Degennaro tocca ferro: «Per me è ancora molto lunga»

Scherzi del destino. O dello sport, se preferite. Con tre punti di vantaggio sul Thun a due giornate dal termine del campionato, il Sion può blindare la promozione in Super League. Dove? A Bellinzona, ovviamente, città rimasta nel cuore di Marco Degennaro. Un Bellinzona che vorrà fare bella figura davanti ai propri tifosi, dopo un torneo tra alti e bassi.
Per Degennaro – tornato a Sion dopo l’esperienza a Yverdon – questa sera non ci sarà spazio per sentimenti e nostalgia. Ride, al telefono, il direttore generale del club vallesano: «Ovviamente – spiega – quella del Comunale per noi è una partita importantissima. Siamo vicini ad un traguardo fondamentale, per il Sion. Abbiamo numeri da Super League e non farcela costituirebbe un grosso danno a tutti i livelli. Però è ancora lunga, chi ci sta inseguendo non molla ed allora ci sarà da soffrire fino all’ultimo».
I granata non hanno però quasi più niente da chiedere alla stagione, mentre per il Sion la sfida è di capitale importanza: «Beh, di certo non ci mancherà la motivazione. In Challenge League però – lo abbiamo visto anche quest’anno – può sempre succedere di tutto. Ogni campo è pericoloso, se le partite non vengono affrontate con la giusta attitudine».
La forza della regolarità
Già, il Thun di Mauro Lustrinelli non molla. Rimane lì attaccato, anche grazie ai due successi ottenuti in stagione proprio contro il Sion. I vallesani rimangono però davanti, in posizione privilegiata: «Penso che a fare la differenza, fino ad oggi, sia stata la nostra regolarità. Normalmente la Challenge League si vince con 64 o 65 punti. Noi ne abbiamo già conquistati 73: in una stagione normale saremmo già stati promossi da tempo, ma lo stesso discorso vale per il Thun. Anche i bernesi, insomma, hanno fatto della costanza di rendimento uno dei loro punti di forza. Noi abbiamo però perso solo 3 partite, anche se due di queste proprio con il Thun».
La Coppa della consapevolezza
I successi in Coppa contro Grasshopper e Young Boys, e in un certo senso anche la sconfitta con il Lugano, hanno dimostrato che questo Sion ha tutte le carte in regola per ritrovare la Super League dopo solo un anno in purgatorio: «Sinceramente non riesco ancora a pensare in questo modo. Tra la Challenge League e la Super c’è una sicura differenza. D’altra parte sia il Sion che il Thun dispongono di giocatori di una certa esperienza, elementi che hanno già fatto la Super League. Ecco, in questo senso possiedono una solidità che altre squadre non hanno».
La Coppa Svizzera ha comunque rappresentato un importante fattore di crescita verso l’obiettivo della promozione: «Assolutamente sì, perché ci ha dato una certa consapevolezza, ci ha detto che abbiamo delle qualità per misurarci con realtà più grandi della nostra. Contro Grasshopper e Young Boys abbiamo giocato bene e anche con il Lugano abbiamo provato a fare la nostra partita. Abbiamo perso contro un’ottima squadra, capace di giocare un ottimo calcio. I bianconeri sono stati bravissimi a sfruttare a loro favore alcuni episodi».
I principi del presidente
A proposito di quella semifinale: il presidente Christian Constantin non molla e si è rivolto al TAS per chiedere di rigiocare l’incontro a causa del mancato utilizzo del VAR: «Se il nostro presidente lo ha fatto è perché ritiene di essere nel giusto. Non abbiamo assolutamente nulla contro il Lugano, i bianconeri non c’entrano. Questo deve essere chiaro a tutti. E sottolineo pure che nessuno sostiene che saremmo sicuramente riusciti a pareggiare, se non fosse stato accordato quel rigore su Doumbia. Constantin ne fa una questione di principio, basandosi sul regolamento, che non è stato applicato in modo corretto per quella gara, per quel che riguarda il VAR».
Un progetto innovativo
Intanto, Degennaro è tornato in Vallese anche e soprattutto per occuparsi del progetto «Sion 2030», che prevede uno nuovo stadio, un’accademia e un complesso immobiliare: «Si tratta di un bellissimo progetto ed è una delle ragioni per cui sono davvero felice di essere tornato in Vallese. Si tratta di un concetto innovativo e anche un po’ visionario, come lo è il nostro presidente. È un lavoro lungo e complesso, non si limita alla costruzione di un nuovo impianto sportivo. Farne parte è estremamente motivante».
Como, che gioia
Questa sera Degennaro, dalle tribune del Comunale, darà forse un’occhiata oltre il Monte Ceneri, magari fino a Como. La squadra di cui in passato è pure stato direttore generale, dopo tanto tempo, è tornata in Serie A: «Ho fatto il tifo per il Como, non lo nascondo. Si merita questa promozione: sono felice per la società, per la squadra e per una tifoseria davvero incredibile, che ricordo con immenso piacere. E poi anche per gli appassionati ticinesi adesso c’è una squadra in più a pochi metri da casa, da andare a seguire (ride, NdR). Non vi mancano le possibilità di ammirare squadre del campionato italiano».