Croci-Torti: «Giocherà chi è più affamato»

A Losanna, il lungo weekend pasquale ha fatto rima con Polymanga, il festival dedicato a tutte le sfaccettature moderne della cultura pop. Anime, manga, videogiochi, star della musica giapponese e tanti, tantissimi travestimenti che hanno reso folcloristica la città vodese. A unirsi al clima di festa, alla fine, è stata pure la squadra di Ludovic Magnin, brava a indossare la maschera più bella e, in modo per certi versi insperato, a conquistare l’accesso al girone per il titolo. Il Lugano, ahilui, è invece la caricatura di se stesso da diverse settimane. Alla Tuilière è così andata in scena l’ennesima, deludente comparsata di un 2025 tormentato. È finita 2-0 per i padroni di casa, complice un incontro condito con i soliti ingredienti amari. Certo, la superficialità sul piano difensivo da un lato e la mancanza di cattiveria sotto porta dall’altro. E di fronte a un avversario con il doppio della fame e la necessaria unità d’intenti, beh, spuntarla non poteva rientrare nella logica delle cose. Anzi, la prestazione del collettivo e il linguaggio del corpo dei singoli hanno avuto un non so che di deprimente. Insomma, tutto fuorché il viatico ideale per la rincorsa ai piazzamenti europei che scatterà fra due settimane
Tanti solisti, nessuna orchestra
«La nostra depressione è figlia del mancato 1-0, poi del pareggio fallito e infine di un 2-1 che poteva arrivare ma non è arrivato» osserva l’allenatore del Lugano Mattia Croci-Torti. Vero, il primo che avrebbe potuto sbloccare il risultato era Steffen, così come Cimignani ha sprecato clamorosamente una decina di minuti dopo il vantaggio di Diabaté. «La depressione - insiste il Crus - nasce dal non riuscire mai andare in vantaggio, dal gol che continua a mancare, dagli inaccettabili regali fatti all’avversario». Riferimento, quest’ultimo, agli erroracci dei vari Zanotti, Marques e Mai che - di fatto - hanno compromesso la partita ancor prima della pausa.
È stato un piccolo e brutto Lugano, dunque. Una formazione stanca nelle gambe e nella testa, e però anche poco coesa al suo interno. Determinate facce, determinate reazioni non mentono. «Credo sia umano, nel quadro di un periodo così difficile, che i giocatori tendano a ragionare individualmente, credendo di poter risolvere la situazione da soli» rileva in merito il tecnico ticinese. Per poi aggiungere: «Dovremmo badare al sodo, far leva sulle soluzioni più semplici, e invece l’essere perennemente meno pericolosi di chi abbiamo di fronte finisce per abbattere la squadra».
Dieci passi indietro
La stagione regolare del Lugano si è quindi chiusa con 49 punti. Ben 10 in meno rispetto a un anno fa. E ciò, per un club che ha fatto del progresso la sua parola d’ordine, deve costituire un campanello d’allarme. «Ora - sottolinea Croci-Torti - sarà cruciale cercare e trovare dentro di noi le necessarie motivazioni per il finale di campionato. Giocherà chi è più affamato. Mentre per quanto mi riguarda dovrò fare qualcosa anche sul piano delle idee, perché no, scovando delle soluzioni non esattamente consone a questo Lugano».
Gira e rigira, il Crus torna sempre lì. «All’incapacità di trovare la rete che purtroppo va avanti da due mesi. I 10 punti in meno rispetto al 2024, personalmente, li riconduco soprattutto a questa lacuna e a poco altro. Per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati dovremmo fare 2-3 gol a partita».
Pelzer: «Stanchezza evidente»
Il Chief Sports Officer Sebastian Pelzer, l’accento preferisce porlo su un altro aspetto. «La stanchezza di alcuni giocatori è evidente. E non solo in termini fisici. Le idee, invero, ci sono anche. E però mancano la brillantezza e la reattività per metterle in atto. Ben vengano dunque i prossimi giorni di allenamenti regolari, alla luce dei quali credo sarà possibile garantire allo staff tecnico maggiori alternative». Per dire: oltre all’assenza di Hajdari e alla scarsa benzina nel motore di Bottani e Mahou, ieri ha lasciato anzitempo il campo pure l’irriducibile Zanotti, da diverse gare appannato quanto i compagni meno quotati. «Contro il Losanna, purtroppo, non abbiamo difeso con il 100% della convinzione. I tiri nello specchio della porta vodese, per contro, sono stati insufficienti» conclude Pelzer. Ecco perché sembra di leggere e rileggere lo stesso fumetto in bianco e nero.