E se servisse Ignacio Aliseda?

Diversi bianconeri devono aver dormito poco. Vuoi per il volo di primo mattino in direzione Malpensa, vuoi per l’amara notte europea. La pioggia che si è abbattuta su Bruxelles, insistente, quasi rabbiosa, non ha contribuito a rasserenare gli animi inquieti. Cielo e pensieri plumbei. A rimuginare sulla sconfitta esterna contro l’Union Saint-Gilloise è stato sicuramente Mattia Croci-Torti. Oddio, a margine del 2-0 subito al Lotto Park, sia il tecnico, sia i giocatori che si sono presentati davanti a taccuini e telecamere hanno insistito su un concetto: «Possiamo ancora farcela. Due reti non sono un ostacolo insormontabile». Vero, verissimo. A maggior ragione considerata la trama della sfida d’andata dei playoff di Europa League. Una partita, lo abbiamo già sottolineato, che avrebbe potuto e dovuto conoscere un esito differente. Più la si analizza, più la gara del Lugano alimenta i rimpianti. Tolto forse l’aspetto atletico (a proposito: che giocatore Amani!) e l’avvio azzeccato dagli uni (i padroni di casa) e toppato dagli altri (Sabbatini e compagni), le due squadre si sono equivalse. Persino a livello di filosofia. È stato un match a viso aperto, vibrante, divertente anche, quello disputato nella dimora dell’Anderlecht. Già. Ma c’è un bel problema. Giovedì, allo Stade de Genève, premesse e coordinate della rivincita saranno altre.
«Conosco alla perfezione Blessin: vuole vincere tutte le partite», sottolineava alla vigilia il Crus. D’accordo. Tuttavia, non crediamo che il tecnico dell’Union Saint-Gilloise sia un incosciente. Di brividi, con un atteggiamento spregiudicato e - a tratti - persino superficiale in termini difensivi, l’Union ne ha corsi parecchi. E, altro aspetto ripetuto alla noia nel dopo gara, solo l’imperizia e l’inefficacia dei bianconeri hanno permesso ai belgi di ottenere più di quanto avrebbero meritato. Di qui il potenziale inghippo in vista del ritorno. C’è infatti da aspettarsi un avversario molto più prudente. E, di riflesso, votato alle ripartenze. Non un bene, anzi, dal momento che l’Union Saint-Gilloise è emerso prepotentemente proprio in questo esercizio. Da parte sua, è immaginabile che la pericolosità del Lugano non potrà generarsi allo stesso modo. La clamorosa occasione fallita da Steffen, per esempio, è nata con i padroni di casa totalmente sbilanciati. E, più in generale, il primo tempo è stato scandito da continui capovolgimenti di fronte. Su e giù, su e giù. Ecco. A Ginevra la manovra offensiva del Lugano si scontrerà verosimilmente con un blocco più stabile. E la strategia di Croci-Torti, sul piano tattico e degli interpreti, andrà per forza di cose rivista.
I bianconeri, d’altronde, non hanno più nulla da perdere. E un’eventuale eliminazione segnata da un passivo ancor più pesante non deve spaventare gli uomini del Crus. Se si giocherà col cuore in mano e all’attacco per novanta minuti (e forse più), l’ampiezza dei rimpianti assumerà una dimensione accettabile. Certo, con ciò non si vuole suggerire un avvio di incontro alla garibaldina. Tutti avanti e vediamo che succede. No. Però è sottinteso che il Lugano, alla pausa, farebbe bene a presentarsi con un gol di vantaggio. Almeno uno. Tornando alla formazione necessaria per far vacillare le sicurezze dell’Union, rimettendo in discussione la qualificazione, la sostituzione del balbettante Arigoni con Espinoza appare come la prima mossa logica. Per spingere con determinazione sugli esterni, tuttavia, servirebbe altresì un altro Valenzuela. Irriconoscibile, davvero, rispetto alla scorsa stagione. Al Lotto Park, per dire, l’argentino ha superato raramente la metà campo. Più complicato, ma quasi doveroso, cambiare in mediana. Con due soluzioni: a) rimpiazzare l’ingolfato Grgic con il dinamismo di Macek; b) rinunciare sempre a Grgic, abbassando la coppia Sabbatini e Bislimi e spostando Bottani alle spalle di Celar. Quest’ultima variante, va da sé, presuppone l’inserimento di un esterno offensivo. Cimignani? Beh, viene in mente il suo nome. Non solo il suo nome, invero.
Ignacio Aliseda ha saltato l’inizio della stagione per un’appendicite. «Sabato lo manderò con l’Under 21 per mettere minuti nelle gambe e ritrovare buone sensazioni», ha indicato Croci-Torti a ridosso del match di Bruxelles. Bene. Perché è proprio a “Nacho” che stavamo pensando. E a cui, immaginiamo, ha pensato a più riprese il tecnico momò, giovedì sera tradito una, due, tre, quattro volte dalle sue pedine avanzate. Ovvio, l’argentino è a corto di forma e feeling con le competizioni di alto livello. Al cospetto di una difesa schierata o quantomeno più ordinata – come sarà quella dell’Union allo Stade de Genève – la sua imprevedibilità potrebbe però rivelarsi l’arma vincente. Indispensabile, anche. Nessun altro bianconero, nemmeno Bottani e lo spaccapartite ed ormai ex Amoura, sa plasmare dal nulla invenzioni e reti come Aliseda. Per questa ragione – e dal momento che il giocatore, in fondo, non è reduce da un infortunio – il Crus dovrebbe forse rischiarlo. Non dal primo minuto, quello è difficile. Ma almeno nella ripresa, nella speranza che il risultato stia già sorridendo ai bianconeri. E maggior ragione se non dovesse essere così.