Croci-Torti: «Se fai un solo gol a partita crollano pure le utopie»

Mattia Croci-Torti occupa la stessa poltroncina, nella pancia della tribuna principale. L’inclinazione della voce e dell’analisi del tecnico bianconero, tuttavia, si scosta parecchio rispetto a quella registrata venerdì pomeriggio, quando Lugano-San Gallo apparteneva ancora al destino. Il Crus, in sede di presentazione, ci credeva ancora. «Sarei al posto sbagliato se dicessi che la vittoria del campionato non rientra più nei nostri pensieri». 48 ore più tardi, l’umore e la faccia del tecnico momò sono per l’appunto diversi. A Cornaredo è finita 1-1 e il punto conquistato pesa anche parecchio, dal momento che - a un turno dalla scissione della classifica - garantisce a Saipi e compagni di disputare il girone per il titolo. «Io però non provo alcun sollievo per aver raggiunto questo traguardo» spiega Croci-Torti. «Ero, eravamo sicuri di farcela. No, al netto dell’ultimo periodo avaro di risultati positivi, non ci siamo mai guardati alle spalle. Siamo rimasti ambiziosi. Sono però una persona pragmatica e l’esito della sfida con il San Gallo m’impone del sano realismo. Bene, bravi per il top 6, che non era scontato, soprattutto alla luce delle fatiche continentali. Detto ciò, fatichiamo a fare più di un gol a partita. E di fronte a simili statistiche crollano anche le utopie. Il Basilea è oramai a +9 e sognare qualcosa di grande, di più grande, mi riesce davvero difficile».
Che brutto primo tempo
Oddio, non è mica finita qui. Anzi. «Siamo felici di aver ottenuto il primo obiettivo stagionale e, di riflesso, di poterci giocare l’Europa con le migliori» indica il Crus. «Ripeto: non era scontato. E se ce l’abbiamo fatta nonostante il nostro disequilibrio, beh, significa che non abbiamo sbagliato diverse gare importanti». Il pareggio appena maturato a Cornaredo, tuttavia, ha il sapore dolceamaro degli ultimi giorni d’estate. Un occhio ride. L’altro piange. «Abbiamo disputato il peggior primo tempo dell’anno» sottolinea per esempio l’allenatore dei ticinesi. «Ho visto davvero troppa sufficienza e tante imprecisioni». Eppure, sia Steffen, sia Koutsias avrebbero potuto trovare la rete del vantaggio. L’efficienza sotto porta, questa sconosciuta.
Salvati da Saipi a un amen dalla pausa, i bianconeri hanno avuto il merito di cambiare marcia in avvio di ripresa. «Siamo rientrati veramente forte dagli spogliatoi» conferma Croci-Torti, premiato dalla scelta di passare a 4 dietro - complice l’infortunio di Hajdari - e da uno Steffen salito finalmente di tono. Tutto molto bello e promettente. Già. Peccato che Geubbels abbia impiegato la miseria di sei minuti per rispondere all’inzuccata vincente di Marques. Certo, a quel punto il San Gallo era disperato e, di riflesso, costretto a raddrizzare l’incontro per sperare di salire in extremis sul vagone di testa della Super League. «Però si tratta di un altro gol preso dal nulla, una rete che fa male commentare» ammette il tecnico scuotendo la testa. Per una volta, quantomeno, i danni contingenti non hanno prestato il fianco a esiti beffardi. Ma che paura, con il Lugano sulle gambe, la traversa colpita da Geubbels allo scadere.
Steffen: «Non è abbastanza»
Più che il timore, negli occhi di Steffen è ad ogni modo possibile scorgere la frustrazione. «Non sono soddisfatto del risultato e della prestazione nel complesso» afferma Renatone. «Credo che i due differenti volti mostrati lungo il match sintetizzino bene la nostra stagione. Prima prendiamo tante scelte sbagliate, poi c’impegniamo per fare meglio, il nostro sforzo viene anche premiato, ma alla fine non basta per centrare la vittoria». Il numero 11 bianconero definisce quindi il girone per il titolo come un traguardo «doveroso» considerate le ambizioni del club. «Fermarsi a questa altezza, però, non è abbastanza. Accontentarsi di aver strappato un posto fra le migliori, per altro dopo un numero eccessivo di prove negative, non è abbastanza».
Alcune cifre, in effetti, inchiodano il Lugano. O meglio, il girone di ritorno bianconero. L’apporto di Steffen in termini di reti e assist figura fra queste. «Da gennaio, complice pure un infortuno, ho reso sotto le attese e sono il primo a esserne cosciente» ammette il diretto interessato. «Più in generale, negli ultimi mesi ho percepito un evidente scarto tra gli imput che avrei voluto dare ai miei compagni e la capacità effettiva d’incidere, di ritrovarmi lì, nel vivo del pericolo». Di qui la note in calce al suggerimento decisivo per Marques, il primo del 2025 in Super League.