È davvero un pazzo Basilea, la finale ora è a un passo

Era già tutto pronto per l’incoronazione. No, non quella di Carlo III. Bensì quella di sua Maestà Re Arthur Cabral. Il copione, del resto, pareva essere chiaro. Rientro in extremis da un infortunio, rete decisiva contro gli ex compagni di squadra e conquista dell’amore eterno da parte del suo nuovo popolo, quello fiorentino. Invece, vestendo alla perfezione i panni dei guastafeste e mandando in visibilio la corposa tifoseria renana presente all’Artemio Franchi, i «ragazzini terribili» di Heiko Vogel hanno strozzato l’urlo in gola a un’intera città. Di più, l’hanno ricacciato giù, in profondità, muovendo un serio passo verso la finalissima di Conference League. Clamoroso.
Il gol dell’ex non spaventa
E dire che per lunghi tratti, nel match d’andata della semifinale disputato a Firenze, Taulant Xhaka e compagni si erano guadagnati i complimenti degli svizzeri presenti, per essere riusciti a contenere la Viola, limitandola a una sola rete. Quella di Cabral, appunto, che al 25’ - sugli sviluppi di un calcio d‘angolo - aveva sbloccato la contesa portando i toscani avanti per 1-0. Un premio tutto sommato corretto, per la formazione che per tutto il primo tempo - e anche parte della ripresa - aveva palesato una certa supremazia territoriale, seppur limitata nei contenuti.
E invece, rispecchiando in pieno un canovaccio già visto e rivisto nei turni precedenti, i rossoblù sono usciti alla distanza. Alla grande, senza mai panicare né dare l’impressione di essere sul punto di affondare. Anzi, provando a pungere in ripartenza una squadra, quella di Vincenzo Italiano, che col passare dei minuti ha perso mordente e convinzione nei propri mezzi. Lasciando aperto uno spiraglio, un pertugio di speranza, nel quale i renani si sono lanciati a capofitto, senza pensarci due volte.
Diamante grezzo
Pertugio, del resto, è la parola giusta. Perché tale è lo spazio che la difesa ospite, al 71’, pareva aver lasciato ad Andy Diouf. Il gioiellino francese, invece, in quella circostanza ci ha visto un’autostrada. Inventandosi una cavalcata in solitaria che per certi versi ha ricordato il «gol del siglo» di Maradona. Culminata in un inatteso pareggio, che ha raggelato l’Artemio Franchi. Tutto finito? Neanche per idea, perché con un colpo di reni pazzesco, la compagine elvetica è riuscita a spingersi persino oltre, trovando addirittura il gol del k.o. Un capolavoro firmato da un altro diamante grezzo della collezione basilese, il nazionale rossocrociato Zeki Amdouni. Le cui gambe, in pieno recupero e sotto la Curva Fiesole, non hanno tremato. Catapultando il Basilea ad un solo passo da una finalissima che mai era stata così vicina. Fra sette giorni in terra elvetica, i rossoblù avranno l’opportunità di completare l’opera, staccando un biglietto per Praga. Smettere di sognare è assolutamente vietato.