Da Türkyilmaz a Türkyilmaz per inseguire un altro sogno

Alla ricerca dell’impresa. L’Arbedo-Castione questa sera scende in campo al Comunale al cospetto del San Gallo per gli ottavi di Coppa Svizzera: 18 anni fa il risultato finale aveva sorriso alla compagine d’Oltralpe.
Già, strano ma vero, le due squadre che si affronteranno oggi a Bellinzona hanno già incrociato i rispettivi cammini in questa competizione. Era il primo turno, il 19 settembre del 2004. I sangallesi vinsero per 3-1. Tra le file dei sopracenerini, 18 anni fa, c’era anche Aaron Türkyilmaz. «Avevo 19 anni e ricordo molto bene il grande entusiasmo di quel giorno. Recentemente sono aumentati i casi di piccole squadre che riescono nell’impresa e passano il turno di Coppa, ma allora era diverso. Si vivevano queste partite come una festa dell’intera regione. C’erano tantissimi tifosi, con cui si celebrava anche il successo in Coppa Ticino conquistato l’anno prima. Questo per quanto riguarda il contorno. Della partita stessa ricordo bene la grandissima parata del nostro estremo difensore Polito, detto “Pepi”, che fermò un rigore. Eravamo così andati alla pausa in vantaggio di un gol. Poi è andata come è andata, ma il gruppo era comunque bellissimo. Purtroppo l’allenatore di allora, Saverio Quatrale, è scomparso a causa di una brutta malattia».
Tra tifosi e campi
L’attuale direttore sportivo dell’Arbedo-Castione, Kubilay Türkyilmaz - cugino del padre di Aaron - non c’era nel 2004, ma gli era giunta voce che i tifosi del San Gallo non si fossero comportati particolarmente bene.
«Mi è stato raccontato un aspetto curioso. Pare che per l’occasione i tifosi d’Oltralpe fossero giunti in massa, arrivando anche a tirare giù la rete di protezione ed entrando in campo senza autorizzazione».
Aaron ridimensiona però l’accaduto. «Sicuramente avevano fatto un po’ di casino, ma nel complesso si erano comportati bene. Ricordo che gli avevamo allestito una tribuna apposta a bordo del campo di Arbedo». Già, perché 18 anni fa si giocò proprio lì. Lo scorso 17 settembre, in occasione dei sedicesimi di Coppa contro il Sarmenstorf, l’Arbedo-Castione aveva invece dovuto traslocare a Giubiasco per questioni organizzative. E nemmeno stasera potrà affrontare il San Gallo tra le mura amiche. «Questa volta è per motivi di sicurezza, imposti dalle Federazione - spiega il direttore sportivo della squadra sopracenerina -. Ma non credo sarà un enorme problema. Alcuni dei nostri ragazzi hanno già giocato al Comunale. Sicuramente, però, saranno gli ospiti a beneficiare particolarmente di questo campo, perché ha dimensioni maggiori alle quali i sangallesi sono già abituati».
Il match di giornata
Al di là di tutto, questa sera una sola squadra uscirà vittoriosa dal Comunale. «Noi siamo pronti e carichi - commenta Kubi -. Ma siamo anche consapevoli che vincere questa gara sarà difficilissimo. È altresì vero che le partite di Coppa sono imprevedibili. Ciononostante il San Gallo è una squadra molto forte, che corre tanto. Noi dovremo essere bravi a non fare errori, perché gli uomini di Peter Zeidler sono molto bravi ad approfittarne. Detto questo, sicuramente scenderemo in campo per provarci. Certo è che se la sfida fosse andata in scena ad Arbedo avremmo potuto giocarcela maggiormente. Così sarà più difficile, ma solo il campo darà risposte definitive». Secondo Aaron, sarà fondamentale affrontare il match con il sorriso. «Senza dimenticare che l’ultima ticinese che il San Gallo ha affrontato in Coppa Svizzera ha conquistato la finale ai loro danni. L’auspicio è dunque positivo (ride, ndr). Al di là di questo, ritengo che una partita del genere sia da vivere davvero come un momento di festa, che funge da premio anche per la conquista della Coppa Ticino dell’anno scorso. Poi si vedrà. Tutto può succedere. Potrebbe anche capitare che il San Gallo la prenda sotto gamba. Mai dire mai».
Una famiglia di calciatori
Una famiglia di calciatori, quella dei Türkyilmaz anche se, a differenza di Kubi, Aaron non fa ormai più parte del mondo del pallone. «Ho giocato per il Bellinzona fino a 17 anni. In seguito mi sono spostato nel Biasca per un anno e poi ad Arbedo per un’altra stagione. Dopo queste avventure è arrivata quella di 10 anni al Preonzo, la mia cittadina. Terminata la mia carriera calcistica, sono poi volato negli Stati Uniti per questioni lavorative».