Calcio

Dalla serie cadetta all'Europa, l'ascesa del Backa Topola

L'avversario odierno del Lugano ha conosciuto un rapido sviluppo, ma l'inizio di stagione non è stato dei migliori – Mattia Croci-Torti: «Per certi versi, è una squadra che ci assomiglia»
©PressFocus
Alex Isenburg
07.11.2024 06:00

L’esordio contro l’Helsinki, in quel di Thun, era stato poco più di una formalità, mentre la sfida in Repubblica Ceca – valsa i tre punti contro l’ostico Mladá Boleslav – si era rivelata ben più probante. A conti fatti, però, il Lugano sin qui ha ottenuto il bottino pieno e quindi - come si suol dire in questi casi – non c’è due senza tre, o almeno si spera. Questa sera, a partire dalle 18.45, i bianconeri tornano in campo in ambito europeo per provare a centrare un’ulteriore affermazione che, quantomeno, garantirebbe un posto nelle prime 24 squadre di Conference League e il susseguente diritto a partecipare almeno ai playoff nel mese di febbraio. L’asticella però - rispetto ai primi due appuntamenti vittoriosi poc’anzi citati – si è alzata. Non ad altezze siderali, sia chiaro, poiché la missione per la truppa guidata da Mattia Croci-Torti non è comunque di quelle insormontabili, eppure l’ostacolo rappresentato dal Backa Topola non è affatto da sottovalutare.

Una casa poco frequentata

Il club serbo – che ha la propria sede a circa 70 chilometri dal confine con l’Ungheria – accoglierà la compagine bianconera nella propria casa, la TCS Arena. Uno stadio, questo, costruito di recente – nel settembre del 2021 – e che si è guadagnato i galloni di struttura più moderna del Paese, anche grazie agli ingenti investimenti della stessa Federcalcio ungherese e del governo del premier Viktor Orban. Una dimora nuova, ma tutt’altro che esagerata. Anzi, piccola – può contenere al massimo 4.500 spettatori – e su misura per la cittadina situata a due ore scarse di auto dalla capitale.

A dire la verità - malgrado la bontà del progetto realizzato – i sostenitori del Backa Topola non vi accorrono in massa e i pochi posti disponibili non vanno di certo a ruba. Infatti, basta dare un’occhiata alla media degli spettatori – che si attesta, sia questa stagione sia quelle passate, attorno alle mille unità per quanto riguarda le partite nella Super Lig serba – per farsi un’idea piuttosto chiara. Insomma, quando gli uomini del Crus tasteranno il terreno – che tra l’altro è realizzato con una versione ibrida tra erba naturale e sintetica, sulla falsariga di quanto avverrà proprio con il nuovo stadio bianconero – non dovranno verosimilmente confrontarsi con una bolgia inferocita per espugnare un campo tutt’altro che inattaccabile.

Al di sotto delle ultime stagioni

Nell’unico impegno casalingo in ambito europeo, quello al cospetto del Legia Varsavia – che sarà guarda caso un altro avversario del Lugano, ma solamente tra un mesetto a questa parte – il pubblico aveva risposto presente, ma i 3.000 tifosi, o poco più, avevano visto soccombere i propri beniamini per 3-0. Già, perché il Backa Topola – non solamente per ciò che concerne la Conference League, dove hanno perso entrambi i match disputati – non se la sta passando particolarmente bene in questo inizio di stagione. L’ultimo k.o. in ordine di tempo, peraltro, è giunto contro una vecchia, ma neanche troppo, conoscenza del Lugano, ossia quel Partizan Belgrado sconfitto dai bianconeri in agosto nel terzo turno dei preliminari di Europa League. Il rendimento tra le mura amiche della squadra guidata da Jovan Damjanovic, poi, è tutt’altro che invidiabile, a tal punto che in campionato si comportano meglio lontano da casa. La classifica, in ogni caso, non sorride loro e il nono posto - che stanno occupando fino a questo momento in Super Lig – non corrisponde alla progressione mostrata nel corso degli anni più recenti.

L’avversario odierno del Lugano, va detto, non è di certo una super potenza storica del calcio serbo, ma nell’ultimo lustro si è vieppiù organizzata per raggiungere i massimi livelli all’interno dei propri confini nazionali e questo, di conseguenza, li ha portati a conquistarsi anche un posto nell’Europa pallonara. Da squadra che militava nella serie cadetta fino alla stagione 18/19, il Backa Topola si è presto trasformato in una realtà consolidata, in grado di centrare, la scorsa stagione, l’accesso alla fase a gironi della seconda manifestazione più ambita. Con un solo pareggio e ben cinque sconfitte, sull’arco delle canoniche sei partite, non fu di certo un successo, ma gli avversari affrontati erano prestigiosi e il club serbo ha soprattutto potuto mettersi in mostra su un palcoscenico degno di nota.

La sfida tra coetanei

Un contesto, questo, utile anche per mettere in mostra i propri gioielli e non sarà stata un caso, allora, la cessione di Nemanja Stojic, che ha consentito poi l’acquisto – il più importante di sempre per il club, a livello finanzario – del giovane 22.enne Aleksandar Cirkovic. L’età del numero 10 e pezzo pregiato del Backa Topola, non è poi un aspetto da trascurare poiché la società serba nell’ultimo quinquennio – ossia da quando è stata promossa nella massima divisione – ha iniziato un importante processo di svecchiamento che ha abbassato l’età media della squadra di quasi due anni.

Una tendenza che all’inizio di questa stagione - dopo l’allontanamento del mister croato Dean Klafuric, durato la pochezza di due mesi – ha coinvolto anche il ruolo dell’allenatore. L’uomo che attualmente guida il Backa Topola, infatti, è il già citato Jovan Damhanovic. In carica dal 30 agosto, il tecnico – che aveva anche allenato per svariati anni diverse rappresentanti giovanili della Serbia – è un classe 1982, guarda caso il medesimo anno di nascita del suo omologo Mattia Croci-Torti. Per una volta, quindi – anche se solamente per sette mesi di differenza - la sfida nella sfida tra gli uomini seduti in panchina vedrà il Crus come uomo più esperto.

La parola al mister

Il tecnico momò, in conferenza stampa, non ha lesinato complimenti nei confronti di Damjanovic e della sua compagine. «È un allenatore che propone un calcio fantastico – ha affermato – per certi versi, poi, il Topola è una squadra che ci assomiglia: tende a dominare i suoi avversari grazie a un possesso spesso superiore al 70% e una mole di gioco notevole ». Un aspetto, però, può far ben sperare i tifosi bianconeri. «Loro concedono tanto in fase difensiva e penso che non abbia ancora trovato il giusto equilibrio, ma calcisticamente sono veramente forti. Dovremo difendere molto più del solito, poiché dispongono di diverse armi offensive. Noi, quindi, dovremo essere molto umili ed accettare di fare una partita diversa dal solito».

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