Dopo l'invasione di campo, «il falco» è tornato: «La FIFA ha bloccato tutti, ma non me»

Alla fine, in un modo o nell'altro, la bandiera arcobaleno è arrivata sui campi di calcio del Qatar. Non parliamo della tanto discussa fascia OneLove, ma dell'invasione avvenuta durante la partita tra Portogallo e Uruguay. Autore della dimostrazione sul rettangolo da gioco, Mario Ferri, detto «il falco», 35.enne di Pescara già noto per le sue interruzioni di partita. Durante il match dei Mondiali è entrato in campo sventolando la bandiera della pace. E non solo: Ferri indossava una maglietta con il logo di Superman e le scritte «Salviamo l'Ucraina» sul davanti e «Rispetto per le donne iraniane» sul retro. Gli addetti alla sicurezza lo hanno inseguito e fermato, il tutto non inquadrato dalle telecamere. L'account Twitter FIFA World Cup 2022 ha diffuso le immagini dell'invasione con la scritta «Superman porta quanti più messaggi di supporto possibili».
Mario Ferri non è nuovo a questo genere di azioni e sui social è molto seguito per le sue numerose imprese: su Instagram conta oltre 130 mila follower. Tra le sue invasioni più eclatanti, quella del 2009, quando è entrato in campo durante Italia-Olanda per chiedere di convocare l'attaccante Antonio Cassano ai Mondiali del 2010. Cassano è però rimasto a casa e Ferri ha manifestato ai Mondiali in Sudafrica durante la partita tra Germania e Spagna con un messaggio rivolto all'allenatore azzurro Marcello Lippi, dopo che l'Italia era stata eliminata: «Lippi te l'avevo detto» (in quell'occasione aveva una vuvuzela tra le mani). Nel dicembre 2010, i messaggi del «falco» si sono fatti via via più politici: durante la finale del Mondiale per club tra Inter e Mazembe ad Abu Dhabi ha mostrato il messaggio «Sakineh libera», in riferimento a Sakineh Mohammadi Ashtiani, una donna iraniana condannata a morte nel 2006 (la pena è stata revocata nel 2014). In quell'occasione «il falco» è stato arrestato dopo che ha cercato di lasciare gli Emirati Arabi Uniti clandestinamente a bordo di una nave da crociera. Ai Mondiali del 2014 in Brasile, ha interrotto una partita della fase a gironi tra Belgio e Stati Uniti con l'immancabile maglietta di Superman e le scritte: «Salviamo i bambini delle Favelas» e «Ciro vive», in memoria di Ciro Esposito, il tifoso partenopeo morto dopo gli incidenti della finale di Coppa Italia del 2014 tra Napoli e la Fiorentina. Nell'aprile del 2020, durante il lockdown, ha fatto invece il giro dei media italiani per una corsa sulla spiaggia di Pescara inseguito da un agente che cercava di fermarlo. Ferri raccontò l'accaduto alla trasmissione Le Iene dicendo che aveva bisogno di sgranchirsi le gambe dopo un mese chiuso in casa.
Mario Ferri ha un passato calcistico in Svizzera, nell'FC Concordia Basilea, e attualmente gioca in india, nello United Sports di Kalyani, ma da quando il campionato è fermo è attivo come volontario in Ucraina: trasporta persone e le mette in salvo a bordo di una Golf a noleggio, documentando tutto su Instagram. In una intervista alla Gazzetta dello Sport ha dichiarato: «Un mio amico ucraino mi ha chiamato e così, anziché passare ore davanti alla tv o al computer a fare niente, ho deciso di partire. Mi sono messo a disposizione di un’associazione di volontari di Leopoli, un gruppo di giovani, tutti sotto i 25 anni. Faccio avanti e indietro con la macchina. Finora ho messo al sicuro una decina di persone. Il viaggio più commovente mi è capitato ieri. Un uomo mi ha affidato la moglie e il figlio di un anno. Quando siamo arrivati al confine, non me la sono sentita di lasciarli lì all’avventura e ho proseguito per Varsavia, dove avevano un contatto».
Il post su Instagram
Mario Ferri questo pomeriggio ha rassicurato i suoi follower su Instagram:
«Sono tornato. La chiamerò “The last dance”, la mia ultima corsa in un campo di gioco, ho voluto mandare messaggi importanti per me che ho vissuto sulla mia pelle nei mesi scorsi…
1) Un messaggio per l’Iran dove ho amici che soffrono, dove la donna non viene rispettata… il mondo deve cambiare, lo possiamo fare insieme con gesti forti, che vengono dal cuore, con coraggio.
2) La FIFA ha vietato le fasce da capitano con l’arcobaleno e le bandiere per i diritti umani sugli spalti, hanno bloccato tutti, ma non me, come un Robin Hood 2.0 ho portato il messaggio del popolo arcobaleno. Vogliamo un mondo libero che rispetti tutte le razze e tutte le idee.
3) Save Ukraine. Sono stato un mese in guerra a Kiev come volontario e ho visto quanto quel popolo stia soffrendo. Vogliamo la pace in Ucraina, SLAVA UKRAINA. Grazie per tutti i messaggi d’amore che mi arrivano dal mondo, dall’Iran e dall’Ucraina. Infrangere le regole se lo si fa per una buona causa non è mai un reato».