E se la Groenlandia finisse per giocare a calcio ai Caraibi?
La Groenlandia, citiamo da Wikipedia, è un'isola collocata nell'estremo nord dell'Oceano Atlantico tra il Canada a sudovest, l'Islanda a sudest, l'Artide e il mar Glaciale Artico a nord. Con circa 0,03 abitanti per chilometro quadrato, è la nazione meno densamente popolata della Terra. Non è certo l'ideale, come angolo di mondo, per giocare a pallone. Eppure, nel Paese la passione per il calcio, verrebbe da dire, è straripante. Dal 1954, tanto per gradire, vi si disputa regolarmente un campionato. E soltanto una forza esterna e maggiore come la pandemia è riuscito a fermarlo. Certo, la fase finale, con le otto squadre uscite dalle qualificazioni regionali, dura appena una settimana. Ma, credeteci, il torneo è qualcosa di magico. E unico, anche se il B-67 di Nuuk tende a monopolizzare la competizione (vanta 14 titoli).
Bene, anzi benissimo. E la nazionale? Esiste pure quella. Ma, finora, non ha potuto entrare nella FIFA o, meglio, in una Confederazione continentale poiché i tentativi fatti con l'UEFA hanno cozzato, puntualmente, contro un cavillo, chiamiamolo così, politico: l'UEFA, quali suoi membri, riconosce solo Paesi a loro volta riconosciuti dalle Nazioni Unite. E la Groenlandia, citiamo ancora Wikipedia, appartiene al Regno di Danimarca. Come le Isole Faroer, la cui Federcalcio tuttavia si mosse con molto anticipo. Ovvero, sul finire degli anni Ottanta, prima che, fra le altre cose, la stessa FIFA imponesse regole più ferree come ad esempio la presenza di uno stadio nazionale di determinate dimensioni. La stessa Gibilterra, per entrare, dovette passare addirittura dai tribunali. Di qui, alcuni anni fa, la contromossa della Groenlandia: chiedere l'adesione alla CONCACAF, la Confederazione di Nordamerica, Centroamerica e Caraibi. Un passo ritenuto meno tortuoso e più immediato.
Ed eccoci al presente. Oggi, 28 maggio 2024, come leggiamo sui profili social della Federcalcio groenlandese, la stessa KAK ha compiuto il passo finale presentando una domanda formale per diventare membro a pieno titolo della CONCACAF. Un evento «storico», nonché il risultato, citiamo «di un lavoro intenso e dedicato da parte del presidente della Federcalcio, Kenneth Kleist, e dell'allenatore della nazionale maschile, Morten Rutkjaer». Quest'ultimo, evidentemente al settimo cielo, ha spiegato: «Siamo convinti che l'adesione alla CONCACAF rappresenti la giusta opportunità di sviluppo per il calcio groenlandese. Fornirà una piattaforma attiva che consentirà alle squadre di club e alle nazionali di giocare un maggior numero di partite e prendere parte a tornei internazionali».
Kenneth Kleist, dal canto suo, ha sottolineato: «Depositare la nostra candidatura quale membro della CONCACAF è un momento storico per la Groenlandia. Questa iniziativa riflette la nostra dedizione allo sviluppo e alla promozione del calcio nel nostro Paese. Con una futura adesione alla CONCACAF, avremmo l'opportunità di partecipare a tornei internazionali e di scambiare esperienze con altre nazioni, il che sarà prezioso per il nostro sport e la nostra società».
L'ingresso nella CONCACAF, secondo i beninformati, dovrebbe essere più che possibile. Anche perché al suo interno sono confluiti altri Paesi appartenenti a nazioni europee, come la Guyana francese, la Guadalupa e la Martinica. La CONCACAF, a differenza dell'UEFA, non richiede che i suoi membri siano al contempo riconosciuti dalle Nazioni Unite. Non a caso, i media groenlandesi hanno espresso un certo ottimismo al riguardo: sì, la Groenlandia dovrebbe entrare in questa grande famiglia come 42. membro. «Questo è un momento incredibilmente emozionante per il calcio groenlandese» ha aggiunto il commissario tecnico. «La nostra richiesta di adesione alla CONCACAF segna un significativo passo avanti per le nostre ambizioni di competere a un livello più alto. Abbiamo lavorato duramente per arrivare a questo punto e sono sicuro che ciò ispirerà i nostri giocatori e svilupperà la nostra cultura calcistica».
Non finisce qui, perché la candidatura della Federcalcio groenlandese gode di un supporto, doppio, importante, se non importantissimo. Da un lato, infatti, la procedura è stata sostenuta direttamente dalla Federcalcio danese (DBU), un sostegno che i vertici della Federcalcio groenlandese hanno più volte etichettato come indispensabile per integrarsi nella comunità calcistica internazionale. Dall'altro, invece, la KAK ha avviato una partnership strategica con la Federcalcio islandese (KSI). Una partnership volta a condividere conoscenze in materia di sviluppo dei talenti, formazione degli allenatori e, soprattutto verrebbe da dire, aiuto logistico nell'organizzare partite. Ancora Kleist: «Il sostegno della DBU e la partnership avviata con l'Islanda ci permetteranno di essere forti dal punto di vista organizzativo quando inizieremo a dialogare con la CONCACAF».