i 50 anni dall’avvio del dialogo diplomatico, sia i 10 anni dall’apertura della sede dell’ambasciata. Le visite di consiglieri federali, segretari di Stato e funzionari, nel frattempo, hanno conosciuto un’accelerazione. Fra pochi giorni, a Doha, arriverà per esempio Ueli Mauer, al passo d’addio. I progetti di sviluppo legati alla finanza e al turismo, tuttavia, sembrano fare a pugni con l’impasse sul fronte della tutela dei diritti umani in Qatar. «Uno sforzo, comunque, c’è stato: il problema, semmai, è che si tratta di un processo che richiederà ancora molto tempo» ha ammesso l’ambasciatore Dörig. La Svizzera, su questo piano, ha avviato discussioni e negoziazioni con il Governo, le principali ONG e con l’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO). Per ammorbidire il conservatorismo locale si punta anche sulla cultura. Al Club Suisse di Doha, al proposito, sarà presente ed esporrà anche l’artista ticinese Tiziana Mucchiani.